Tra le festività di dicembre in tutto il mondo il Capodanno in Russia fa eccezione perché si festeggia ben due volte.
Una prima volta seguendo il calendario gregoriano e quindi nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio e una seconda volta con la data del calendario giuliano tra 13 e 14 gennaio. Quest’ultimo è chiamato il Vecchio Anno Nuovo ed è la festa più sentita dai russi che imbandiscono una ricchissima tavola e aprono i doni sotto l’albero del nuovo anno.
Il doppio Capodanno in Russia
La tradizione di festeggiare il Capodanno in Russia è stata introdotta nel 1699 dallo zar Pietro il grande.
A quei tempi il Capodanno veniva celebrato a San Pietroburgo, che allora era la capitale di tutte le Russie ed era un obbligo partecipare ai festeggiamenti in piazza che avvenivano nei pressi della Fortezza di S.S. Pietro e Paolo.
Lo zar in persona presenziava alle celebrazioni e pretendeva che tutta la corte vi partecipasse; coloro che non si presentavano con il pretesto di essere malati venivano persino condotti dal medico che confermava la malattia o in caso contrario svelava i bugiardi che avrebbero subito una singolare punizione: bere un enorme calice di vodka durante i pubblici festeggiamenti.
Prima, il Capodanno in Russia veniva festeggiato l’1° settembre. Lo zar, invece, volendo seguire le tradizioni europee, spostò i festeggiamenti al 1° di gennaio secondo il calendario gregoriano.
Tuttavia, è ancora in uso celebrare anche il Vecchio Capodanno nella notte tra il 13 e il 14 gennaio seguendo il calendario giuliano in vigore nella Russia prerivoluzionaria e ancora oggi riconosciuto dalla chiesa ortodossa.
Le radici pagane del Capodanno russo
Kolyada era la dea russa del solstizio d’inverno. In tutta l’Europa orientale è celebrata come la Dea del Tempo.
Ella era ritenuta la dea dell’inverno e della Terra, si tramandava nei racconti che nel momento in cui le giornate cominciano ad allungarsi, Kolyada salisse sulla sua slitta e, vestita in tutta la sua eleganza, lanciasse i suoi cavalli a tutta velocità verso l’estate. Era l‘oscurità che guidava lo spirito nella luce.
Con l’avvento del Cristianesimo, questa festività si fuse con le celebrazioni del Natale, ma nelle canzoni della tradizione i versi ricordano ancora il nome della dea.
In passato, i giovani cantavano le melodie che citavano spesso il suo nome e accompagnavano di fattoria in fattoria una slitta in cui sedeva una ragazza vestita di bianco – che rappresentava proprio la dea benefica.
Oggi, i bambini hanno ereditato quest’usanza e si recano di casa in casa allietando la popolazione con il canto e ricevendo doni in cambio.
Le tradizioni del Capodanno in Russia
Anche l’albero decorato, l’Elka, in Russia non è l’albero di Natale ma l’albero del Nuovo Anno. In questo caso, a introdurre la tradizione di adornare le case con l’albero di Natale fu Carlotta di Prussia che quando divenne zarina rese popolare l’albero prima a San Pietroburgo e poi in tutta la Russia. Le prime decorazioni erano improvvisate figurine commestibili, noci e altra frutta secca o elementi creati con cera, cartone e cotone.
Dato che durante la Prima Guerra Mondiale l’albero era considerato un’usanza del nemico tedesco, fu per un periodo vietato ma poi ristabilito come uso nella tradizione laica legata al Capodanno, ecco perché si chiama Novogodnaya elka (l’albero di Capodanno).
I russi amano a tal punto brindare che nel Paese questo è diventato un vero e proprio rituale e che non esiste una parola unica per fare un brindisi. Il tost prende quindi la forma di un breve discorso di augurio che non dev’essere mai scontato e mai ripetitivo.
Particolarmente sentita è anche la leggenda di Babbo Natale che in Russia viene chiamato Ded Moroz, Nonno Gelo.
Le origini di Ded Moroz sono pagane e antiche ma soprattutto non sono quelle di un rubicondo benefattore: Morozko era una potente e crudele divinità del ghiaccio che poteva decidere di intrappolare nel ghiaccio persone e paesaggi per un suo semplice capriccio.
Con il tempo divenne un anziano saggio che puniva solo chi se lo meritava e interi eserciti di invasori caddero piegandosi alla sua volontà.
La cena di Capodanno
In tavola si mettono una decina di portate come: l’Olivier, l’insalata russa; l’aringa in pelliccia (un piatto nel quale il pesce viene ricoperto da diversi strati di verdure); un’insalata con carne di granchio; panini imburrati con salmone; pesce in gelatina; tartine con il caviale; l’immancabile holodez (uno sformato di carne a lunga cottura e presentato in gelatina); la torta Napoleon di derivazione francese; mandarini e champagne sovietico, così chiamato dal 1936.
Su un pezzo di carta vengono posti i desideri di ciascuno per il nuovo anno e nella torta si mette una moneta. Chiunque trovi la moneta avrà un anno ricco e felice e vedrà realizzarsi i suoi desideri.