Il coronavirus ha causato conseguenze devastanti in tutto il mondo, ma a rendere la situazione ancora più difficile sono state le misure adottate dai Paesi, Italia compresa, che hanno costretto la popolazione a restare chiusa in casa, vivendo in un clima di allarmismo e terrore. A causa di chiusure e lockdown sono aumentati in maniera incredibile i ‘malati di Covid’, ovvero coloro che ogni giorno combatto con l’ansia, con la depressione e con la paura di affrotare la vita, che in questi mesi sono aumentate sempre più. A confermare l’aumento di queste persone è stata Emilia Laugelli, responsabile del Centro Antisuicidi voluto dalla Regione Veneto nel 2012 per fronteggiare i casi di imprenditori che si suicidavano a causa della crisi economica: da marzo a fine 2020 le richieste di aiuto sono scoppiate, passando a 3200.
“Oggi assistiamo ad una differenza sostanziale: nei primi mesi del lockdown i colloqui riguardavano tutte le fasce di eta’, soprattutto tra i 30-50 e i 50-70 e il tema era la paura, ora tutte le richieste riguardano la gestione della positivita’ al virus e l’eventuale aggravarsi della situazione. Una sola persona ha manifestato intenti suicidari per tutti gli altri l’aiuto psicologico riguarda la gestione degli attacchi di panico e dell’angoscia. A telefonarci sono soprattutto uomini, incapaci di reagire con equilibrio a quanto sta accadendo“, ha dichiarato Laugelli.
“E’ di almeno il 30% la quota di telefonate in piu’ che riceviamo nella sede di Padova della De Leo Fund e penso che le conseguenze dello scompenso psicologico avvertito a causa del Covid saranno smaltite solo nel lungo periodo”, ha aggiunto il professor Diego De Leo, padovano, Past-President dell’Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio e co-fondatore e Past-President dell’Accademia Internazionale per la Ricerca del Suicidio. La pandemia comporta ansia, paura, angoscia, conclude, per le quali “l’unica attuale compensazione e’ l’opportunita’ di far crescere solidarieta’ e senso di comunita’“.