Marte come non l’abbiamo mai visto (e sentito): ecco gli elettrizzanti “7 minuti di terrore”, il VIDEO della discesa di Perseverance

Oggi la NASA ha svelato un video in cui viene mostrato Perseverance mentre atterra su Marte, le emozionanti immagini
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MeteoWeb

Il primo video in assoluto dell’atterraggio di un rover su Marte è arrivato sulla Terra: è stato svelato oggi dalla NASA, che ha mostrato un filmato in cui Perseverance atterrava sul Pianeta Rosso.
Perceverance è ammartata lo scorso 18 febbraio, dando inizio alla fase di ricerca di segni di vita passata su Marte, raccogliendo campioni e studiando il pianeta come mai prima d’ora.
La clip, lunga poco più di tre minuti, svela le immagini di più telecamere situate in differenti posizioni, dopo l’entrata della sonda nell’atmosfera del pianeta rosso: una mostra il dispiegamento del paracadute supersonico, un’altra – sotto la sonda – il suolo di Marte che si avvicina e si può vedere il rover che tocca terra, appeso a tre cavi.
Il filmato ad alta definizione parte quando il rover è a 11 km sopra la superficie e termina con l’atterraggio del rover nel cratere Jezero.

Di seguito le emozionanti immagini divulgate dalla NASA:

Cosa significa atterrare su Marte: gli elettrizzanti “7 minuti di terrore” della discesa di Perseverance [VIDEO]

Perseverance ammira Marte dopo l’atterraggio, ecco cos’ha visto quando la polvere si è diradata [VIDEO]

E dopo avere visto Marte, ora possiamo anche sentirlo: la NASA ha diffuso anche i primi suoni catturati da uno dei microfoni di Perseverance. Un microfono del rover ha catturato alcuni secondi del vento del Pianeta Rosso, oltre ai rumori della sonda che opera una volta atterrata. “Ora che hai visto Marte, ascoltalo. Prendi degli auricolari e ascolta i primi suoni catturati da uno dei microfoni“, si legge nell’account Twitter di Perseverance.
Sappiamo che il pubblico è affascinato dall’esplorazione di Marte, quindi – hanno spiegato gli ingegneri – abbiamo aggiunto un microfono Edl Cam al veicolo perché speravamo che potesse migliorare l’esperienza, soprattutto per i fan dello spazio ipovedenti, e coinvolgere e ispirare le persone in tutto il mondo“. “Perseverance – ha affermato l’amministratore della Nasa Steve Jurczyk – è solo all’inizio e ha già fornito alcune delle immagini più iconiche nella storia dell’esplorazione spaziale“.

L’atterraggio su Marte, cosa sono i “7 minuti di terrore”

Credit: NASA/JPL-Caltech

Durante l'”ammartaggio”, il rover si è tuffato nella sottile atmosfera marziana, protetto dal suo scudo termico a una velocità di circa 20mila km orari. Sono stati circa 7 minuti da brivido durante i quali un paracadute ha rallentato la caduta nella prima fase, poi è toccato ai razzi, responsabili della discesa controllata. A pochi metri dal suolo, una sorta di gru aerea ha calato il rover con una carrucola posandolo dolcemente sulle sue 6 ruote sul terreno del cratere Jezero.
Va sottolineato che atterrare su Marte non è un’impresa facile: tutte le sonde inviate sul Pianeta Rosso devono affrontare le insidie che si celano nella delicata procedura di avvicinamento alla superficie. La NASA ha stimato che solo il 40% delle missioni inviate sul pianeta sono sopravvissute all’impatto con il suolo: uno dei problemi principali riguarda la presenza di un’atmosfera rarefatta, circa l’1% di quella terrestre, che non fornisce la resistenza utile per rallentare la corsa di una sonda verso la superficie con il solo paracadute, come invece accadrebbe atterrando sulla Terra.
Dall’ingresso in atmosfera fino al touchdown trascorrono circa 7 minuti, “7 minuti di terrore“, come li ha chiamati più volte la NASA (i membri del team Curiosity soprannominarono così i 7 minuti di attesa e concitazione durante i quali il rover effettuava la delicatissima fase “Entry, Descent and Landing”).

