Meteo, la storica ondata di freddo del febbraio 1956: impatto devastante in Puglia, è stato il “lockdown” di gelo e neve

Meteo, nel febbraio del 1956, una feroce ondata di gelo e neve colpisce l'Italia: tra le regioni maggiormente colpite dalle nevicate e dalle sue conseguenze c’è la Puglia
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Ci avviamo verso la fine di questa importante ondata di gelo sull’Italia, che ha portato freddo e neve fin sulle coste del Sud, dalla Calabria al Salento. In questi giorni, non si può fare a meno di ricordare la storica ondata di freddo e neve che colpì l’Italia nel febbraio del 1956, con qualche giorno di anticipo rispetto a quella attuale.

Nel febbraio del 1956, un’ondata eccezionale di freddo si è abbattuta su buona parte dell’Europa e dell’Italia: l’intensità delle nevicate e del gelo prodotti le valgono la definizione di “nevicata del secolo”. Si è trattato di un evento meteo molto rilevante per la penisola: è stato l’evento nevoso più marcato e pesante dai tempi dell’inverno del 1929.

Tra i quattro inverni più freddi e nevosi dell’ultimo secolo in Italia (1929, 1956, 1985 e 2012) ce ne sono due (1956 e 2012) che sono iniziati a febbraio. In quelle stagioni da record, infatti, fino a fine Gennaio non c’era stata neve né si erano verificate ondate di caldo significative. Poi a febbraio la situazione è cambiata e l’Italia è piombata nella morsa di un freddo senza precedenti, con la neve arrivata fino a Roma, Napoli e persino sulle coste del Sud.

Il “lockdown” di gelo e neve in Puglia

Ondata di freddo e neve del 1956 in Puglia. Da: N. Mascellaro, Una finestra sulla storia, vol 3, p. 270

Tra le regioni maggiormente colpite dalle nevicate e dalle sue conseguenze c’è la Puglia. Sulla Murgia, sono caduti tre metri di neve. Gioia del Colle, Locorotondo e Santeramo sono rimaste isolate per due giorni. In decine e decine di paesi dell’entroterra, la coltre bianca ha superato il metro e mezzo. Bloccate intere zone del Gargano e del Potentino. L’intera provincia di Matera rimane isolata per diversi giorni. Le tempeste di vento e neve hanno abbattuto i tralicci elettrici e il gelo ha fatto scoppiare le condutture dell’acqua. Lecce è rimasta per quattro giorni senza corrente elettrica. Le città sono rimaste isolate e il traffico stradale e ferroviario è andato in tilt. Le fabbriche sono rimaste ferme per la mancanza di energia ed acqua: insomma è stato il “lockdown” del 1956, imposto da gelo e neve.

Le rigide condizioni meteo hanno avuto un effetto devastante sull’agricoltura, principale risorsa dell’economia del Sud, e così sono arrivati gli elicotteri a distribuire generi alimentari per la popolazione. Alle difficili condizioni meteo che hanno dovuto sopportare gli animali, si sono aggiunte anche le difficoltà della fame, che hanno lasciato loro poco scampo, infliggendo un altro duro colpo alle famiglie contadine.

In tutta questa situazione di estrema difficoltà, migliaia di persone sono rimaste disoccupate in Puglia e allora si è dovuto fare di necessità, virtù: si diventava spalatori per poter portare qualche soldo a casa. In ogni caso, la disperazione era tale che sono scoppiate anche rivolte e scontri con le forze dell’ordine, nel tentativo di ottenere sussidi alimentari. A questa ondata di gelo e neve, sono seguite pioggia e disgelo, che hanno allagato le campagne già devastate dal freddo e dalla neve. A metà marzo, poi, la neve sarebbe tornata per colpire ancora con ferocia città e campagne.

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