Il vizio del gioco d’azzardo viene ormai trattato nelle aule giudiziarie come una vera e propria malattia mentale. L’ultima notizia in merito, in ordine di tempo, riguarda la perizia psichiatrica per un caso di ludopatia , disposta oggi dal Tribunale di Torino nell’ambito di un processo a un ex insegnante di scuola media accusato di peculato. Il professore, che aveva il vizio del gioco, si sarebbe impadronito di 11 mila euro che avrebbero dovuto essere destinati all’organizzazione di gite scolastiche. A chiedere la perizia è stato il suo difensore, l’avvocato Luca Paparozzi.
Il termine ludopatia si riferisce alla condizione di dipendenza dal gioco d’azzardo. Si tratta a tutti gli effetti di gioco d’azzardo patologico (G.A.P.).
Sintomi della ludopatia
- Bisogno di giocare quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
- Irrequietezza o irritabilità se si riduce o si sospende il giocare.
- Ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare.
- Presenza di pensieri persistenti inerenti il gioco (es.: la persona ha pensieri persistenti, rivive passate esperienze di gioco, analizza gli ostacoli e pianifica la prossima giocata, pensa ai modi di ottenere denaro con cui giocare, etc…).
- La persona gioca quando si sente a disagio (es.: indifeso/a, colpevole, ansioso/a, depresso/a).
- Dopo aver perso denaro (anche cifre ingenti) spesso torna a giocare per ritentare (”rincorrere” le proprie perdite).
- Menzogne per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco.
- Compromissione delle relazioni significative, problemi sul lavoro o con lo studio a causa del gioco.
- Richieste agli altri per procurarsi il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie causate dal gioco.
Prevalenza, decorso e familiarità della ludopatia
Il gioco patologico può:
- indurre ex-novo un disturbo psichiatrico;
- avere l’effetto di scatenare una manifestazione di un disturbo psichiatrico rimasto latente;
- causare la recidiva di un disturbo psichiatrico preesistente (com’è vero anche il contrario).
Per questo motivo una valutazione diagnostica iniziale e la rivalutazione della stessa durante l’intervento sono fondamentali. (Fonte: Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva)