Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre a causa di una insufficienza cardiorespiratoria. L’ex stella del calcio si trovava nella sua casa di Tigre, in Argentina, per il periodo di convalescenza dopo l’operazione al cervello subita ad inizio mese. Poi la morte all’improvviso e a 6 giorni dalla sua scomparsa, si indaga ancora sulle circostanze che hanno portato al decesso.Secondo la magistratura argentina che indaga sulla morte del Pibe de Oro, le cure mediche domiciliari alle quali era sottoposto il campione erano “insufficienti”, “senza controllo” e “negligenti“. E’ quanto ha affermato all’agenzia di stampa ufficiale “Telam” una fonte della procura di San Isidro incaricata dell’inchiesta, che non esclude quindi una possibile imputazione per omicidio colposo nei confronti del medico personale del “Diez”, Leopoldo Luque.
“Da quello che possiamo osservare dopo i primi cinque giorni di indagini la condotta dello staff medico incaricato delle cure di Maradona era assolutamente negligente, si trattava di un ricovero domiciliare totalmente insufficiente, era completamente senza controllo“, ha affermato la fonte secondo quanto riporta Telam. Il funzionario della procura ha quindi sottolineato che la magistratura “cerca di determinare se c’e’ stata una negligenza o un’imperizia che possa prefigurare un omicidio colposo”. L’attenzione dei magistrati e’ quindi centrata adesso sui risultati delle perizie mediche e tossicologiche. “Se oltre alle dichiarazioni dei testimoni anche le perizie accerteranno un qualche tipo di negligenza, Luque verra’ imputato“, ha quindi dichiarato la fonte a”Telam”. La Procura del sobborgo argentino di San Isidro, a Buenos Aires, aveva ordinato gia’ lo scorso sabato di perquisire le proprieta’ del medico.
Le figlie di Maradona, Dalma e Giannina, sentite per circa sei ore dai magistrati del tribunale di San Isidro nella notte di sabato, puntano il dito contro lo stesso Luque. Dalle dichiarazioni rese agli inquirenti non ci sarebbero dubbi che per loro il responsabile delle cure mediche del padre fosse proprio lui. Secondo le figlie del calciatore il “ricovero domiciliare” a cui doveva essere sottoposto il padre nei fatti non era tale. “Ci avevano promesso un ricovero domiciliare ma non e’ stato cosi’“, hanno affermato. Dalma e Giannina avrebbero quindi dichiarato davanti ai giudici di aver osservato che il padre era particolarmente “gonfio” negli ultimi giorni prima della morte. I magistrati hanno chiarito anche che nel quadro delle indagini sono state sentite diverse persone, compresi i parenti stretti del defunto.
“Sono a completa disposizione della giustizia“, ha dichiarato fin dall’inizio Luque, che ha eseguito un delicato intervento alla testa di Maradona il 3 novembre. “Ho messo tutto a disposizione dei magistrati, hanno avuto quello che hanno chiesto”, ha detto il medico, sottolineando che l’intera storia clinica di Maradona adesso e’ in mano agli inquirenti. “Ho dato loro anche tutti i computer e cellulari con tutti gli accessi sbloccati, sono sempre stato a disposizione”. Luque ha quindi affermato di aver fatto il possibile con un paziente difficile che considerava un amico. “So quello che ho fatto e come l’ho fatto, posso dimostrare tutto, sono assolutamente sicuro di aver fatto il meglio che si poteva fare con Diego”, ha aggiunto.
Ma anche l’ex medico personale di Maradona, Alfredo Cahe, in un’intervista rilasciata venerdi’ scorso al canale televisivo “Telefe'” aveva fatto dichiarazioni contro l’operato di Luque, affermando che il campione argentino sarebbe dovuto rimanere ricoverato in ospedale dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico. “Non e’ stato curato adeguatamente, sarebbe dovuto rimanere in ospedale, non in una casa che non era preparata“, ha detto Cahe, secondo il quale Maradona e’ morto “in un modo insolito”. “Sto cercando di capire che e’ successo realmente. Che fosse stato dimesso non mi e’ sembrato logico fin dall’inizio, sarebbe dovuto rimanere in uno stretto ricovero con una infrastruttura differente“, ha quindi aggiunto, sottolineando inoltre che “il controllo cardiovascolare non e’ stato fatto a dovere“.
La polizia, inoltre, ha fatto irruzione e perquisito la casa e lo studio medico di Agustina Cosachov, psichiatra di Maradona. La Procura ha chiesto la perquisizione delle case, al fine di trovare elementi che permettano di conoscere quali fossero le sue raccomandazioni mediche dopo l’operazione su Maradona presso la Clinica Olivos e se fossero state effettivamente soddisfatte. Prima di trasferirsi nel quartiere di San Andrés, lo psichiatra, che aveva iniziato a lavorare con Diego prima dell’operazione, aveva richiesto una serie di requisiti per continuare a prendersi cura di lui fuori dalla clinica. La maggior parte di loro non è stata portata avanti, secondo quanto riporta la stampa argentina. Domenica scorsa è stato reso pubblico il verbale con le richieste che la Cosachov ha fatto per Maradona prima del ricovero domiciliare, anche se solo una è stata esaudita: quella che indicava la presenza di un’infermiera 24 ore su 24 per assistere il Pibe de Oro.