Da una frana di circa 440 mila metri cubi ad una di 2,1 milioni di metri cubi le conseguenze sono ben diverse. Uno studio commissionato dal comune di Tavernola Bergamasca, con finanziamento di Regione Lombardia, allo Studio Geoter di Ardesio, sotto la guida del geologo Sergio Santambrogio, e dalla spin-off EG4RISK guidata da Giovanni Crosta del Dipartimento di Geologia e Geotecnologie dell’Università di Milano Bicocca, analizza i possibili scenari della frana di Tavernola che minaccia di crollare nel Lago d’Iseo creando uno tsunami. In tutti e 3 gli scenari possibili, la zona interessata è quella della Cementeria Italsacci (già evacuata), le strade provinciali a lago, nella parte alta del versante, e la strada per Parzanica ed altre aree del comune di Tavernola Bergamasca.
“Gli scenari di frana sono indispensabili per poter aggiornare i Piani di Emergenza di Protezione Civile di Tavernola – ha sottolineato l’assessore alla Protezione civile della Lombardia Pietro Foroni – ma anche di tutti i comuni rivieraschi, soprattutto in relazione agli effetti che la frana potrebbe generare indirettamente con la caduta nel lago d’Iseo“. Per questo, l’Autorità di Bacino lacuale, con un contributo di Regione Lombardia, sta incaricando l’Università degli Studi di Bologna – Dipartimento di Fisica e Astronomia, la massima autorità scientifica italiana nella modellazione delle onde d’acqua sollevate da fenomeni franosi. I primi risultati sono attesi per i primi giorni della prossima settimana, ma nel frattempo, con la frana che sta rallentando, domani è stato convocato un incontro con Regione Lombardia, la Provincia di Bergamo, la Prefettura e i Comuni di Tavernola, Parzanica e Vigolo, per cercare una soluzione tecnica per gestire le strade provinciali e comunali attualmente chiuse con l’isolamento di Parzanica. Visto il trend di decelerazione costante della frana, le strade potrebbero essere parzialmente riaperte in massima sicurezza, con alcune condizioni specifiche grazie al monitoraggio costante della frana.
Venerdì 12 marzo, invece, è in programma un incontro in videoconferenza con tutti gli enti pubblici coinvolti e le Prefetture di Bergamo e Brescia per illustrare i contenuti tecnici degli studi effettuati e per fare il punto sulla pianificazione d’emergenza in corso di definizione attraverso le Comunità Montane dei Laghi Bergamaschi e del Sebino Bresciano.