“Non è ammissibile quanto successo in questi giorni in diverse località della Lombardia dove ben 5 cani sono morti folgorati dalla corrente emessa dai tombini e dai faretti incastrati nella pavimentazione, ed oltre ai cani anche il giovane conduttore di uno di loro è finito in ospedale dopo aver ricevuto una scarica elettrica, queste cose non devono succedere né agli uomini, né agli animali, per questo motivo l‘Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente – AIDAA lunedì invierà cinque esposti denuncia contro i sindaci di Milano, Cesano Boscone, Bareggio, Como e Tavazzano per la mancata pulizia e manutenzione dei tombini che colmi d’acqua hanno fatto da conduttori di corrente causando in circostanze e luoghi diversi la morte di cinque cani”. Così scrive in una nota l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente in merito ai cinque cani morti folgorati nelle ultime ore in Lombardia.
Ultimo grave caso a Milano, dove un cane di razza Lagotto è rimasto ucciso dalla corrente dispersa da un faretto interrato, in questo caso anche il suo conduttore è finito in ospedale colpito da una forte scossa elettrica. Quello della dispersione di corrente è un fenomeno dovuto spesso alla mancata manutenzione dei tombini, che pieni d’acqua e a contatto con fili elettrici scoperti diventano conduttori micidiali di corrente che è stata fatale per cinque cani, mentre uno si è salvato per miracolo.
La folgorazione avviene a causa di un fenomeno che si verifica, a volte, a seguito delle nevicate: neve e ghiaccio finiscono all’interno dei tombini, formando così un ‘effetto ponte’. La neve fa da conduttore, l’elettricità esce dal pozzetto. Così, i cani, passando sopra il manto stradale bagnato vicino al tombino, vengono colpiti da una violenta scarica che può causarne la morte.
LA STORIA
I veterinari hanno tentato di rianimare Kaos, ma inutilmente: era sopraggiunta la morte cerebrale. Lo studente, sotto choc, ha cominciato ad avvertire tachicardia e altri sintomi ed è stato portato in ospedale, dove ha trascorso una notte in osservazione. “Kaos è morto e io sono distrutto, ma ho ancora davanti a me la scena: vicino a noi c’erano dei bimbi che giocavano a rincorrersi, che cosa sarebbe successo se qualcuno di loro fosse caduto e magari con le mani nude avesse toccato l’asfalto bagnato?”, si chiede lo studente. La famiglia del giovane valuterà ora gli estremi di per un’eventuale azione legale.