Un team internazionale composto da ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), Aberystwyth University in Galles (UK), International Center for Theoretical Physics (Ictp) e Dipartimento di matematica e geoscienze dell’Università di Trieste ha pubblicato una ricerca sulla rivista scientifica internazionale Climate Dynamics sull’evoluzione della linea di equilibrio di tutti i circa quattromila ghiacciai delle Alpi su un arco temporale di 200 anni, dal 1901 al 2100. La ELA (Equilibrium-Line Altitude), così si chiama la linea di equilibrio dei ghiacciai, dipende strettamente dai parametri climatici (temperature estive e precipitazioni invernali) e identifica la quota che separa la zona di accumulo di un ghiacciaio, quella cioè che alla fine dell’estate preserva parte della neve caduta nel corso dell’inverno precedente, e la zona di ablazione, dove invece la neve invernale sparisce completamente a causa del caldo estivo e riduce così anche il ghiaccio più antico.
“A seconda dello scenario che si verificherà, la ELA salirà in misura diversa, con una forte e drastica riduzione del volume e della copertura di ghiaccio sulle Alpi. Nel più ottimistico degli scenari di circa 100 m, nello scenario intermedio di 300 m e in quello più estremo di 700 m. Questi dati significano che da qui al 2100 potrebbe rispettivamente scomparire il 69%, l’81% o il 92% dei ghiacciai alpini”, conclude Colucci. “In ogni caso, il totale disequilibrio con il clima dei ghiacciai attualmente localizzati al di sotto dei 3500 m di quota sulle Alpi, porterà comunque alla loro quasi totale scomparsa nel giro dei prossimi 20-30 anni”.