Ormai è passato un anno da quando la pandemia da SARS-CoV-2 ha fatto ufficialmente la sua comparsa in Italia, provocando una catastrofe al Nord. La pandemia ha fatto sentire i suoi effetti sulla mortalità del nostro Paese, come si evince dal rapporto del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG) gestito dal Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio – Asl Roma 1 per conto del Ministero della Salute nel progetto “Piano Operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute” CCM – Ministero della Salute. “Il SISMG, basato sui dati di mortalità dalle anagrafi Comunali, è attivo tutto l’anno e permette di identificare in maniera tempestiva eventuali variazioni della mortalità attribuibili a diversi fattori (epidemie, esposizioni ambientali, socio-demografici) che modificano i valori giornalieri o il trend stagionale”, si legge nel rapporto. “Nel rapporto vengono riportati i dati di mortalità per settimana, per i soggetti di età maggiore o uguale ai 65 anni di età residenti e deceduti in 19 città (Aosta, Bolzano, Trento, Trieste, Torino, Milano, Brescia, Verona, Venezia, Bologna, Genova, Perugia, Civitavecchia, Roma, Frosinone, Bari, Potenza, Messina, Palermo). Il valore atteso (baseline) viene definito come media settimanale sui dati di serie storica (5 anni precedenti) della mortalità giornaliera e pesato per la popolazione residente (dati ISTAT) per tener conto dell’incremento della popolazione anziana negli anni più recenti”.
Dal rapporto, aggiornato al 2 febbraio, emerge che “nel mese di gennaio si registra ancora una mortalità in eccesso in diverse città, mentre in altre i valori sono significativamente più bassi dell’atteso attribuibile al forte eccesso di mortalità associato all’ondata epidemica dei mesi precedenti ed alla bassissima incidenza delle sindromi influenzali registrata nelle prime settimane del 2021. L’andamento della mortalità media giornaliera per settimana evidenzia per la settimana 27 gennaio – 2 febbraio una mortalità in linea con l’atteso tra le città del Nord in tutte le classi di età. Complessivamente al Centro-Sud si evidenzia ancora una mortalità superiore al valore di riferimento nella classe di età 65-74 anni e nella classe 85+”, si legge nel rapporto.
“Complessivamente l’andamento stagionale della mortalità mostra il valore in linea con l’atteso. Il grafico (in alto, in evidenza nell’articolo, ndr) evidenzia l’anomalia della mortalità osservata nel 2020 rispetto alle variazioni stagionali (valori massimi nel periodo dicembre-febbraio e valori minimi nel periodo giugno-agosto), osservato nei 5 anni precedenti. Nel 2020 si sono verificati due picchi di mortalità in corrispondenza della prima fase (marzo-aprile) e della seconda ondata (ottobre-dicembre) dell’epidemia Covid-19. Il forte incremento della mortalità osservata (linea rossa) nella prima fase dell’epidemia di COVID-19, è stato seguito da una riduzione che ha riportato la mortalità in linea con i valori di riferimento (linea nera) a fine maggio. A partire dalla seconda metà di ottobre si è osservato il secondo incremento della mortalità che ha raggiunto il picco nella seconda metà del mese di novembre per poi tornare ai valori di riferimento a gennaio 2021”, continua il rapporto.
Da questi dati, possiamo dunque concludere che la mortalità è in calo sia al Nord che al Centro-Sud, dopo il picco nel mese di novembre. Dai valori della mortalità di gennaio, si può affermare che la seconda ondata, in termini di mortalità, si stia esaurendo.
Nella tabella di seguito, possiamo osservare il tasso di mortalità di novembre, dicembre e gennaio nelle principali città: al Nord abbiamo avuto un aumento della mortalità in alcuni casi superiore al 100% mentre in Calabria c’è stato addirittura un calo dei morti in questo trimestre rispetto alla media storica.