Il programma di Draghi: “vaccini subito, senza primule. Scuola tutta in presenza. Sanità da riformare, nuovo approccio per clima e ambiente”

Il presidente del consiglio Mario Draghi ha illustrato stamattina in Senato il programma del nuovo Governo evidenziando l'importanza della questione climatica e ambientale. Ecco le parole del premier
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Stamattina il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto al Senato dove ha parlato illustrando le proprie dichiarazioni programmatiche in vista del voto di fiducia, che è schedulato per la tarda serata odierna, alle 23:00. L’intervento di Draghi nell’Aula del Senato è durato 53 minuti. Adesso c’è attesa per la discussione generale in cui interverranno i senatori, per cui sono previste 6 ore e 40 minuti di interventi con due stop (dalle 15:30 alle 16:15 e dalle 19:55 alle 20:40) per sanificare i locali. Alle 20:40 è prevista la replica del Presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto, prima della fiducia all’esecutivo.

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Mario Draghi, ringraziando il presidente della Repubblica Mattarellaper l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato“, ha espresso il proprio stato d’animo del momento rivolgendosi direttamente ai senatori: “vorrei dirvi che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia“. Riposizionando l’Italia nel cuore delle democrazie occidentali dopo le sbandate filo-russe e filo-cinesi degli ultimi anni con i Governi sovranisti-populisti di Lega e Movimento 5 Stelle, Mario Draghi ha introdotto il suo discorso dicendo che “Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. Ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori. Profonda è la nostra vocazione a favore di un multilateralismo efficace, fondato sul ruolo insostituibile delle Nazioni Unite. Resta forte la nostra attenzione e proiezione verso le aree di naturale interesse prioritario, come i Balcani, il Mediterraneo allargato, con particolare attenzione alla Libia e al Mediterraneo orientale, e all’Africa“.

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Successivamente Draghi ha illustrato il proprio programma, entrando in molti punti su temi di interesse scientifico non solo per l’esigenza di fronteggiare la pandemia in corso, ma anche sulle idee di sviluppo sostenibile per la ripartenza del Paese. Draghi ha parlato espressamente di cambiamenti climatici e riscaldamento globale, oltre che di ricerca e tecnologia. Non si è sbilanciato sulle misure per fronteggiare il contagio ma si è impegnato “a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento delle regole“, facendo chiaramente riferimento alle polemiche nate per le modalità con cui domenica pomeriggio il Ministro Speranza ha comunicato la proroga della chiusura degli impianti sciistici soltanto poche ore prima rispetto al momento in cui avrebbero potuto riaprire rispetto alle rassicurazioni avute fino ai giorni immediatamente precedenti. Nel suo discorso, inoltre, Draghi s’è soffermato moltissimo sulle conseguenze economiche e sociali della pandemia, dimostrando un’attenzione e una sensibilità che fino ad oggi erano mancate da parte del precedente Governo. Di seguito tutti i passaggi di Draghi sui temi più strettamente attuali e legati alla scienza.

Draghi archivia le primule di Arcuri: “fare i vaccini ovunque e in fretta mobilitando protezione civile, forze armate, volontari”

Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente. Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus“. Con queste paure sui vaccini, Draghi archivia definitivamente l’ipotesi delle primule avanzate dal commissario straordinario Arcuri e dal precedente Governo Conte.

Draghi sulle scuole: “La Dad non va bene, provoca disagi e aumenta diseguaglianze. Dobbiamo tornare al più presto tutti in presenza”

La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nellenostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quelloculturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quellinelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze. Un dato chiarisce meglio la dinamica attuale: a fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie disecondo grado, nella prima settimana di febbraio solo 1.039.372 studenti (il 61,2% del totale) ha avuto assicurato il servizio attraverso la Didattica a Distanza. Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà. Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. È necessario investire in una transizione culturale a partire dal patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale. Siamo chiamati a disegnare un percorso educativo che combini la necessaria adesione agli standard qualitativi richiesti, anche nel panorama europeo, con innesti di nuove materie e metodologie, e coniugare le competenze scientifiche con quelle delle aree umanistiche e del multilinguismo. Infine è necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni. La globalizzazione, la trasformazione digitale e la transizione ecologica stanno da anni cambiando il mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca, senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici“. Parlando delle scuole, inoltre, Draghi ha invitato a valorizzare il ruolo degli Istituti tecnici: “Particolare attenzione – ha detto il presidente del consiglio – va riservata agli ITIS (istituti tecnici). In Francia e in Germania, ad esempio, questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo. E’ stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna 1,5 md agli ITIS, 20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate“.

