Giornata Mondiale contro il cancro, IEO: “Sì al vaccino anti-Covid per i pazienti oncologici”

Il Prof. Roberto Orecchia: i pazienti oncologici "dovrebbero avere priorità nel piano di vaccinazione anti-COVID"
MeteoWeb

I pazienti oncologici, in quanto persone spesso fragili, o comunque maggiormente vulnerabili, dovrebbero avere priorità nel piano di vaccinazione anti-COVID.  Una parte di loro sarà comunque coperta per l’età, ma dobbiamo pensare anche ai più giovani, gli under 65, che sono purtroppo numerosi”: così il Prof. Roberto Orecchia, Direttore Scientifico, in occasione della Giornata Mondiale contro il cancro, sottolinea la posizione dell’Istituto Europeo di Oncologia circa il dibattito in corso sulla vaccinazione dei malati che seguono terapie anticancro.

Abbiamo dimostrato – dichiara Orecchia- con uno studio apparso su Annals of Oncology nel 2020, che nei pazienti oncologici gli anticorpi contro l’infezione da COVID 19 si attivano come nei soggetti sani, garantendo l’immunizzazione.  Nei malati di cancro ci sono situazioni specifiche in cui il sistema immunitario può risultare indebolito, ma queste sono il più delle volte legate alle terapie in corso che alla malattia stessa. Questo non ci autorizza a pensare che i pazienti oncologici non debbano essere vaccinati. Al contrario, proprio la necessità di assicurare a questa categoria di pazienti il regolare accesso alle cure e la loro continuità, rende prioritario considerarli tra i maggiori candidati ad un programma vaccinale. In generale, i pazienti oncologici hanno un rischio più alto di sviluppare forme gravi e complicanze severe, o addirittura di mortalità, specie nel caso di tumori in stadio avanzato, o che colpisce sedi in cui si possono sommare gli effetti dell’infezione virale, come il polmone, od ancora per la presenza di importanti malattie associate, e questo rappresenta un ulteriore e valido motivo per farli rientrare nelle prime fasce di popolazione da vaccinare. Senza contare che queste persone sono più esposte al rischio di infezione perché non possono osservare il lockdown e restare a casa, ma devono assolutamente accedere agli ospedali e ambulatori per curarsi con regolarità.”

IEO avvalora la posizione espressa da diversi comitati e società scientifiche nazionali e ribadita dal recente documento Aiom-Cipomo- Comu che raccomanda di “offrire la vaccinazione prioritaria Sars-Cov-2 ai pazienti oncologici in trattamento attivo.”

Non dimentichiamo che i pazienti oncologici hanno già pagato un caro prezzo alla pandemia – continua Orecchia – La chiusura degli ambulatori nei mesi di esordio del COVID, a cui si è sommata la paura del contagio, ha tenuto i pazienti lontano dagli ospedali, interrompendo quella continuità di cura che in oncologia è la conditio sine qua non della guarigione. I dati ISTAT sulla mortalità in Italia nel 2020, pubblicati il 30 dicembre, evidenziano oltre 26.000 morti non legate al virus, e fonti autorevoli sono concordi nell’attribuire gran parte di queste vittime alla sospensione delle cure per le malattie croniche gravi come il cancro e le malattie cardiovascolari.”

Per questo sin dell’inizio della pandemia IEO si è concentrato sulla ricerca sull’immunità lanciando il “Progetto Sierologia COVID-19”, con l’obiettivo di valutare se la presenza di anticorpi anti Sars-Cov2 protegge dalla reinfezione e per quanto tempo. Il progetto si basa su un test sierologico, sviluppato da Istituto Europeo di Oncologia e Università di Pavia, che ha una sensibilità e specificità elevatissima e costi enormemente inferiori rispetto ai test commerciali. Il test è stato regolarmente somministrato per sei mesi al personale IEO aderente, e quindi ad oltre 1,500 persone.  I primi risultati saranno pubblicati a breve e ci si aspetta siano illuminanti per la mappatura del contagio nella popolazione, per la verifica dell’avvenuta immunità nei soggetti che hanno avuto l’infezione e per l’impatto che potrà avere il vaccino

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