Gli eventi come i terremoti e le violente ondate di maltempo, sommati alla scarsa manutenzione del territorio, portano a danni irreversibili in particolare in riferimento alle fasce più deboli della popolazione: pensiamo alle scuole e al fatto che molte sono state costruite in aree a rischio idrogeologico, ma anche sismico.
Sul tema è intervenuto l’ing. Alessandro Martelli, luminare di fama internazionale ed esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA.
In un’intervista a Overshoot, su Radio Radicale, l’esperto ha affermato: “Purtroppo l’emergenza Covid ci fa dimenticare gli altri gravi rischi che incombono sul nostro territorio, che mettono in pericolo la vita della gente. Parlo sia delle inondazioni, delle alluvioni, ma anche del terremoto, che è l’argomento di cui mi occupo dal 1978, quindi non da ieri“. “Il 70% dell’edificato italiano rimane a rischio simico, perché non è adeguato a reggere ai terremoti a cui potrebbe venire soggetto, se non altro perché ne è rimasto soggetto in passato“.
Come ha spesso sottolineato, Martelli ha ricordato che in Italia “ci si dimentica di questo problema, perché si passa da un’emergenza all’altra“.
“L’argomento che mi preoccupa di più, al quale sono più legato – ha proseguito l’esperto – è la sicurezza sismica delle scuole, che rispecchiano quella stessa percentuale di insicurezza di cui parlavo prima: ricordiamo tutti la scuola di San Giuliano di Puglia, crollata a causa più dell’uomo che del terremoto, nel 2002“. “Credo che occorra finalmente mettere mano a una corretta prevenzione sismica“. “Io personalmente ho lanciato nei giorni scorsi una petizione, al governo, ai governatori, ai segretari di partito, perché si attuino finalmente queste politiche, senza dovere aspettare il prossimo terremoto e contare nuovamente i morti, soprattutto bambini“.
Le scuole, ha concluso l’esperto, “hanno una resistenza solo leggermente superiore alla media degli altri edifici italiani, quando parlo di 70% di insicuro, parlo anche di 70% di scuole insicure, e metterle a posto si può, abbiamo tutte le tecnologie per farlo, dagli anni ’70, non ci sono scuse“.