L’equinozio di primavera, che dà inizio alla primavera astronomica, cade, quest’anno, il 20 marzo alle 10:37 ora italiana. Etimologicamente parlando, il termine equinozio deriva dal latino “aequus nox”, inteso per “notte uguale” sottointeso “al dì”: si tratta di una definizione puramente teorica in quanto gli effetti della rifrazione atmosferica, il semidiametro del Sole e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del giorno ecceda quella della notte.
Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell’anno nei quali hanno inizio, rispettivamente, la primavera e l’autunno, in senso astronomico. In particolare, si chiama equinozio di primavera o Punto Gamma o nodo ascendente o Punto d’Ariete, il punto di intersezione tra eclittica ed equatore celeste in cui il Sole passa dall’emisfero australe a quello boreale, mentre per equinozio d’autunno o Punto Omega o nodo discendente o Primo punto della Libra si intende il punto di intersezione tra eclittica ed equatore celeste in cui il Sole passa dall’emisfero boreale a quello australe.
Che cos’è l’equinozio di primavera e perché è un evento speciale
“L’asse della Terra è inclinato e, durante il suo percorso lungo l’orbita, ogni tanto il Sole vede l’emisfero Nord e poi quello Sud: l’equinozio si ha quando la nostra stella è perpendicolare sull’equatore, nel momento in cui il Sole è sopra l’orizzonte per 12 ore e al di sotto per 12 (indicativamente, perché non sono esattamente e precisamente 12),” ha spiegato ai microfoni di MeteoWeb Sandro Bardelli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. L’equinozio di primavera “può avvenire in una data tra il 19 e il 21 marzo perché l’orbita della Terra non viene completata in 365 giorni ma in 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi: dato che il calendario è formato da 365 giorni, l’equinozio ‘si sposta’ e quando abbiamo l’anno bisestile rimettiamo tutto in ordine“.
Tornando indietro nel tempo, nel corso dei secoli, dei millenni, è sempre stata “una festa per tutte le civiltà, che simboleggia la rinascita della natura, da Stonehenge alla Mesopotamia, celebrata dai popoli che in alcuni casi facevano partire l’inizio dell’anno proprio nel giorno dell’equinozio, fino ad arrivare alla cultura cristiana che vi ha legato la data della Pasqua, che viene fissata la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, cioè la prima Luna piena a partire dal giorno dell’equinozio,” ha ricordato l’esperto. “Quando Cesare riformò il calendario nel 46 a.C., questo era composto da 365 giorni e un quarto, e ogni 4 anni c’era un anno bisestile e l’equinozio cadeva il 25 marzo, poi, man mano, poiché non coincideva con l’anno solare, la data si è spostata sempre prima, e 128 anni dopo era il 24 marzo. Arrivando al Concilio di Nicea nel 325 d.C l’equinozio cadeva il 21 marzo, ed in quel giorno è stato fissato. Andando avanti nel tempo questo ‘anticipo’ di un giorno ogni 128 anni ha continuato ad esserci, finché nel 1582 non si è dovuto nuovamente riformare il calendario di 10 giorni, con la riforma gregoriana, fondata sull’anno solare, in base alla quale ogni 4 anni ci sono gli anni bisestili e gli anni secolari, eccetto quelli multipli di 400, non sono bisestili“.
E’ senza dubbio “un evento importante – evidenzia il ricercatore – perché simboleggia la rinascita della natura, tanto che le religioni hanno allineato i monumenti con i punti di riferimento nei giorni in cui il Sole sorge o quando è alto in cielo, a mezzogiorno. Oggi noi astronomi contiamo le coordinate celesti basandoci sul punto equinoziale“.
Nel weekend dell’equinozio anche il passaggio dell’asteroide 2001 FO32
Il giorno dopo l’equinozio di primavera, l’asteroide near-Earth 2001 FO32 passerà a circa 2 milioni di km dalla Terra, circa 5 volte la distanza Terra-Luna. Sarà il “flyby” con l’asteroide di maggiori dimensioni dell’anno, scarsamente visibile dall’Italia a causa dell’orbita eliocentrica seguita, che privilegia gli osservatori dell’emisfero australe. Si tratta di un “sasso cosmico” – scoperto il 23 marzo 2001 dal telescopio di Socorro del progetto Linear – che segue un’orbita di tipo “Apollo” piuttosto eccentrica: al perielio passa a 0,29 unità astronomiche (Au) dal Sole, mentre all’afelio si porta a 3,1 Au, ossia in piena Fascia principale degli asteroidi.
L’asteroide 2001 FO32, afferma Bardelli, “del diametro di 1 km passera a 2 milioni di km dalla Terra ad una velocità relativa di 122mila km/h“, è stato classificato “come un Near-Earth asteroid” a causa della sua orbita che lo porta vicino al nostro pianeta e per le sue dimensioni. Pur non rappresentando un pericolo per la Terra è però sempre interessante considerare gli effetti dell’impatto di un asteroide di questa taglia: “Se cadesse sulla Terra, creerebbe un cratere di 10 km, con un raggio di distruzione di 100 km, e a contatto con il suolo rilascerebbe istantaneamente un’energia totale equivalente all’esplosione contemporanea di circa 11 milioni di bombe atomiche come quella di Hiroshima“. Si tratta però solo di una curiosità, in quanto il passaggio avverrà in totale e assoluta sicurezza: tanto per rendere l’idea, conclude l’esperto, “se la Terra fosse delle dimensioni di un piatto di 25 cm, e la Luna grande quanto un piattino di una tazzina da caffè, la distanza Terra-Luna sarebbe di 7 metri e, su questa scala, l’asteroide passerà a una distanza di ben 35 metri dal nostro pianeta: una distanza enorme,” e quindi, va sottolineato, “in nessun caso ci potrebbe colpire, siamo certi dell’orbita che seguirà, non c’è alcun motivo di preoccuparsi. Anzi, possiamo anche dire con certezza che nessun asteroide che conosciamo rappresenta un rischio per la Terra“.