Dopo la fontana di lava alta 500 metri e la nube eruttiva alta oltre 8mila metri, l’odierno 12° parossismo dell’Etna si è concluso: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo ha spiegato che “la fontana di lava è cessata. Si è conclusa anche la debole attività stromboliana al cratere di Sud-Est. Per quanto riguarda l’emissione lavica, la colata di lava principale che si espande in Valle del Bove continua ad essere moderatamente alimentata e il fronte lavico si attesta ad una quota di circa 1700 m slm. E’ stata inoltre osservata una seconda colata lavica che si è propagata verso Sud-Est sul versante occidentale della Valle del Bove fino a raggiungere una quota di circa 3000 m slm ed appare anch’essa non più alimentata e in raffreddamento. E’ stata segnalata ricaduta di cenere anche sugli abitati di Milo, Santa Venerina, Torre Archirafi. Continua l’attività stromboliana intracraterica alla Voragine, Bocca Nuova e Cratere di Nord-Est.
L’ampiezza media del tremore vulcanico è in decremento mantenendosi ancora su valori alti. Le sorgenti del tremore sono localizzate al Cratere di SE ad una profondità di circa 2.5 km s.l.m..
Il tasso di occorrenza degli eventi infrasonici è alto e la loro localizzazione permane presso il Cratere di SE.
L’analisi dei dati clinometrici per l’evento parossistico ha mostrato variazioni in diverse stazioni, con valori massimi cumulati (inferiori a 3 microradianti) registrati alla stazione di Cratere del Piano (ECP). I dati della rete GNSS nelle ultime ore non hanno mostrato variazioni significative“.
Etna: cenere su fiori e verdure
La caduta di cenere no stop provoca danni a piante, fiori e verdure coperti da una coltre nera che soffoca le produzioni, impedisce la crescita e costringe gli agricoltori a lunghe e pesanti operazioni di pulizia che fanno impennare i costi: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento agli effetti della continua attività eruttiva dell’Etna che ha fatto scattare la richiesta di calamità naturale da parte dei produttori. A essere colpite in particolare le coltivazioni di spinaci, cavolfiori, insalate e agrumi – spiega la Coldiretti – ma anche piante e fiori nei vivai con i pezzi di lava piovuti dal cielo danneggiando le foglie mentre gli agricoltori corrono da una parte all’altra dei campi per ripulire tutto dalla cenere che impedisce la crescita delle piante anche nelle serre dove la polvere scura blocca il passaggio della luce. La manutenzione straordinaria è estesa in generale a tutti gli strumenti di lavoro che rischiano malfunzionamenti e blocchi – conclude Coldiretti – in un momento in cui le produzioni siciliane dell’area etnea partono per raggiungere i maggiori mercati ortofrutticoli e florovivaistici d’Italia e d’Europa.