Lhasa è una delle destinazioni meno visitate al mondo, in parte a causa delle difficoltà logistiche nel raggiungere la patria spirituale del buddhismo, ma soprattutto per la difficoltà ad ottenere il permesso necessario per entrare nella città: il Tibet Entry Permit.
Chiunque riesca a entrare in città troverà ad attenderlo gli straordinari patrimoni dell’Unesco di Lhasa come il Tempio Jokhang, il Potala Palace o il Norbulingka sede del più grande giardino del Tibet.
Lhasa la capitale del Tibet
In tibetano Lhasa significa “Trono di Dio“, e in effetti è uno dei centri abitati più alti del mondo poiché è una circondata da 9 delle 14 montagne più alte del globo e che superano tutte gli 8.000 metri trovandosi nella catena dell’Himalaya.
Tra queste montagne vi è anche il monte Qomolangma, conosciuto nel mondo occidentale come Everest, che con i suoi 8.848 metri di altezza sul livello del mare è la montagna più alta del mondo.
Oggi la città si presenta ancora con lo spirito e l’animo antico che l’hanno da sempre contraddistinta, ma appare anche un luogo ricco di contraddizioni perché se da una parte consta della profonda religiosità, palpabile per le strade dove sovente si incontrano uomini e donne intenti alle pratiche del buddhismo o le comitive di pellegrini che si muovono seguendo rigide regole; dall’altra stanno prosperando innovazioni e tecnologie che caratterizzano la parte nuova della città, che segue lo sviluppo urbano secondo canoni moderni.
L’inaccessibile Lhasa
In Tibet ogni automobile è fornita di telecamere e deve essere guidata da autisti locali per evitare escursioni fuori programma. Le agenzie di viaggio riconosciute sono tenute a organizzare tour guidati e comunicare alle autorità l’itinerario del gruppo di cui si è parte.
I requisiti per l’ingresso nel paese variano molto di frequente: generalmente, non vengono rilasciati a chi viaggia da solo; per viaggiare nella Regione Autonoma del Tibet, inoltre, è richiesto un permesso speciale, il Tibet Entry Permit, che può essere ottenuto soltanto tramite un’agenzia di viaggio riconosciuta e approvata dal Tibet Tourism Board.
I patrimoni Unesco di Lhasa
I pellegrini con i rosari in mano, intenti a far girare le ruote per la preghiera e i canti ipnotici che scandiscono il cammino di questi gruppi di religiosi scandiscono i suoni della città.
Il palazzo principale è diviso in 4 piani e combina lo stile delle architetture cinesi, con quelle tibetane, indiane e nepalesi. Il centro della sala di scrittura è considerato il centro dell’universo, essenza del monastero è la sala di Sakyamuni.
Fu costruito nel VII secolo, in occasione delle nozze tra il re tibetano Songzan Ganbu e la principessa nepalese Bhrikuti e la principessa cinese Wen Cheng.
Si narra che questo ambizioso re tibetano, leader della tribù Tubo, prima della metà del VII secolo, in un luminoso giorno d’estate, mentre era intento a fare un bagno nel fiume, venisse colpito dalla posizione di vantaggio dello spazio fiancheggiato da due montagne in cui ora sorge Lhasa, e decise che doveva sorgere lì la sua casa e il suo regno.
Il Potala Palace fu costruito ad un’altitudine di 3.700 metri che lo portano ad essere il complesso imperiale situato alla più alta altitudine del mondo.
Si trova sul versante della Montagna Rossa al centro della valle di Lhasa, con i suoi grandi muri inclinati interrotti solo nella parte superiore da file di finestre, presenta tetti piatti ai vari livelli e appare non molto diverso da una fortezza.
Si divide tra il Palazzo Rosso e il Palazzo Bianco: il primo comprende principalmente sale da preghiera e otto chorten (tombe) decorati con lamine d’oro e pietre preziose, in cui riposano i corpi imbalsamati di Dalai Lama del passato.
Nel Palazzo Bianco, invece, si trovano gli alloggi e l’amministrazione. Il Potala è un museo unico al mondo anche grazie agli straordinari esempi di arte tibetana che conserva e a reperti di alto valore come il sutra Bkar-vgyur, scritto su Pattra dell’India, gli editti imperiali d’oro e i sigilli d’oro conferititi dagli imperatori della dinastia Qing, e molti altri.
Norbulingka è considerato anche il più grande giardino artificiale del Tibet, il suo giardino, infatti, si estende su una superficie di 360.000 metri quadrati e il palazzo dispone di 374 camere di diverse dimensioni.
Nel giardino i visitatori possono adorare il Buddha, rilassarsi e studiare i palazzi in stile tibetano e durante le celebrazioni della Festa Shoton, la popolazione indossa i vestiti tipici e si reca qui con tende e cibo per festeggiare tutta la notte.