Purtroppo, le prime due settimane di gennaio sono un periodo che, in Italia, fu funestato, in passato, da non pochi violenti terremoti. Infatti, oltre a quelli di Verona del 3 gennaio 1117, della Val di Noto del 9 e dell’11 gennaio 1693, della Marsica del 13 gennaio 1915 e di Foligno del 13 gennaio 1832 (citati in precedenti articoli pubblicati da Meteoweb nei giorni scorsi), occorre ricordare il terremoto del Belice (detto anche di Gibellina) del 14-15 gennaio 1968. Quest’ultimo terremoto colpì una vasta area della Sicilia Occidentale (la Valle del Belìce), compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo. La scossa principale (di intensità pari al X grado della scala Mercalli e di magnitudo momento MW = 6,4) avvenne il 15 gennaio, poco dopo le 3:00 del mattino, con epicentro tra Gibellina, Salaparuta e Poggioreale (presso la località San Vito).
In realtà, due forti scosse si erano già verificate il 14 gennaio, una poco prima delle 13:30 e l’altra alle 14:15. Già esse avevano provocato gravi danni a Montevago, a Gibellina, a Salaparuta ed a Poggioreale ed erano state avvertite fino a Palermo, a Trapani ed a Sciacca. Due ore e mezza più tardi, poi, si era già verificata una terza scossa (che aveva causato gravi danni a Gibellina, a Menfi, a Montevago, a Partanna, a Poggioreale, a Salaparuta, a Salemi, a Santa Margherita di Belice, a Santa Ninfa ed a Vita), alla quale ne era seguita una quarta, poco dopo le 2:30 della mattina 15 gennaio, talmente violenta da causare gravissimi danni e da essere avvertita fino a Pantelleria.
Alla successiva devastante scossa principale di circa le 3:00 del mattino del 15 gennaio ne seguirono altre 16. Il numero totale di scosse registrate strumentalmente tra il 14 gennaio ed il 1º settembre 1968 fu 345, delle quali 81 con magnitudo MW ? 3,0. È da notare che i pochi muri che non erano ancora crollati prima del 25 gennaio lo fecero durante una nuova fortissima scossa che avvenne quel giorno, poco prima delle 11:00 del mattino: fu essa a portare alla decisione delle autorità di proibire l’accesso alle aree dei crolli, a Gibellina, a Montevago ed a Salaparuta. Il terremoto del Belice, oltre a gravissimi danni e distruzioni, provocò numerose vittime. Sul numero totale di queste ultime le fonti sono discordanti: si va da 231 a 370 (compresi 10 soccorritori). Il numero dei feriti è poi stimato tra 600 e 1.000 e quello degli sfollati tra 70.000 e 90.000. Anche il ricordo del terremoto del Belice del 14-15 gennaio 1968, dunque, dovrebbe contribuire a convincere, chi ancora ne dubitasse, che il terremoto costituisce un rischio reale in Italia e che, quindi, occorre attivare urgentemente corrette politiche di prevenzione sismica.