Dal dicembre 2020, “a Muntagna” è molto attiva: si sono registrati 4 episodi deboli di fontana di lava e di emissione di flussi lavici il 13-14, il 21 e 22 dicembre, e di nuovo il 18 gennaio 2021. Oltre a questi episodi più intensi, l’attività è stata continua in tutti e quattro i crateri dell’Etna, in particolare al cratere di Sud-Est, dove due bocche principali hanno prodotto lievi esplosioni stromboliane.
L’attività ha subito una brusca accelerazione nel pomeriggio del 16 febbraio, quando l’attività eruttiva al Cratere di Sud-Est è aumentata rapidamente con emissioni e fontana di lava. Il piccolo cono di scorie che nei giorni precedenti era cresciuto intorno alla bocca orientale è crollato, formando un piccolo flusso piroclastico. Una grande colonna eruttiva si è innalzata per diversi km al di sopra del vulcano prima di spostarsi verso sud, causando ricadute di cenere e lapilli su aree popolate tra cui Catania. Cenere fine ha raggiunto anche l’area di Siracusa, 60-80 km a sud. I flussi lavici si sono estesi per circa 4 km lungo i pendii, verso la Valle del Bove: questo è stato il primo grande episodio eruttivo parossistico dell’Etna dal quello che ha interessato la Voragine il 3-5 dicembre 2015.
Dal 17 febbraio, altri 6 parossismi si sono verificati al Cratere di Sud-Est, alcuni dei quali sono stati piuttosto violenti: nella notte del 17-18 febbraio, la mattina del 19, nelle notti del 20-21 e 22-23 febbraio, la sera del 24, e infine la mattina del 28 febbraio. Tali eventi hanno generato colonne eruttive alte 10-12 km, fontane di lava che si innalzavano anche fino a 1000 metri (oltre i 1500 metri durante il parossismo del 22-23 febbraio), e flussi di lava, soprattutto verso la Valle del Bove, con flussi minori verso sud-ovest.
Ci sono state anche frequenti interazioni esplosive tra flussi lavici e accumuli di neve sul terreno, che hanno prodotto anche piccoli flussi di fango, vapore e cenere, simili a flussi piroclastici.
Un vero e proprio flusso piroclastico lungo qualche centinaio di metri si è formato sui fianchi del cono del cratere di Sud-Est, il 24 e 28 febbraio.
Le ricadute di tefrite hanno colpito due volte i centri abitati sul fianco occidentale (Bronte, Maletto), e tre volte il fianco sud-est, comprese le città di Zafferana Etnea, Milo, Santa Venerina e Acireale. La caduta della tefrite del 28 febbraio è stata particolarmente pesante e ha danneggiato le auto a Zafferana e dintorni, e probabilmente ha causato incendi sul bordo settentrionale della Valle del Bove, vicino a Monte Rinatu.