Coronavirus, adesso tutti vogliono il vaccino russo Sputnik ma 8 mesi fa prendevamo in giro Putin che l’aveva testato sulla figlia Maria

Coronavirus, la Regione Lazio prenota 1 milione di dosi del vaccino russo Sputnik. Ma 8 mesi fa dall'Italia prendevamo in giro Putin: "fa solo propaganda". Quanto tempo abbiamo perduto e quante vite umane sacrificate per la presunzione di essere migliori degli altri?
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Adesso tutti vogliono il vaccino russo Sputnik, che Putin ha prodotto in tempi record lo scorso anno e ha somministrato per prima a sua figlia Maria, la primogenita, l’11 agosto 2020, ben 8 mesi fa. Da quel momento decine di milioni di persone sono state vaccinate con lo Sputnik in Russia e nei Paesi che hanno scelto di acquistarlo. Adesso lo vuole anche l’Italia, dopo che per mesi abbiamo sbeffeggiato il governo russo per il vaccino di Putin considerandolo una propaganda di regime.

Stamattina l’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha chiesto al Governo addirittura di produrlo in Italia: “Ho chiesto oggi durante l’incontro con le Regioni al Governo nelle persone dei ministri degli Affari regionali e della Salute rispettivamente, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza di valutare tra l’altro la possibilità di produrre anche in Italia il vaccino russo Sputnik V su cui si è avviata la rolling review di Ema e comunque di valutare la possibilità già di opzionare il vaccino per farsi trovare pronti dopo l’eventuale via libera di EMA e di AIFA. La signora Nina Kandelaki direttore del Dipartimento dello sviluppo dei progetti sanitari del Fondo russo di investimenti diretti (RDIF), ha dato la disponibilità sia all’opzione delle dosi, che a facilitare il dialogo per sviluppare la produzione del vaccino, ringraziando per la cooperazione scientifica tra l’Istituto Spallanzani di Roma e l’Istituto Gamaleya di Mosca che firmeranno un protocollo d’intesa scientifico per una collaborazione stabile tra i due Istituti“, spiega inoltre D’Amato dopo il meeting di altissimo livello tenuto stamattina tra i tecnici dell’Istituto Spallanzani, diretti da Francesco Vaia, e l’Istituto di Mosca che ha messo a punto il vaccino (Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologia N.Gamaleya), a cui stanno partecipando anche la responsabile Salute di un fondo russo di investimenti e i diplomatici dell’ambasciata russa in Italia. “Inoltre la signora Kandelaki ha dichiarato la volontà di mettere a disposizione tutto ciò che è necessario per consentire la produzione del vaccino in Italia -spiega D’AmatoPenso che questa disponibilità sia importante poichè abbiamo bisogno di tutte le munizioni possibili in questa guerra e soprattutto di utilizzare tutti i vaccini efficaci oggi a disposizione innanzitutto per la copertura delle varianti“.

La Regione Lazio è intenzionata a richiedere un milione di dosi di Sputnik. I tempi potrebbero essere rapidissimi: entro due settimane Ema potrebbe già concludere l’analisi del vaccino, e a quel punto la tempistica per avere lo Sputnik sarebbe di una decina di giorni.

Coronavirus, il direttore dello Spallanzani sul vaccino russo Sputnik: “superare la logica della geopolitica”

Francesco VaiaEsprimo grande soddisfazione per aver oggi condiviso con un istituto di grande prestigio internazionale come Gamaleya strategie, studi per combattere la pandemia. Da oggi abbiamo instaurato un rapporto stabile che consentirà a nostri due istituti di scambiare dati e materiale, anche biologico, per poter affrontare questa pandemia e combatterla“. Così il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia. “Soprattutto in un momento delicato come questo lo Spallanzani pone al servizio il suo know-how, la sua capacità di ricerca per approfondire, studiare qualsiasi vaccino, anticorpo monoclonale o terapia innovativa utile per sconfiggere la pandemia – aggiunge -. Il vaccino è sempre più strumento strategico. E’ giusto che noi verifichiamo la qualità, la sicurezza e l’efficacia superando la logica del brevetto e della geopolitica. La scienza va avanti per la sua strada ponendosi al servizio della gente per porre al centro della sua attenzione la persona, utilizzando gli strumenti più opportuni“.

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