Il Sole ha inaugurato il suo nuovo ciclo di attività con una violenta eruzione, la più forte degli ultimi tre anni: la nostra stella ha scagliato nello Spazio lo scorso 29 novembre una nube di particelle che potrebbe raggiungere la Terra nelle prossime ore (tra oggi e domani).
L’eruzione è stata classificata di classe M 4.4 nella scala di 3 livello utilizzata per classificare questi fenomeni (C, M, X): le conseguenze più probabili sono aurore polari, ma non si può escludere una tempesta geomagnetica, con interferenze nelle comunicazioni radio.
Il fenomeno è stato generato dalla macchia AR2790, che ha fatto la sua comparsa sul lembo est nell’emisfero sud del Sole.
La conferma ufficiale dell’inizio del nuovo ciclo solare (il n° 25) è arrivata dalla NASA nel settembre 2020.
Al via il 25° Ciclo Solare: la NASA spiega cosa significa e quale sarà l’impatto sulle nostre vite
Durante una conferenza stampa, lo scorso settembre, gli esperti della NASA e della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) hanno presentato la loro analisi e le previsioni sul nuovo ciclo solare, e hanno anche accennato all’impatto dello Space Weather sulle nostre vite, sulla tecnologia terrestre e sugli astronauti nello Spazio.
Il “Solar Cycle 25 Prediction Panel“, un gruppo internazionale di esperti patrocinati da NASA e NOAA, ha annunciato che il minimo solare si è verificato nel dicembre 2019, segnando l’inizio di un nuovo ciclo solare.
Dato che l’attività del Sole è molto variabile, a volte sono anche necessari mesi per individuare tale passaggio.
Gli scienziati utilizzano le macchie solari per tenere traccia dell’avanzamento del ciclo solare: tali aree scure sul Sole sono associate all’attività solare, in quanto spesso origine di gigantesche esplosioni, come brillamenti o espulsioni di massa coronale, che proiettano nello Spazio luce, energia e materiale.
“Mentre usciamo dalla fase di minimo solare e ci dirigiamo verso il massimo del Ciclo 25, è importante ricordare che l’attività solare non si ferma mai, cambia forma mentre il pendolo oscilla,” ha affermato Lika Guhathakurta, solar scientist presso la Heliophysics Division presso il quartier generale NASA a Washington.
“Non esiste il cattivo tempo, esiste la scarsa preparazione,” ha spiegato Jake Bleacher, chief scientist per lo Human Exploration and Operations Mission Directorate della NASA. “Lo Space Weather è quello che è, il nostro lavoro è essere preparati.”
Comprendere i cicli del Sole è parte della preparazione.
Per stabilire l’inizio di un nuovo ciclo solare, il Panel ha consultato i dati mensili sulle macchie solari del World Data Center for the Sunspot Index and Long-term Solar Observations presso il Royal Observatory in Belgio.
“Teniamo traccia delle piccolissime macchie solari che contrassegnano inizio e fine di un nuovo ciclo,” ha precisato Frédéric Clette, direttore del World Data Center e componente del Panel. “Si tratta di minuscoli messaggeri di futuri giganteschi fuochi d’artificio solari. E’ solo tracciando il trend generale per molti mesi che si può stabilire il punto critico tra due cicli.”
Con il minimo solare alle nostre spalle, gli scienziati ora prevedono un incremento dell’attività solare fino al prossimo massimo, atteso a luglio 2025.
Secondo Doug Biesecker, panel co-chair e solar physicist presso lo Space Weather Prediction Center della NOAA, il Ciclo 25 dovrebbe essere simile a quello precedente, al di sotto della media.
“Il fatto che potrebbe trattarsi di un ciclo solare al di sotto della media non significa però che non vi siano rischi di Space Weather estremo,” ha precisato Biesecker. “L’impatto del Sole sulla nostra vita è reale.”
Attività solare e minimo solare
Il ciclo solare dura circa 11 anni ed oscilla tra i periodi in cui il numero di macchie solari aumenta e il periodo in cui diminuisce.
Al minimo solare si contrappone il massimo solare, durante la quale compaiono sulla fotosfera della nostra stella centinaia di macchie solari.
Le macchie solari sono in grado di produrre gigantesche esplosioni, come brillamenti o espulsioni di massa coronale, con raffiche veloci di vento solare che, se raggiungono la Terra, possono innescare aurore polari, tempeste geomagnetiche e interferenze nelle comunicazioni radio.
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è una espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.