Sulla sponda bresciana del Lago di Garda ad attendere i visitatori c’è la splendida Sirmione di cui il fiore all’occhiello è senza ombra di dubbio il Castello Scaligero di Sirmione.
Il Castello e la sua Darsena trecentesca sono tra i più completi e meglio conservati castelli d’Italia e rappresentano uno dei rari esempi di fortificazioni lacustri marine. Camminando tra gli spazi del maniero i visitatori di tanto in tanto colgono un brivido spettrale, allora il ricordo dell’amore turbato dall’omicidio di Ebengardo e Arice ritorna con il racconto della sua leggenda.
La storia del Castello Scaligero di Sirmione
Il Castello di Sirmione è posto al termine della lunga lingua di terra che si spinge dall’entroterra al Lago di Garda, qui un braccio d’acqua superato da un ponte levatoio divide la terraferma dall’isola difesa dal Castello Scaligero.
Il Castello e la sua Darsena trecentesca sono tra i più completi e meglio conservati castelli d’Italia e rappresentano uno dei rari esempi di fortificazioni lacustri marine poiché si trattava di una fortificazione destinata ad uso portuale.
Sirmione durante il XIII secolo era già organizzata in libero Comune ed entrò a far parte dei domini della famiglia Della Scala, la sua realizzazione fu voluta proprio dal podestà di Verona Leonardino della Scala, anche conosciuto come Mastino della Scala.
La costruzione dell’imponente rocca era destinata a una funzione difensiva di protezione del borgo e del porto, nonché al controllo portuale che la città di Sirmione esercitava in quanto posizionata al confine.
Circa un secolo dopo la costruzione del Castello, di cui non è nota la data esatta di edificazione, vennero aggiunti due cortili e una fortificazione indipendente, unita tramite barbacane (una costruzione antemurale che serviva come ulteriore protezione) a quella principale per coadiuvare le difese della fortezza.
Quando nel 1405 Sirmione entrò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, vide un ulteriore rafforzamento delle sue strutture difensive e la realizzazione della darsena così come la conosciamo e che probabilmente ne sostituiva una preesistente in legno.
Il Castello di Sirmione mantenne il primato di postazione difensiva sino al XVI secolo, quando cominciò un lento ma inesorabile declino della rocca in concomitanza all’aumento di peso politico assunto dalla vicina cittadella di Peschiera del Garda.
Il Castello rimase sede della guarnigione militare, fino alla caduta di Venezia nel 1797. poi caserma dei francesi e degli austriaci, sino all’Unità d’Italia.
La leggenda del Castello Scaligero di Sirmione
Anche il Castello Scaligero di Sirmione come molti altri manieri ha una sua leggenda che prende le sembianze di un fantasma che si aggira tra le sale del castello nelle notti di tempesta.
La leggenda narra che un giovane di nome Ebengardo, che viveva tranquillo nel castello con la sua amata sposa Arice, durante una terribile notte di pioggia e vento sferzante, ospitò tra le mura della Rocca di Sirmione un cavaliere che si era presentato come Elaberto, Marchese del Feltrino.
Il marchese completamente rapito dalla bellezza di Arice e deciso a possederla a ogni costo, nel corso della notte si introdusse nelle stanze della dama per portare a termine il suo terribile piano.
Alte furono le grida della donna che svegliarono il suo sposo che si precipitò nella stanza, trovandola troppo tardi. Era stata strappata alla vita dal maligno pugnale di Elaberto.
Furente e accecato dalla rabbia Ebenegardo si lanciò verso l’assassino ma nella violenza della colluttazione rimase ucciso dal suo stesso pugnale.
Si dice che disperato per non aver salvato la sua amata e neppure vendicato la di lei morte, si aggiri come uno spettro tra le stanze del castello, condannato da un destino infausto a non ricongiungersi con la sua Arice neppure dopo la morte.
Il percorso all’interno del Castello Scaligero di Sirmione
L’ingresso al castello avviene attraverso un rivellino, una struttura posta a fortificazione della porta e che si affaccia dalla piazza del borgo di Sirmione.
Il ponte che si percorre oggi in muratura era un tempo un ponte levatoio del quale è ancora possibile vedere i fori dove alloggiavano le travi utilizzate per il sollevamento della struttura.
Il portale un tempo era protetto da una saracinesca e immette al porticato dove sono presenti tre piroghe altomedievali recuperate nelle acque del fiume Oglio da una squadra di archeologi del Centro di Archeologia Subacquea.
Il cortile centrale un tempo utilizzato come piazza d’armi per le esercitazioni militati è ancora protetto dalle tre torri e dal mastio. Gli edifici erano strettamente collegati per consentire alle truppe spostamenti rapidi verso i camminamenti di ronda che percorrono i 4 lati del cortile principale.
I camminamenti percorribili furono realizzati in pietra di Verona e consentivano alle guarnigioni di trovare protezione dal nemico e di scagliare micidiali proiettili attraverso le merlature costituite da merli ghibellini a coda di rondine.
Dal cortile si accede alla torre di sud-ovest che è aperta verso l’interno, cioè scudata per garantire un maggior controllo ai difensori e non permettere ai nemici di trovare riparo in caso di occupazione della rocca.
Dal lato sud dei camminamenti si accede al Mastio che in origine era l’abitazione del castellano ed era affiancato dai dormitori per i soldati. Alto ben 37 metri, decorato con uno stemma scaligero e coronato da mensole di pietra, il Mastio ha visto nel 1920 la ricostruzione dei merli, mentre un tempo alla base del parapetto dovevano trovarsi le aperture usate come caditoie, spazi cioè da cui si facevano piombare sugli aggressori vari materiali e proiettili.
Giunti sulla cima del Mastio si offre al visitatore una veduta panoramica del Lago di Garda.
La Darsena del Castello di Sirmione
La Darsena costituiva il porto nel quale riparavano le flotte scaligere e veneziane e costituisce un eccezionale esempio di fortificazione portuale del XIV secolo; si tratta, infatti, della più antica darsena giunta sino a noi in condizioni pressocché integre.
Per lungo tempo il bacino interno della darsena era stato interrato dai detriti depositati nel corso dei secoli ed era arrivato ad essere per tutto l’Ottocento solo un cortile calpestabile; nel 1919 fu sterrato e tornò ad accogliere l’acqua; mentre dal 2018, in seguito a un restauro che ha portato anche alla realizzazione di una scala nella torre di nord-est, è oggi visitabile dai turisti.
Quella che rappresenta l’odierna darsena del Castello di Sirmione è probabilmente quella costruita dalla Repubblica di Venezia sul modello dell’Arsenale di Venezia e che andò a sostituire la più antica darsena lignea.
La darsena ha una forma irregolare trapezoidea e il muro esterno ha una leggera inclinazione, questi accorgimenti erano probabilmente utilizzati per proteggere lo specchio d’acqua interno dal vento di tramontana, il temibile “pelèr” che soffia dal nord.
Una scala conduce ai due camminamenti di ronda che la percorrono su tre lati: quello inferiore doveva servire l’attacco alle barche di eventuali aggressori, mentre quello superiore era destinato alla difesa operata dalle milizie.