La natura selvaggia dell’Alaska

Un ambiente naturale inviolato e indomabile, ambito dai cercatori d'oro e dai naturalisti a caccia di avvistamenti di aurore boreali, ghiacciai e grizzly: è questa la natura selvaggia dell'Alaska
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Jack London era rimasto così affascinato dalla natura selvaggia dell’Alaska da lasciarsi ispirare più di un romanzo tanto che ancora oggi viene definito lo scrittore americano del Grande Nord.
Quello nei Parchi Nazionali dell’Alaska è un viaggio spettacolare dove la fauna e l’incantevole cornice paesaggistica fanno dello Stato USA con il suo ambiente naturale inviolato e indomabile, la meta di un’esplorazione unica ed irripetibile.

L’Alaska terra di cercatori d’oro e natura incontaminata

Era il 1867 quando l’America comprò l’Alaska dalla Russia per 7,2 milioni di dollari, spesa che non fu accolta positivamente dall’opinione pubblica che considerava il territorio, a buon ragione, inospitale.

Le opinioni furono presto ribaltate quando nel 1896 proprio in Alaska venne scoperto l’oro e iniziarono a confluire sul territorio i cercatori che avrebbero dipinto una pagina intensa di storia ma anche di letteratura, grazie alle pagine di autori come Jack London che in romanzi come “I cercatori d’oro del Grande Nord” o “Zanna Bianca” raccontava la vita dei primi minatori che arrivarono in Alaska con queste parole: “Nella loro incessante ricerca del tesoro giallo attraversarono la Terra in tutte le sue direzioni ed esplorarono innumerevoli fiumi sconosciuti in canoa. Con racchette da neve e cani aprirono la strada attraverso migliaia di miglia di silenzio bianco, dove prima nessun uomo aveva camminato, avanzando difficilmente sotto il sole di mezzanotte”.

Oggi l’Alaska non ha esaurito le sue ricchezze e dall’oro giallo si è passati alla ricerca dell’oro nero, infatti, si continuano a trovare bacini petroliferi che vengono sfruttati dalle industrie estrattive; nonostante ciò, l’ecosistema resiste miracolosamente intatto anche grazie all’istituzione degli 8 Parchi Nazionali.

L’Alaska è lo stato più esteso degli USA, ma anche quello meno popolato con appena 700.000 abitanti, la metà dei quali vive nell’area metropolitana della città di Anchorage.
Si tratta dell’unico stato americano continentale separato dagli altri 48 da circa 800 chilometri di territorio canadese ed è lo Stato più estremo del continente americano con un clima fortemente ostile e immense distese di natura selvaggia.

Se la regione dell’Alaska Panhandle (letteralmente “manico di padella”), quella in cui si trova la capitale Juneau, è percorsa da estese foreste e numerosi ghiacciai che arrivano sino al mare; la zona sud-occidentale dello Stato è tormentata dai forti venti del Mare di Bering che ospita una grande varietà di mammiferi marini.
Lo Yukon all’interno dello Stato è uno dei numerosi fiumi ramificati che si sviluppano nella tundra artica nella quale sorgono villaggi indigeni e piccolissime cittadine.

Sono questi i luoghi, della natura selvaggia dell’Alaska, perfetti per un viaggio avventuroso per gli amanti della natura che possono scegliere tra ghiacciai e foreste, tra fiumi e monti, in cui osservare animali in libertà e scenari maestosi unici al mondo.

Fauna e natura selvaggia nei Parchi Nazionali dell’Alaska

Nei parchi vivono grandi predatori come i lupi, i grizzly, i coyote, le volpi e gli orsi neri, tuttavia questa fauna è pericolosamente minacciata dalle nuove regole che intervengono sulle restrizioni entrate in vigore nel 2015 sulla caccia degli animali selvatici dell’Alaska.

Nel Kenai Fjords National Park si possono osservare, le aquile reali, i girifalchi e le aquile testa di mare, i rapaci esclusivi degli USA di cui sono il simbolo nazionale.

