Napoli, contagi quasi azzerati in città: la curva epidemiologica è crollata nelle 2 settimane successive agli assembramenti per celebrare Maradona

Coronavirus, a Napoli dopo 13 giorni dai tanto discussi assembramenti per onorare il ricordo di Maradona il numero dei casi è crollato in modo velocissimo. Nessuna strage, nessuna catastrofe sanitaria. Anzi, gli ospedali si stanno svuotando sempre più rapidamente
  • Foto di Ivan Romano - Getty Images
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Hanno fatto molto discutere gli assembramenti che si sono generati spontaneamente a Napoli nelle ore successive alla morte di Maradona, lo scorso 25 Novembre. In modo particolare il giorno successivo, Giovedì 26 Novembre, decine di migliaia di napoletani si sono radunati in diverse manifestazioni, fuori dallo stadio di Fuorigrotta e nella centralissima Piazza del Plebiscito, per celebrare il più grande calciatore di tutti i tempi. In molti non indossavano mascherine, nessuno di loro rispettava il distanziamento. Allo stadio è stato un vero pellegrinaggio, sono arrivate centinaia di migliaia di persone anche da fuori città per versare una lacrima, lasciare un ricordo, riporre una sciarpa o una bandiera simbolo della propria memoria nei confronti del Pibe de Oro. Nonostante la Campania fosse in “zona rossa“, la mole di persone che decidevano di celebrare Maradona era talmente tale che le forze dell’ordine non hanno potuto fare altro che ritirarsi e lasciar correre. Impossibile controllare quella marea umana, anche perchè ogni tipo di gesto restrittivo di così forti emozioni per la comunità napoletana avrebbe potuto innescare una pericolosissima miccia di disordini e comprensibili proteste.

Erano giornate particolarmente critiche per la pandemia da Coronavirus a Napoli: proprio il 25 Novembre erano stati rilevati 2.582 nuovi casi positivi in città, uno dei dati più alti dall’inizio della pandemia. Il giorno successivo, il 26 Novembre, i nuovi casi positivi erano stati 2.090 e sul territorio partenopeo c’erano almeno 70.000 positivi accertati, la stragrande maggioranza in isolamento “fiduciario” nelle loro abitazioni perchè asintomatici o paucisintomatici, quindi non bisognosi di cure ospedaliere.

Adesso sono passati 13 giorni da quelle folle e quegli assembramenti che secondo i soliti fondamentalisti del lockdown avrebbero dovuto provocare una catastrofe, una “strage” come scrivevano allarmati, nonostante si trattasse di scene che osserviamo quotidianamente in tutte le città del Paese per i trasporti e per lo shopping. E invece anche stavolta il contagio non è aumentato, anzi è diminuito. I nuovi casi sono crollati da oltre duemila agli attuali 400 giornalieri. Gli ospedali si stanno svuotando a un ritmo sempre più veloce giorno dopo giorno. E dopo due settimane, la curva epidemiologica si sta abbassando sempre più rapidamente, quindi quegli assembramenti non hanno provocato nulla di male nell’andamento della pandemia.

Eppure a Napoli c’erano già stati eventi analoghi lo scorso 17 giugno per la vittoria della Coppa Italia. Qualcuno li aveva chiamati “sciagurati, ma nonostante una città in festa senza mascherine ne’ distanziamento, il contagio rimase azzerato e gli ospedali completamente vuoti. Non solo a Giugno, ma anche nei tre mesi successivi. La seconda ondata è poi iniziata soltanto a Ottobre, con l’abbassamento delle temperature, la diminuzione delle ore di sole e l’arrivo delle piogge.

Scartando l’ipotesi di un miracolo di San Gennaro, appare quindi del tutto chiaro e palese che non sono questo tipo di comportamenti a determinare l’andamento del virus. Perchè, quindi, alla luce di queste evidenze e di questi dati si insiste con le attuali chiusure di tante attività commerciali come pizzerie e ristoranti che – tra l’altro – si erano anche attrezzate per mantenere il distanziamento? Sembra un accanimentoa assolutamente gratuito e, in ogni caso, assolutamente inspiegabile dal punto di vista scientifico. Perchè non sono certo chiusure volte a limitare il contagio: anche se dovesse essere quella l’intenzione, si tratta di un gravissimo errore. Perchè i fatti, giorno dopo giorno, ci dimostrano che non sono questi dettagli a determinare l’andamento della pandemia.

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