Dopo il terremoto di magnitudo 3.9 che alle 11:57 di stamattina ha colpito l’Aspromonte, in Provincia di Reggio Calabria, l’INGV spiega che dal 1985, nell’area compresa entro 30 km dall’epicentro, si sono verificati 62 terremoti di magnitudo pari o superiore a 3.0, tra i quali 2 con magnitudo superiore a 4.0: magnitudo 4.5 e 4.4, ma entrambi più profondi (45-50km) e localizzati sul lato tirrenico. La sismicità è prevalentemente crostale e quella più profonda è legata alla subduzione della placca ionica sotto la Calabria.
Il terremoto di oggi – aggiunge ancora l’INGV – è avvenuto in un’area colpita storicamente da terremoti anche molto distruttivi. L’epicentro ricade molto vicino all’epicentro stimato per il terremoto del 23 ottobre 1907 che ebbe una magnitudo Mw pari a 6.0 e che provocò effetti fino al 9° grado della scala Mercalli a Ferruzzano. Ben 35 località ebbero un’intensità pari a 8° o superiore.
Guardando la storia sismica di Roccaforte del Greco, la località più prossima all’epicentro odierno, si vede che sono riportate notizie storiche a partire dalla sequenza del 1783 e che almeno 8 volte si è superata la soglia del danneggiamento (6° Mercalli). Il più forte risentimento fu il 28 dicembre 1908 con il terremoto di Reggio Calabria e Messina: con una magnitudo pari a 7.1 provocò un’intensità pari all’8°-9° grado Mercalli.
La storia sismica nota per l’area e la presenza di strutture sismogenetiche in grado di rilasciare terremoti molto forti sono le ragioni principali della pericolosità sismica molto alta di questa area, tra le più alte in Italia. Alti valori di pericolosità sismica significa non solo che si possono verificare scuotimenti del suolo molto elevati, ma anche che la probabilità, ovvero una frequenza, più alta che si verifichino.
La mappa di scuotimento calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC mostra dei livelli di scuotimento fino 5° grado Mercalli.