Nella notte scorsa, l’Etna ha suscitato stupore ma anche paura e preoccupazione per un’eruzione che ha squarciato il buio con fontane di lava. Intorno alle 23 di ieri, domenica 13 dicembre, è stato registrato un repentino aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico, accompagnato da un incremento dell’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est. “I getti di lava hanno raggiunto altezze intorno ai 150-200 metri sopra la bocca eruttiva. Alle 23:15, il fianco del cono del Cratere di Sud-Est ha cominciato a franare, generando un flusso piroclastico lungo alcune centinaia di metri in direzione sud-ovest”, seguito poi da un altro flusso piroclastico notevolmente più grande e un terzo, più piccolo, alle ore 23:30, segnala l’INGV in un aggiornamento sull’attività in atto.
“L’attività di fontana di lava si è protratta per poche decine di minuti ed è diminuita poco prima della mezzanotte. Dopo un’ora circa è iniziata una seconda fase di fontane di lava, durata circa 10 minuti. Dopo un intervallo di modesta attività stromboliana, intorno alle ore 02:00 è iniziata una terza fase di basse fontane di lava, della durata di circa un’ora, che è stata seguita da una debole attività stromboliana, ancora in corso nella mattinata del 14 dicembre”, segnala l’INGV.
Abbiamo contattato Boris Behncke, vulcanologo dell’INGV-Osservatorio Etneo di Catania, che ha fatto il punto della situazione. “Al momento continua l’emissione di cenere dal Cratere di Sud-Est, e il tremore vulcanico resta relativamente elevato”, spiega Behncke ai microfoni di MeteoWeb. “È da tempo che vediamo che l’Etna è in fase di lenta ricarica (come è normale negli intervalli fra eruzioni maggiori), però non era possibile prevedere specificamente questo fenomeno; solo nella serata di ieri si è vista una rapida intensificazione dell’attività e un repentino aumento del tremore vulcanico. Si tratta di un’attività del tutto normale, una tipica attività sommitale, con fenomeni che abbiamo visto decine di volte, spesso con intensità molto maggiore, negli anni 2011-2016”, aggiunge il vulcanologo.
A questo proposito, l’esperto tranquillizza le tante persone che in queste ore hanno manifestato preoccupazione sull’evolversi dell’attività vulcanica. Al momento, non c’è motivo di preoccuparsi: “Così com’è l’attività al momento, l’unica preoccupazione è quella di dover tener pronta la scopa per rimuovere la cenere…”, ha concluso Boris Behncke .
“Le due colate di lava, quella sul versante meridionale del cono del Cratere di Sud-Est, che ha raggiunto l’area di Torre del Filosofo, e quella sul versante sud-ovest, che si è espansa sul pianoro a monte dei coni del 2002-03 e di Monte Frumento Supino, all’alba del 14 dicembre erano in raffreddamento Sono in corso le indagini sul terreno da parte di personale dell’Osservatorio Etneo dell’INGV per caratterizzare i fenomeni che hanno interessato il teatro eruttivo e per campionare i prodotti eruttati che saranno analizzati in laboratorio. Flussi piroclastici simili a quelli verificatisi, denominati anche valanghe ardenti o piroclastiche, sono avvenuti negli anni passati anche in altri settori del Cratere di Sud-Est, ad esempio in concomitanza con l’inizio dell’attività eruttiva parossistica del 16 novembre 2006, durante diversi episodi di fontana di lava nel 2011-2013, l’11 febbraio 2014 e nel marzo del 2017. L’evolversi dei fenomeni continua a essere costantemente monitorato dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Etneo e della Sezione di Palermo”, riporta l’INGV.
Di seguito, il video della spettacolare eruzione nelle immagini riprese da Boris Behncke.