Le Alpi Giapponesi offrono uno scenario di grande prestigio naturalistico con alcune delle cime più alte dell’arcipelago nipponico come il Monte Kita, il Monte Hotaka e il Monte Ontake che superano i 3.000 metri di altitudine e sono riconosciuti come paradiso di escursionisti e alpinisti.
Ma le Alpi nipponiche offrono anche spettacoli tanto effimeri quanto suggestivi qual è quello del Corridoio della Neve di Tateyama: una strada che passa attraverso pareti ci neve che possono anche arrivare a superare i 18 metri.
Il Corridoio della Neve di Tateyama
Le abbondanti nevicate in territorio nipponico portano, infatti, la neve ad accumularsi fino a raggiungere altezze vertiginose, questo accade soprattutto nella prefettura di Nagano, dove si trova la Tateyama Kurobe Alpine Route e in cui ogni anno viene scavato un corridoio di neve chiamato Yukina-Otani (cioè strada di neve) e che permette ai pullman e alle semplici auto di visitatori e sciatori di percorrere le strade tra pareti di neve che possono arrivare anche a 18 metri.
Sebbene oggi l’impresa di liberare la vallata di 500 metri più interessata dal fenomeno sia compiuta con l’aiuto degli strumenti più moderni come il GPS e i mezzi spalaneve più sofisticati, il cielo azzurro delle giornate più limpide che contrasta con il bianco ottico delle pareti rappresenta ancora uno dei maggiori richiami delle Alpi Giapponesi.
Non sarà difficile incontrare migliaia di visitatori intenti a scattare fotografie incantate di uno spettacolo che non si può definire se non surreale.
Le Alpi giapponesi: un nome nuovo per monti antichi
Da sempre, infatti, quando un esploratore arriva in una terra lontana, ribattezza i luoghi che incontra con nomi che spesso richiamano un luogo già conosciuto dalla cultura dalla quale proviene.
In questo caso fu l’archeologo inglese William Gowland, sul finire del XIX secolo, che chiamato in Giappone per aiutare la modernizzazione del Paese, e passando il suo tempo libero nella pratica dell’alpinismo si imbatté nella catena montuosa dell’Hida, un massiccio che attraversa le prefetture di Nagano, Toyama e Gifu e non poté fare a meno di essere rapito dalla stessa alchimia di storia e natura delle nostre Alpi.
Fu così che divenne il primo esploratore occidentale a scalare questi monti che ribattezzò appunto con il nome di Alpi Giapponesi, portando nel tempo persino gli stessi Giapponesi a usare il termine Nihon Arupusu, calco letterale di Japanese Alps.
Le Alpi giapponesi sono una serie di catene montuose distribuite lungo l’isola principale di Honsh? e si riferiscono a: i Monti Hida, i Monti Kiso e i Monti Akaishi.
Gli antichi villaggi nelle Alpi giapponesi settentrionali
I Monti Hida si trovano all’interno del Parco Nazionale di Chubu Sangaku in cui si possono ammirare le acque dell’Azusa, qui, su ogni lato del fiume, i sentieri escursionistici sono organizzati con diversi percorsi possibili in base al livello di forma fisica e di difficoltà.
Taisho Pond, invece, è ideale per una passeggiata di 3 chilometri e mezzo con uno splendido scenario che consente di ammirare l’acqua pura e gli alberi morti che rimangono al centro dello stagno: questi alberi hanno 100 anni e sono dovuti ad un’eruzione nel 1915.
Sull’Altopiano di Hida vi sono alcuni villaggi, tra cui il più conosciuto è forse quello di Ogimachi, in cui si possono ammirare i tradizionali casali dal tetto in paglia realizzati nello stile gassho-zukuri, che si traduce letteralmente con “mani giunte”.
Sono una straordinaria testimonianza dell’antica cultura locale e per questo dal 1995 sono tutelati dall’Unesco in qualità di Patrimonio dell’Umanità.
Sebbene un tempo ospitassero numerose famiglie anche di venti persone e si sviluppassero anche su tre piani, oggi solo alcune sono ancora abitate dai contadini, mentre altre sono state trasformate in musei del folklore, tipiche locande chiamate ryokan, o musei che illustrano l’attività presente nella zona della preparazione della carta washi: una carta fatta a mano attraverso l’uso di fibre vegetali del gelso, del bambù, della canapa del riso o del frumento.
Nelle Alpi giapponesi centrali per l’escursione nelle nuvole
Proprio sul lato orientale della catena vi è la funivia Komagatake che conduce a 2.600 metri di altitudine e, grazie a quella che viene definita “l’escursione nelle nuvole”, svela un paesaggio alpino straordinario punteggiato da specie rare di flora.
Qui, nel circo di Senjojiki, che si chiama in questo modo perché la sua area copre l’equivalente di 1.000 tatami, che in giapponese si dice “sen-jo” e fu scolpito naturalmente dai ghiacciai 20.000 anni fa, nella stagione invernale, opera una rinomata stazione sciistica.
Tradizione e cultura delle Alpi meridionali
Qui, nella prefettura di Nagano si erge il Monte Ontake, il secondo vulcano attivo più alto del Giappone dopo il Fuji con i suoi 3.067 metri, le ultime eruzioni che risalgono al 2007 e 2014 non fermano i pellegrini che lo considerano una montagna sacra.
In primavera e in autunno, i Festival kabuki (rappresentazione teatrale giapponese) del villaggio di Oshika attirano numerosi visitatori, così come in primavera in occasione del famoso Festival dei ciliegi in fiore che si svolge nel Parco del Castello di Takato.
Nel territorio delle Alpi Giapponesi si trova anche il Castello del Corvo presso la città di Matsumoto, conosciuto con questo nome per via delle sue mura nere e delle ampie tettoie che appaiono come ali pronte a dispiegarsi.
Questa imponente struttura, costruita nel XVI secolo conserva intatta la forza della sua mole e si staglia sullo sfondo delle montagne imbiancate con una struttura piuttosto complessa che si basa su un imponente mastio centrale circondato da un ampio fossato, mentre la struttura interna si suddivide in piani, tra i quali i più alti erano destinati al daimoy?, in qualità di residenza e punto strategico da cui dominare la zona circostante.