Eruzione Etna, l’ultimo aggiornamento INGV: i flussi lavici non sono più alimentati, “permane l’attività esplosiva”

Etna: i flussi lavici nella parte alta della Valle del Bove non sono più alimentati, sono raffreddamento: lo ha comunicato l'Osservatorio Etneo INGV
  • Foto Orietta Scardino / Ansa
  • Zafferana Etnea - foto di Infanta Aventi
  • Zafferana Etnea - Foto di Infanta Aventi
  • Etna eruzione 28 febbraio foto
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  • Foto di Alfio Squadrito, Pedara.
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  • Etna eruzione 28 febbraio foto
  • eruzione etna 28 febbraio 2021
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    Santa Venerina - Foto di Rosario Tuccio
  • eruzione etna 28 febbraio 2021
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  • eruzione etna 28 febbraio 2021
  • eruzione etna 28 febbraio 2021
  • eruzione etna 28 febbraio 2021
  • eruzione etna 28 febbraio 2021
  • eruzione etna 28 febbraio 2021
  • Marco Fisichella, Pedara.
  • Marco Fisichella, Pedara.
  • Marco Fisichella, Pedara.
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MeteoWeb

I flussi lavici sull’Etna, nella parte alta della Valle del Bove, non sono più alimentati, e si presentano in raffreddamento: lo ha comunicato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo, secondo cui “permane una debole e sporadica emissione di cenere dal CSE e dalla Bocca Nuova. Tale cenere si disperde rapidamente in atmosfera al di sopra dei crateri. Nei restanti crateri permane un’attività esplosiva“.
Per quanto riguarda l’ampiezza media del tremore vulcanico, “dopo la fase di incremento è ritornata su valori medio-bassi, dove tuttora permane. La sorgente del tremore è ancora localizzata nell’area del Cratere di SE ad una profondità di circa 2500 m sopra il livello del mare, pur mostrando nelle ultime ore un graduale spostamento verso gli altri crateri sommitali (BN,VOR e NEC)”.
L’attività infrasonica dopo il moderato incremento segnalato in precedenza, “è diminuita riportandosi sui livelli precedenti. Gli eventi infrasonici sono attualmente localizzati nell’area del cratere di NE. I dati di deformazione non mostrano variazioni significative“.

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