A Brookes Falls nel Katmai National Park, istituito nel 1980, si possono effettuare emozionanti safari fotografici perché qui è tutelata una delle più grandi popolazioni di orsi ed è possibile incontrare i maestosi grizzly che, durante la risalita dei salmoni, pescano fino a 30 pesci al giorno.

I grizzly hanno trovato il proprio habitat ideale proprio nei parchi dell’Alaska.

Questi giganti sono una sottospecie nordamericana dell’orso bruno, da cui si distinguono anche per la tipica gobba, essi prendono il nome dalla pelliccia brizzolata, in inglese appunto grizzled.
Nonostante le imponenti dimensioni sono inaspettatamente agili e possono raggiungere una velocità di 48 chilometri orari.

Il Parco di Denali è dominato dal Monte McKinley, fu chiamato così nel 1896 in supporto all’allora candidato alla presidenza statunitense, e con i suoi 6.194 metri è la vetta più elevata del Nord America.

Solo nel 1961 una spedizione italiana guidata da Riccardo Cassin riuscì a conquistare per la prima volta la parete sud del Monte McKinley che rimane un luogo misterioso tutt’oggi con la sua punta della montagna sempre coperta da nubi per uno strano fenomeno atmosferico.

Sembra, infatti, che solo a meno del dieci per cento dei visitatori sia concesso di vedere la montagna giganteggiare in tutta la sua interezza.

Dalle acque immobili del Wander Lake è possibile vedere specchiata tutta la catena del Denali, ma è concesso di ammirare i monti anche a bordo del treno panoramico Alaska Railroad che costeggia il fiume Susitna frequentato da alci, orsi, bighorn bianchi e caribù.

 

A proposito di questi ultimi, sopra al Circolo Polare Artico si trova il Parco Nazionale Kobuk Valley dove, due volte all’anno, mezzo milione di caribù migrano verso nord in primavera e verso sud in autunno.

Uno spettacolo che mostra come la natura selvaggia dell’Alaska dovesse apparire nella notte dei tempi.

I ghiacci dell’Alaska

Al Glacier Bay National Park, istituito nel 1980, non esistono strade che possano condurre i visitatori, poiché per raggiungerlo occorre prendere un traghetto o salire su un piccolo velivolo in partenza dal villaggio di Gustavus.

Già un secolo prima, questo territorio estremo era stato visitato da John Muir che voleva trovare conferme in Alaska sulla sua teoria dell’origine glaciale della Yosemite Valley. Ma lo studioso fu solo il primo di una schiera di naturalisti e scienziati che visitarono il parco per svolgere le loro ricerche, ottenendo tra gli altri il risultato di portare all’attenzione del mondo questa straordinaria area.

Una delle esperienze che non si possono assolutamente perdere in Alaska è l’escursione in kayak in mare aperto, fin alla base di uno dei suoi ghiacciai. I più fortunati hanno la possibilità di effettuare un passaggio in mezzo ai grandi banchi di meduse fluorescenti, ma a tutti l’esperienza garantisce l’avvicinamento ai ghiacciai che accolgono i visitatori più avventurosi con il fragoroso boato dei degli immensi blocchi di ghiaccio che finiscono in mare come piccoli iceberg tra cui scivolare sulle acque.

Qui, nel Glacier Bay National Park, infatti è possibile osservare il fenomeno del “calving” che vede i blocchi di ghiaccio staccarsi dal ghiacciaio per terminare il loro percorso tuffandosi nel mare.

Navigando da Anchorage verso Valdez, in una crociera sulle acque del Prince William Sound, lungo il percorso si può avvistare la fauna marina e tra i fiordi soffermarsi ad ammirare il Columbia Glacier, uno dei più grandi e spettacolari ghiacciai marini di tutta l’Alaska.

Ma L’Alaska è anche un paradiso per i cacciatori delle “luci del Nord” che possono osservare l’Aurora Boreale illuminare il cielo tutto l’anno, tuttavia, per vivere lo spettacolo più intensamente possibile il periodo migliore è quello che va dalla fine di agosto agli inizi di aprile.

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