La scuola è sempre più sacrificata nella gestione dell’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2. Con la definizione delle nuove fasce di rischio, in alcune regioni si arriva alla chiusura di altre scuole, mentre altre regioni stanno decidendo in autonomia di posticipare la data del rientro in classe. Ecco le decisioni comunicate da alcune regioni.
Lombardia in zona rossa: chiuse superiori e secondo e terze medie
Per l’effetto combinato della zona rossa e del nuovo Dpcm del governo, in Lombardia le scuole superiori, che avrebbero dovuto riprendere in presenza al 50% gia’ da lunedi’ 18, rimarranno chiuse. Non solo, ma anche le seconde e terze medie, che svolgevano lezioni in presenza, dovranno subire un nuovo stop e tornare alla didattica a casa. Il Dpcm prevede infatti che le attivita’ didattiche nelle zone rosse sono previste in presenza dalla scuola dell’infanzia al primo anno di scuola secondaria di primo grado. Si deve adottare la didattica a distanza invece dalle seconde classi di scuola secondaria di primo grado fino all’ultima classe delle superiori. Si e’ rivelata cosi’ una crudele illusione quella generata dal Tar della Lombardia, che aveva approvato il ricorso di un comitato di genitori contro l’ordinanza della Regione che aveva chiuso le scuole fino al 25 gennaio. I prefetti e gli Uffici scolastici avevano cosi’ fissato la data della ripresa delle lezioni in presenza per le scuole superiori dal 18 gennaio, ma ora la situazione si e’ nuovamente capovolta.
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In Sardegna, superiori a casa fino al 31 gennaio
Il 4 gennaio scorso e’ partito dall’Ogliastra lo screening regionale di massa per il Covid, coordinato dal consulente Andrea Crisanti, assieme alla campagna di vaccinazione: l’ordinanza Solinas vi fa riferimento fra le motivazioni del rinvio del ritorno in classe per gli studenti delle superiori, sostenendo che screening e vaccini comportano un “inevitabile sovraccarico delle strutture ospedaliere e di ogni attivita del sistema sanitario regionale”. E’ necessario, dunque, argomenta il presidente della Regione, ridurre al minimo le possibilita’ di assembramento “limitando le occasioni di spostamento”, incluse quelle per l’attivita’ didattica in presenza. Una settimana fa, quando Solinas ha assunto la decisione, l’incidenza dei casi positivi al coronavirus in Sardegna era di 73 ogni 100 mila abitanti, con un Rt medio di 0.83. L’ordinanza, comunque, fa salva “la possibilita’ di svolgere attivita’ in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori strutturati e attrezzati non fruibili da remoto” e le esigenze degli alunni con disabilita’ e con bisogni educativi speciali”.
Secondo il presidente della Regione, “le misure fin qui adottate a livello statale e regionale non hanno determinato il contenimento del contagio in maniera tale” da consentire la didattica in presenza, seppure al 50%. Consentire ai ragazzi di tornare in aula – si legge nell’ordinanza – “comporterebbe probabili assembramenti nei pressi delle istituzioni scolastiche, con correlato rischio di diffusione del contagio” nelle famiglie. Quanto alla riorganizzazione del trasporto pubblico locale, necessaria per garantire la sicurezza della mobilita’ degli studenti, il potenziamento e’ rinviato alla ripresa delle lezioni. “L’ennesimo rinvio della riapertura delle scuole superiori dimostra – qualora non fosse chiaro – che l’istruzione e’ l’ultima delle priorita’ nelle agende politiche”, protesta il coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto della Sardegna. “L’idea che la didattica digitale integrata possa sostituire la scuola in presenza, dimostra il disinteresse generale verso la socializzazione, l’inclusione, la partecipazione, la collaborazione tra pari; distrugge la sana ambizione e valorizzazione personale, che sono le basi per la crescita di uno studente affinche’ possa diventare adulto. La didattica digitale integrata aumenta le difficolta’ di apprendimento dovute alle differenze sociali e alla inadeguatezza degli apparati informatici, determina la disuguaglianza, che nella scuola si concretizza in un diritto a ricevere le stesse opportunita’ educative per tutti i ragazzi e le ragazze, come sancito dalla Costituzione”. Secondo il coordinamento, la dad “aumenta il tasso di dispersione scolastica: dal punto di vista territoriale, e riferendoci ai dati dell’ultimo quinquennio, la Sardegna e’ la Regione ad avere la maggior percentuale di studenti dispersi, con un tasso del 37,4% a fronte del 14,5% nazionale, ben oltre l’obiettivo del 10% che l’Unione Europea ha fissato per la fine del 2020”.