Draghi annuncia Riforma della Sanità: “fondamentale radicamento territoriale, telemedicina e assistenza domiciliare”

Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). E’ questa la strada per rendere realmente esigibili i ‘Livelli essenziali di assistenza’ e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La ‘casa come principale luogo di cura’ è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata“. Così il premier Draghi ha annunciato la volontà di realizzare una riforma della sanità che supporti meglio i cittadini, facendo tesoro delle criticità emerse durante la pandemia che ha visto l’Italia tra i Paesi più colpiti al mondo in termini di perdita di vite umane proprio a causa delle inefficienze del sistema sanitario.

Draghi: “cambiamenti climatici e riscaldamento globale hanno effetti diretti sulla nostra vita. Dobbiamo conciliare progresso e benessere con la tutela dell’ambiente, serve approccio nuovo”

Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per pi dùi 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così. Il riscaldamento globale ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livelllo dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo. Come ha detto papa Francesco, ‘le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del signore’. Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane“. Con queste parole il premier Mario Draghi ha affrontato il tema climatico e ambientale.

Draghi: “sbagliato proteggere tutte le imprese, dobbiamo accompagnarle nel cambiamento. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”

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Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Acune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi. La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta” ha detto Draghi entrando nel merito delle attività politiche per l’economia.

Draghi: “anche il turismo deve cambiare modello, dobbiamo imparare a preservare e non sciupare”

Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14% del totale delle nostre attività economiche. Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città d’arte, luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli hanno saputo preservare e ci hanno tramandato“. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nelle comunicazioni programmatiche al Senato sul settore del turismo, il più colpito in assoluto dagli effetti della pandemia.

Draghi: “punteremo su fonti rinnovabili, alta velocità ferroviaria, auto elettriche, idrogeno, digitalizzazione, reti di comunicazione 5G”

Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G. In base a tale visione strategica, il Programma nazionale di Ripresa e Resilienza indicherà obiettivi per il prossimo decennio e più a lungo termine, con una tappa intermedia per l’anno finale del Next Generation EU, il 2026. Non basterà elencare progetti che si vogliono completare nei prossimi anni. Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas clima-alteranti. Dal dicembre scorso e fino alla fine del 2021, l’Italia esercita per la prima volta la Presidenza del G20. Il programma, che coinvolgerà l’intera compagine governativa, ruota intorno a tre pilastri: People, Planet, Prosperity. L’Italia avrà la responsabilità di guidare il gruppo verso l’uscita dalla pandemia, e di rilanciare una crescita verde e sostenibile a beneficio di tutti. Si tratterà di ricostruire e di ricostruire meglio. Insieme al Regno Unito – con cui quest’anno abbiamo le Presidenze parallele del G7 e del G20 – punteremo sulla sostenibilità e la transizione verde nella prospettiva della prossima Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (Cop 26), con una particolare attenzione a coinvolgere attivamente le giovani generazioni, attraverso l’evento Youth4Climate“. Così Mario Draghi ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza delle nuove tecnologie per la riduzione dell’inquinamento.

Draghi, la Coldiretti: “pronti a collaborare a svolta Green”

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Siamo pronti a collaborare per lo sviluppo dell’agricoltura italiana che è la piu’ green d’Europa grazie alla leadership conquistata per valore aggiunto, sostenibilità e qualità“. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per la relazione del presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato.

L’agricoltura italiana ha – sottolinea Prandiniil primato dell’Unione Europea con 311 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 70mila aziende agricole bio, oltre al primato della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari“.

“Ma si tratta anche di una realtà che – afferma Prandinisul rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti fonda la propria competitività che ha consentito di ottenere nel 2020 il record storico delle esportazioni a 46,1 miliardi in netta controtendenza rispetto agli altri settori travolti dalla pandemia Covid. Con la crisi – continua Prandini – la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese con un valore che supera i 538 miliardi, garantisce dai campi agli scaffali 3,6 milioni di posti di lavoro grazie all’attività, tra gli altri, di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. L’allarme globale provocato dal Coronavirus con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali – ha precisato Prandini – occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde“.

Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan” ha concluso Prandini nel sottolineare che “occorre ripartire investendo sui punti di forza del Paese”.

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