Tra le festività di dicembre in tutto il mondo che hanno un fascino particolare vi sono sicuramente quelle del periodo natalizio in Russia. Sebbene per lungo tempo sia stato il Capodanno e non il Natale ad essere maggiormente sentito dal popolo sovietico, oggi, è stata gradualmente recuperata la spiritualità connessa al Natale ortodosso che cade in una data differente rispetto a quello occidentale.
Il Natale in Russia è un momento di condivisione di gioie e pasti con famiglia e amici che vive di tante piccole e insolite tradizioni generate dalle leggende del folklore locale.
Il periodo di Natale in Russia
In Russia le festività religiose seguono il calendario giuliano e per tale motivo le date in cui cadono il Natale e il Capodanno sono differenti da quelle del mondo occidentale.
Nonostante il fatto che dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917 la Russia abbia adottato il calendario gregoriano, già in uso in Europa, la Chiesa ortodossa si rifiutò di abbandonare il calendario giuliano fino ad allora in uso, e ciò comporta che il Natale ortodosso si festeggi 13 giorni dopo il Natale cattolico, il 7 gennaio; mentre il Capodanno nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, ma già dal mese di dicembre si respira la classica atmosfera natalizia.
Tradizioni di Natale in Russia
Come per l’Italia anche in Russia il giorno di Natale si trascorre tra visite a parenti e amici e si partecipa alla celebrazione della messa ortodossa dopo aver cenato con la propria famiglia.
Tuttavia, il Natale da molti è percepito nel Paese dell’Orso salvo con grande intensità spirituale, se vogliamo maggiore della nostra, poiché è preceduto da un periodo di purificazione di 40 giorni in cui è vietato mangiare carne o latte, analogamente a quanto accade per la Quaresima cattolica.
Il digiuno prima del Natale termina quando appare la prima stella nella notte del 6 gennaio, a rappresentare la nascita di Gesù Cristo.
Ecco allora che ha inizio la cena di Natale. La tradizione prevede che ci siano 12 piatti diversi in onore degli apostoli di Cristo, nessuno di questi prevede la carne o il pesce e per le famiglie più credenti è bandito anche l’uso dell’alcool.
Sotto la tavola in passato bisognava assolutamente mettere un oggetto di metallo, sul quale tutti i commensali a turno avrebbero appoggiato i piedi durante il pranzo. Ancora alcuni ripropongono questa tradizione poiché in tal modo sperano di mantenere una buona salute l’anno successivo.
La cena per i credenti inizia con la preghiera pronunciata dal capofamiglia mentre la madre benedice tutti i partecipanti tracciando una croce con del miele sulla fronte dei partecipanti alla riunione familiare.
Il miele e l’aglio che vengono usati durante il pasto simboleggiano l’uno la dolcezza della vita e l’altro la sua amarezza.
La pietanza tipica è la kut’ja, una sorta di porridge dolce fatto con grano e l’aggiunta di semi di sesamo, miele e talvolta anche di nocciole, cui si accompagna lo vzvar, una calda bevanda dolce a base di frutta.
La sera di Natale, inoltre, segnava nella tradizione slava l’inizio di un’antica festività chiamata Svyatki, in cui le giovani donne usavano candele e specchio per invocare le immagini di quello che sarebbe diventato il loro futuro marito.
La divinazione con la cera si otteneva versando lentamente la cera sciolta in un catino pieno di acqua e così si utilizzavano quelle immagini bizzarre e fantasiose per predire il futuro.
Le leggende del Natale Russo
Tra le festività di dicembre in tutto il mondo si inseriscono a pieno diritto quelle della grande Russia che sono ricche di leggende che rivivono nei racconti e nei riti dei moscoviti anno dopo anno.
Durante il periodo di Natale riaffiora nei racconti russi la figura di Babuchka, una donna anziana che era solita ospitare nella sua casa i vagabondi che incontrava.
Un giorno alla sua porta bussarono tre uomini distinti che seguendo una cometa che li guidava cercavano Gesù Bambino.
Babuchka li seguì portando con sé tutto quello che possedeva: un unico pezzo di pane nero.Smarrì la strada, però, e si narra che sia ancora in viaggio.
Mentre vaga di casa in casa, nessuno la nota ma quando vede un bambino mette una mano nella sua cesta e lascia un dono accanto al suo letto.
Da questa leggenda deriva l’antica tradizione di far trovare ai bambini un pezzo di pane nero in una calza la mattina di Natale.
Particolarmente sentita è anche la leggenda di Babbo Natale che in Russia viene chiamato Ded Moroz, Nonno Gelo.
È a lui che spetta portare i doni ai bambini mettendoli sotto l’albero, ma rispetto alla tradizione occidentale in questo compito l’anziano rubicondo ha un aiuto: sua nipote, la Fanciulla di Neve.
Luminarie a Mosca
Nel periodo natalizio anche la Russia si colora di luci e decorazioni, simbolo della grazia che queste possono portare è il centro di Mosca che ha un appeal irresistibile grazie alle luminarie e alle decorazioni che addobbano le piazze e le vie principali della città ricoperte da una soffice coltre di neve.
Nel luogo simbolo del Paese, la Piazza Rossa, svetta un maestoso albero di Natale, il più importante di tutta la Russia, e da qui si diramano gli oltre due chilometri di mura del Cremlino.
La Cattedrale di San Basilio, che rimane punto di riferimento per tutte le festività religiose, vede la sua originale architettura esaltata dalle luminarie e rappresenta il luogo cardine intorno al quale ruotano i festeggiamenti religiosi e profani che riuniscono tutti i russi nell’identica gioia del Natale, spettacolo da non perdere anche per tutti i visitatori che possono giovare di un clima e uno spirito tutt’altro che freddo.