Sanità, Gino Strada: “I cittadini stanno sperimentando sulla propria pelle un diritto negato. Dalla Lombardia alla Calabria, la storia non cambia”

Gino Strada: "Vogliamo proporre un modello nuovo, che nasce dalla medicina di base, dove non si spende un euro in più ma neanche uno in meno"
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Siamo nell’unica Regione al mondo che destina il 70% del suo bilancio alla Sanità, con risultati fallimentari. La gente scende in piazza, fa i cortei in auto in zona rossa invocando il diritto alla Salute: anche il governo si sarà fatto qualche domanda. Del resto Conte mi ha detto: ho parlato con Macron, per prima cosa mi ha chiesto della Calabria“: è quanto ha affermato Gino Strada, in un’intervista a Repubblica, che si sofferma sul suo impegno in Calabria.
C’è certamente una questione criminale, le cosche sono state sottovalutate, fiancheggiate, tollerate. In certe aree hanno aperto e gestito laboratori di analisi e cliniche. Entro domani incontro il commissario Longo. Ma se l’Italia sposta verso il privato 25-30 miliardi di bilancio, non dobbiamo stupirci se poi arriva la ‘ndrangheta. La Salute non è più un diritto, ma un bene di mercato, legale e illegale. E le truffe alle Asl non sono un’esclusiva calabrese“.
Ci sono ospedali come quello di Cariati che potrebbero riaprire in poche settimane. Altri come Gerace, costruiti e mai aperti. Emergency è pronta a prendere in carico una di queste strutture, naturalmente con tutte le questioni legali a posto. Sappiamo costruire e gestire, l’ultimo progetto è firmato Renzo Piano“.
Vogliamo proporre un modello nuovo, che nasce dalla medicina di base, dove non si spende un euro in più ma neanche uno in meno. Emergency lavorerà anche nelle Usca, le unità di continuità assistenziale, in molte zone del nostro Paese non hanno funzionato. Con un’attenzione maggiore al territorio, avremmo evitato il sovraffollamento degli ospedali. Dobbiamo assistere le persone anche a casa loro, ci vuole più prevenzione. E con più cautele e meno omissioni – vedi la storia delle mascherine vietate al Trivulzio – ci sarebbero state meno vittime”. “Diciamo che anche la pandemia non è un’operazione democratica, non colpisce tutti allo stesso modo. Aumenta le disuguaglianze, e la Calabria ne è la prova: lo scheletro di un sistema. Ho letto il piano del governo, è tutto al futuro, un ‘si farà’ dopo l’altro, ma qui c’è bisogno di raggiungere dei risultati ora. Lanciamo a un appello agli operatori sanitari, e naturalmente ai sostenitori: Emergency ha bisogno di voi. Non solo negli ambulatori ma anche nei progetti come ‘Nessuno escluso’: assistenza e distribuzione di beni di prima necessità, da Piacenza a Napoli“. “I cittadini stanno sperimentando sulla propria pelle un diritto negato. Dalla Lombardia alla Calabria, la storia non cambia. Lo stesso concetto della lista d’attesa è odioso. E spesso la fretta di farsi visitare vince sulla qualità dell’intervento, non è detto che dalla competizione venga sempre fuori il meglio. Se poi guardiamo al vaccino anti-influenza, non lo trovo io in Lombardia e -come leggo- nemmeno a Roma“.

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