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In Piemonte, da lunedi’ ritorno in classe al 50%
Da lunedi’ ritorno in classe per il 50% degli studenti delle scuole superiori piemontesi. Lo ha confermato il presidente della regione Alberto Cirio, spiegando che la ripartenza e’ possibile “anche grazie al Piano Scuola Sicura che la regione ha messo in campo ed a un enorme lavoro fatto con i prefetti, i territori e il mondo scolastico e dei trasporti per garantire la ripresa in sicurezza”. Cirio pero’ ammonisce “non abbasseremo la guardia e monitoreremo la situazione a scuola ogni giorno, per intercettare subito eventuali criticita’ ed intervenire in modo immediato con misure piu’ restrittive”.
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Inoltre le scuole secondarie di secondo grado e i Cpia devono adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica”, “in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali” “garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”. “Le Istituzione Scolastiche – conclude – devono comunicare, ogni lunedì della settimana, all’Ufficio Scolastico Regionale e al Dipartimento della Salute, attraverso la procedura predisposta sulla piattaforma www.studioinpuglia.regione.puglia.it, il numero degli studenti e il numero del personale scolastico positivi al Covid-19 o in quarantena, nonché tutti i provvedimenti di sospensione dell’attività didattica adottati a causa dell’emergenza Covid”.
La Liguria rimanda il ritorno in classe delle secondarie superiori
La Regione Liguria ha posticipato di un’altra settimana il ritorno in classe degli studenti delle scuole secondarie superiori: il governatore, Giovanni Toti, ha firmato nelle scorse ore l’ordinanza che proroga la Dad per ulteriori 7 giorni, “tenuto conto della situazione epidemiologia”. Nella settimana che si sta per concludere, la Liguria aveva “prudenzialmente” rimandato l’ingresso in aula dei ragazzi, nonostante la regione fosse in fascia gialla. Da domani, invece, la Liguria passera’ in zona arancione, quindi con un coefficiente di rischio contagio maggiore: al momento dell’analisi dei dati, riferiti a due settimane fa, l’Rt ligure e’ risultato pari a 1,15, cosa che ha portato la regione in arancione. Per questo la decisione di tenere gli studenti delle secondarie superiori a casa e’ stata confermata.
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In Umbria si rientra il 25 gennaio
L’attivita’ di screening si svolgera’ all’esterno delle farmacie aderenti – comunali e private – grazie a tensostrutture e camper messi a disposizione dalla Croce Rossa. Ragazzi e docenti potranno effettuare l’esame da soli, con l’aiuto del farmacista, che in tempo reale, attraverso un mezzo di contrasto, definira’ il risultato. In caso di positivita’, scattera’ l’isolamento fiduciario in attesa del tampone molecolare, eseguito dai servizi di igiene del territorio. Lo screening proseguira’ anche dopo il rientro in classe, sul modello di altre Regioni, tra cui l’Emilia Romagna. “Questa attivita’ permettera’ di valutare la situazione epidemiologica per eta’ e classi, in modo da studiare anche la curva di trasmissione del virus a livello familiare”, ha spiegato l’assessore Paola Agabiti.
In Calabria, superiori in classe da febbraio
Le scuole secondarie superiori della Calabria torneranno in presenza dal mese di febbraio, dopo il blocco imposto dalla Regione fino al 31 gennaio. L’ordinanza del presidente facente funzioni Nino Spirli’ ha, infatti, preferito evitare la ripresa delle lezioni considerato l’andamento del virus. Nel frattempo sono riprese le lezioni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, dove gli alunni sono tornati in presenza nei giorni immediatamente successivi alle festivita’ natalizie. Lezioni sospese, pero’, in quei comuni dove i sindaci hanno emesso apposite ordinanze tenendo conto della diffusione del Covid-19 e scegliendo una via piu’ cauta.
L’Alto Adige conferma la presenza fino al 75%
In Emilia Romagna, si riparte lunedi’
In Emilia-Romagna – dopo la decisione del Tar di annullamento dell’ordinanza regionale che prevedeva la Dad al 100% per le scuole superiori fino al 23 gennaio- gli studenti sono pronti questo lunedi‘ a tornare in classe seppur al 50%. “Le sentenze si rispettano, siamo abituati cosi'”, ha commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini mettendosi subito al lavoro per un rientro in sicurezza.