“Cominciano a esserci segni della presenza della variante inglese di Sars-Cov-2 in Italia. Cominciamo a vedere alcune situazioni, dei Comuni con focolai significativi. E c’è una certa preoccupazione. Anche per noi la tempistica di diffusione potrebbe essere quella prevista dalle proiezioni in Francia” dove, secondo un report firmato fra gli altri dalla scienziata italiana Vittoria Colizza, si ipotizza che la variante Gb possa diventare dominante entro fine febbraio-metà marzo. “E potrebbe succedere anche da noi così”. A esprimere preoccupazione per la velocità di diffusione della variante inglese e delle prospettive che anche in Italia possa correre è il virologo dell’università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco. Qual è la situazione in Italia “non è perfettamente chiaro, sicuramente qui non c’è al momento un’attività di sequenziamento” sui campioni positivi “sistematica e massiccia come per esempio sembra esserci in Francia”, spiega all’Adnkronos Salute. Ma casi come quello di Guardiagrele, in Abruzzo, dove sono stati rilevati diverse decine di contagi correlati alla variante Gb “sono un segnale da non sottovalutare“.
“Anche perché in questo caso – prosegue Pregliasco – non è stato trovato un link con la Gran Bretagna o viaggi all’estero, manca ancora una volta il paziente zero. Considerata, come dicevamo, l’assenza di sistematicità dell’attività di sequenziamento nel Paese, può anche essere che la variante stia circolando indisturbata e non ne abbiamo contezza”. “E’ fondamentale aumentare il sequenziamento, dobbiamo usare l’epidemiologia molecolare come un elemento fondamentale per tracciare l’evoluzione e la catena di contagio – avverte – Serve un network istituzionalizzato. In Italia ci stiamo ancora organizzando e c’è carenza di questa attività. Ma da parte dei laboratori c’è stata una richiesta di aiutarci con finanziamenti ad hoc per avere una rete più strutturata. Anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) è propenso a spingere in questa direzione. Perché oggi vediamo questi focolai che nascono così in maniera isolata ma se incontrollati potrebbero spingere ancora una volta in alto i numeri”.
Ma è preoccupare maggiormente è la variante brasiliana di Sars-Cov-2. Quanto è pericolosa? “Non c’è ancora certezza su questo, mancano dati che ci dicano se è coperta dal vaccino attuale, ma certo è un elemento che ci preoccupa particolarmente. E possiamo dire che le mutazioni che caratterizzano la variante brasiliana, così come quella sudafricana, rendono entrambe più preoccupanti della variante Gb“, spiega ancora Pregliasco. “Se la variante Gb preoccupa per la maggiore trasmissibilità, quella brasiliana preoccupa perché potrebbe non esserci un’efficacia completa rispetto al vaccino e agli anticorpi. Mentre, da questo punto di vista, per la variante inglese ci sono alcuni dati che sostanzialmente indicano che il vaccino funzionerebbe. Ecco perché – sottolinea – è importante monitorare la circolazione di queste varianti anche in Italia, aumentando l’attività di sequenziamento e isolamento virale“.