Infuria il dibattito politico e scientifico sull’opportunità di un nuovo lockdown in Italia, dopo le dichiarazioni del consulente del Ministro Speranza, Walter Ricciardi, che ha passato tutto il weekend di San Valentino a lanciare allarmi sulle varianti del coronavirus e spingendo lo stesso Ministro a prorogare fino al 5 marzo la chiusura delle piste da sci, che invece avevano ricevuto fino a venerdì conferme e rassicurazioni sulla riapertura da oggi, 15 febbraio, tanto da vendere gli skipass e battere le piste. I soliti Galli, Crisanti e Pregliasco si sono schierati dalla parte di Ricciardi ma molti altri scienziati sono di parere opposto e così il consulente di Speranza è stato travolto dalle polemiche per questo atteggiamento ultra allarmistico in un momento in cui la pandemia sta rallentando in tutt’Italia, con contagi e morti in netto calo in base ai dati ufficiali forniti dallo stesso Ministero della Sanità.
In modo particolare il centrodestra ha chiesto un netto cambio di passo al nuovo esecutivo chiedendo di smetterla di chiudere il Paese, e schierandosi dalla parte degli imprenditori vogliosi di ripartire. “L’Italia – ha detto oggi Salvini – è piena di bravi medici che non sentono la necessità di parlare tutti i giorni in tv e terrorizzare le persone. Ne parleremo con il presidente Draghi che avrà piena libertà di scelta. Noi non chiediamo niente ma un cambio di passo sì”.
Maurizio Lupi, presidente di “Noi con l’Italia”, ha detto: “Sulla gestione della pandemia abbiamo assistito ieri al riproporsi di uno spartito di cui si è abusato nell’anno passato e che speravamo non si ripetesse: l’allarme mediatico lanciato dal consulente del ministro, l’adeguamento del Comitato tecnico-scientifico, la decisione del ministro della Salute. È successo ieri sullo sci, avevamo visto già questo metodo inaccettabile all’opera su ristoratori, mobilità e negozi. Non entro nelle questioni di merito, ma il metodo (una chiusura a poche ore dall’apertura a cui tutti si erano preparati e per le quali il Cts aveva definito nuove e più restrittive regole a cui le Regioni e gli operatori del settore si erano adeguati) è offensivo, e non sono il solo a pensarla così, più sconcertato di me è il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Di Ricciardi ricordo – en passant – che il 22 dicembre pronosticò 40 mila morti nel mese di febbraio, abbiamo superato la metà del mese e i morti sono 4.733, tanti, ma infinitamente di meno di quanti ‘scientificamente’ pronosticati dal profeta di sventura al cui consiglio il ministro della Salute continua ad affidarsi“.
Mentre è un Lunedì di feroci polemiche in tutt’Italia, con ristoratori in piazza in Liguria e impianti sciistici aperti in Piemonte, oggi Ricciardi ha paventato le proprie dimissioni: “Sono considerazioni che lascio alla politica. Se posso essere utile al Paese con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e lo faccio anche in Italia: altrimenti mi faccio da parte“.
Intanto stamattina il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ospite di RaiNews24, ha detto senza mezzi termini che “fare lockdown totali non serve, bastano chiusure mirate e chirurgiche dove se ne ravvisi la necessita’. L’importante e’ applicare con rigore e severità le regole che già ci sono per guadagnare libertà progressiva, ed evitare le montagne russe dell’aprire e chiudere a fisarmonica. Serve equilibrio. Il nostro laboratorio sta lavorando sulle varianti di Sars-CoV-2, che sono un problema che deve destare attenzione, ma non panico. Siamo contrati che si creino delle psicosi di massa. Già à settembre la variante spagnola ha determinato un aumento dei contagi nelle fasce giovanili e il messaggio era ai ragazzi di fare attenzione perché potevano essere dei vettori per gli anziani“.
Vaia ha poi aggiunto con un commento sul proprio profilo facebook: “Voglio dire un no netto e chiaro all’utilizzo delle varianti come clava politica. La scienza sia sempre libera da interessi economici e politici“. Sui vaccini, invece, il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma si è espresso con un appello al nuovo esecutivo: “bisogna che il Governo Draghi che è così autorevole superi la logica del brevetto e della geopolitica dei vaccini, che significa ad esempio che a un distretto farmaceutico importante come quello laziale va data la possibilita’ di produrre più vaccini o di andare sul mercato aprendo a vaccini che arrivino da fuori dell’Unione Europea. Dobbiamo accelerare su vaccino e terapie innovative, quelle sono le soluzioni“.