Sci, le fake news di Ricciardi sulla Svizzera: oggi è il 100° giorno consecutivo con piste aperte e non c’è stata alcuna ripercussione sulla curva epidemiologica

In Svizzera, oggi è il 100° giorno consecutivo con le piste da sci aperte. La replica alle accuse di Ricciardi: non si può imputare allo sci un aumento dei contagi e la sicurezza degli impianti è dimostrata
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Oggi, lunedì 15 febbraio, in Italia avrebbero dovuto riaprire gli impianti di sci nelle regioni inserite in zona gialla. Eppure nella serata di ieri, a poche ore dalla riapertura, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha esteso la chiusura fino al 5 marzo. Sono seguite aspre polemiche da parte degli operatori di uno dei settori più in ginocchio per via delle chiusure dovute alla pandemia da SARS-CoV-2. E la rabbia cresce se si pensa che molti Paesi europei hanno deciso di non sacrificare questo importante settore dell’economia, senza che questo avesse ricadute negativo dal punto di vista epidemiologico.

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È emblematico il caso della Svizzera, oggi al 100° giorno consecutivo con le piste da sci aperte (vedi foto della gallery scorrevole in alto). Le parole di Walter Ricciardi, consigliere del Ministro Speranza, hanno acceso le polemiche con il vicino Oltralpe. Nonostante i dati della Svizzera dimostrino il contrario, infatti, Ricciardi ha affermato: “La situazione epidemiologica prevedeva questo tipo di fenomeno già da ottobre novembre. Infatti quei Paesi che non hanno chiuso gli impianti sciistici sono quelli, come la Svizzera, che hanno fatto penetrare la variante inglese e che in questo momento sono in condizioni peggiori”.

Secondo Ricciardi, dunque, la Svizzera, mantenendo aperti gli impianti da sci, è stata la porta di ingresso per la variante britannica di SARS-CoV-2 in Europa. A queste parole, ha ribattuto prontamente il direttore di Funivie svizzere Berno Stoffel:Si tratta di speculazioni”, ha affermato, citato dalla Radio svizzera italiana Rsi. E non ci sono evidenze di una responsabilità elvetica nella diffusione di questa variante: le misure di protezione adottate negli impianti sciistici “sono efficaci“, ha spiegato.

Per Stoffel, non si può imputare allo sci un aumento dei contagi e la sicurezza degli impianti è dimostrata da un esame comparativo con altri mezzi di trasporto. In Svizzera sono finora stati scoperti 6.003 casi di infezioni con le varianti mutate di SARS-CoV-2, stando ai dati riferiti oggi dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) all’agenzia di stampa elvetica Keystone-ATS. Ma ci sono forti sottovalutazioni in cantoni dove poco o nessun materiale è stato sequenziato.

Nonostante gli impianti sciistici siano rimasti sempre aperti in questa stagione invernale, la Svizzera non ha subito un’impennata dei contagi; anzi da inizio gennaio, si registra una tendenza in calo, come dimostra il seguente grafico.

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