Il violento terremoto che si è verificato qualche ora fa tra Australia e Nuova Zelanda ha fatto scattare l’allerta tsunami. Alle ore 13:20 italiane del 10 febbraio 2021, le reti sismiche di tutto il mondo hanno registrato un evento sismico di magnitudo Mwpd 7.5 vicino alla Nuova Caledonia a Sud-Est rispetto alle Loyalty Islands. Questa regione dell’Oceano Pacifico Meridionale è considerata una delle più attive del pianeta dal punto di vista sismico a causa della velocità con cui collidono la placca australiana e quella Pacifica (circa 75 mm/anno).
Il Pacific Tsunami Warning Center ha emesso un messaggio di allerta Tsunami con una variazione del livello del mare da 0.3 fino ad 1 m per la regione comprendenti le isole Fiji, le isole Vanuatu e la Nuova Zelanda. La localizzazione preliminare calcolata dal PTWC stima una magnitudo M 7.7 ad una profondità di 33 km. Per eventi così forti è possibile che la magnitudo vari ancora in maniera significativa, essendo questa una stima speditiva per poter valutare il rischio di un potenziale tsunami prima possibile.
I primi dati provenienti dai mareografi della regione confermano che è in corso uno tsunami (ore 15.39 IT).
L’agenzia meteorologica australiana ha confermato che uno tsunami è stato innescato dal violento terremoto nel sud del Pacifico. “Tsunami confermato”, si legge in un tweet che avvisa di una “minaccia” per l’isola di Lord Howe che si trova a circa 550 chilometri a est dalla terraferma australiana. La gravità della minaccia ha spinto le autorità neozelandesi a esortare i cittadini ad allontanarsi dalle coste.