La missione Mars 2020 e la fase finale “Entry, Descent and Landing”

Credit: NASA/JPL-Caltech

La fase finale EDL (Entry, Descent and Landing, cioè ingresso in atmosfera, discesa e atterraggio) è iniziata 10 minuti prima dell’ingresso nell’atmosfera: le complesse operazioni hanno avuto inizio con la separazione dello stadio utilizzato in fase di crociera per eventuali manovre di correzione (inclusi pannelli solari, serbatoio carburante e componenti per le comunicazioni radio utilizzate durante il lungo viaggio). Sulla superficie è giunto solamente il guscio di protezione con dentro il rover e lo stadio utilizzato per frenare la discesa.
L’ingresso in atmosfera ha fatto sentire immediatamente i suoi effetti, rallentando il mezzo e allo stesso tempo riscaldando il guscio esterno che ha raggiunto un picco di circa 1.300°C dopo soli 80 secondi. Lo scudo termico ha protetto il rover nella delicata fase. Dai 20mila km/h iniziali con cui la capsula è entrata nell’atmosfera superiore marziana si è passati a circa 1.600 km/h, momento in cui si è aperto il paracadute supersonico.
Essendo le tempistiche fondamentali, ha assunto grande importanza una nuova tecnologia chiamata “Range Trigger“, che ha consentito di calcolare la distanza del mezzo dalla zona di atterraggio e di aprire il paracadute nel momento ideale.
L’apertura del paracadute è avvenuta circa 4 minuti dopo l’ingresso in atmosfera ad un’altitudine di circa 11 km, quando la velocità era di 1.512 km/h. Venti secondi dopo è avvenuta la separazione dello scudo termico, esponendo per la prima volta il rover all’atmosfera marziana.

A rallentare del tutto Perseverance non è stato solo il paracadute: ad un certo punto è stato rilasciato e si sono attivati i razzi frenanti, 8 motori posizionati all’interno del guscio di protezione puntati verso il basso.
L’accensione degli 8 motori frenanti è stata attivata a circa 2.100 metri di altezza e in questa fase è avvenuta la separazione dal guscio di protezione posteriore: la discesa non è stata perfettamente verticale, ma piuttosto laterale, per evitare che il paracadute e il guscio di protezione superiore potesseso colpire accidentalmente il rover.
L’azione frenante dei motori è continuata fino alla velocità di discesa finale, circa 2,7 km/h.
Quando il rover si è trovato a 20 metri d’altezza, circa 12 secondi prima dell’atterraggio, è stata la volta della manovra finale “Skycrane”: dei cavi di nylon hanno disceso il mezzo attraverso delle guide di uscita per 6,4 metri, e il rover ha attivato il suo sistema di mobilità, bloccando le “gambe” e le ruote in posizione di atterraggio.
Quando Perseverance ha toccato la superficie, delle lame attivate con esplosivo hanno tagliato le corde liberando il rover, mentre il razzo di discesa si è allontanato.
A differenza di Curiosity, Perseverance è ben equipaggiato dal punto di vista audiovisivo: per la prima volta ha “catturato” anche la fase di discesa.

Missione Mars 2020,  il drone-elicottero Ingenuity

Nel frattempo il drone-elicottero Ingenuity, ancora parcheggiato nella pancia del rover, ha già inviato le sue prime comunicazioni a Terra e ha iniziato a caricare le batterie in vista del volo. Se la prima sessione di carica avvenuta nel weekend terminerà come previsto, con le batterie al 30% della loro capacità, si proseguirà a distanza di qualche giorno con una seconda carica per arrivare al 35%, e poi con una serie di sessioni settimanali che si susseguiranno finché Ingenuity resterà attaccato a Perseverance (dai 30 ai 60 giorni). L’operazione è fondamentale, perché le batterie devono mantenere la giusta temperatura per far resistere l’elettronica di bordo alle rigide notti marziane, dove il termometro può segnare fino a -90°C. Una volta pronto, il drone-elicottero avrà un mese di tempo per tentare il volo, il primo in assoluto su un altro pianeta, alimentato dai pannelli solari di bordo. Se Ingenuity riuscirà ad alzarsi in volo avrà già raggiunto il 90% dei suoi obiettivi: se riuscirà anche ad atterrare restando funzionante, potrà provare fino a 4 ulteriori voli.

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