L’Italia avrebbe ingannato l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla sua possibilità di affrontare una pandemia meno di tre settimane prima che fosse confermato il primo caso di coronavirus a trasmissione locale del paese. Ogni anno, i paesi vincolati dal Regolamento sanitario internazionale (IHR), ovvero un trattato internazionale per combattere la diffusione globale della malattia, sono tenuti a presentare un rapporto di autovalutazione all’OMS sullo stato della loro preparazione per un’emergenza sanitaria.
L’Italia ha stilato il suo ultimo rapporto di autovalutazione il 4 febbraio 2020. Nella sezione C8 del rapporto, visto dal Guardian, dove i paesi devono valutare la loro disponibilità complessiva a rispondere a un’emergenza sanitaria pubblica, l’autore segna l’Italia nel “livello 5“, che è il più alto stato di preparazione. In sostanza, dunque, il nostro Paese ha auto-valutato che il proprio “meccanismo di coordinamento della risposta alle emergenze del settore sanitario e il sistema di gestione degli incidenti collegati a un centro operativo nazionale di emergenza sono stati testati e aggiornati regolarmente”.
Il documento di autovalutazione è stato consegnato alla Procura di Bergamo come ulteriore prova a favore di una causa civile intentata dalle famiglie delle vittime del Covid-19 a dicembre contro esponenti politici di spicco per presunta negligenza penale nella gestione della pandemia.
Lo scorso anno la Procura di Bergamo ha interrogato Giuseppe Conte, che fino all’inizio di questo mese era presidente del Consiglio; Roberto Speranza, ministro della Salute; Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno; Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, nell’ambito delle loro indagini. A gennaio hanno anche interrogato Giuseppe Ruocco, attuale segretario generale del ministero della Salute e direttore generale della prevenzione sanitaria dal 2012-2014.
In un’analisi del documento di autovalutazione redatto da Pier Paolo Lunelli, generale dell’esercito in pensione, 60 risposte su 70 fornite dall’Italia sono state giudicate “infondate”. Lunelli ha scritto nella sua analisi, consegnata alla Procura, che il documento “costituisce un castello di prove che certifica il [livello di] impreparazione con cui ci siamo avvicinati all’emergenza coronavirus”. “Abbiamo mentito ai cittadini italiani sostenendo che eravamo pronti“, ha aggiunto Lunelli. “Peggio ancora, abbiamo cercato di ingannare anche l’OMS, l’UE e i paesi europei ‘previdenti’, dichiarando di avere capacità che, alla luce dei fatti, non avevamo”.
Consuelo Locati, l’avvocato che rappresenta le famiglie che hanno intentato la causa civile, ha detto che il rapporto di autovalutazione potrebbe rappresentare “una clamorosa evidenza di tutte le premesse per falsa rappresentazione”. Locati si prepara a scrivere al nuovo premier italiano, Mario Draghi, per chiedere una legge di risarcimento per i parenti delle vittime del coronavirus. Locati ha affermato che non solo il piano pandemico italiano era gravemente obsoleto, ma che non era mai stato testato per stabilire se funzionava.