Etna: come trasformare le ceneri vulcaniche da rifiuto a risorsa [FOTO]

Le ceneri vulcaniche dell’Etna potrebbero essere utilizzate nei settori dell’ingegneria civile e ambientale, trasformandosi da rifiuto a risorsa
  • Provini di malta isolante con cenere fine rid
    Provini di malta isolante con cenere fine
  • Immagine al SEM di cenere vulcanica etnea
    Immagine al SEM di cenere vulcanica etnea
  • Pannello e mattonella isolante con cenere grossa rid
    Pannello e mattonella isolante con cenere grossa
  • prova di compressione su malta isolante
    Prova di compressione su malta isolante
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Le ceneri vulcaniche dell’Etna, cadute in abbondanza soprattutto sui paesi pedemontani nelle ultime settimane a seguito dei frequenti parossismi del vulcano, potrebbero essere utilizzate per diverse applicazioni nei settori dell’ingegneria civile e ambientale, trasformandosi da rifiuto a risorsa, da problema ad opportunità.
In tale prospettiva si inserisce il progetto REUCET – Recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee, condotto da un team di studiosi dell’Università di Catania e finanziato dal Ministero dell’Ambiente: come evidenziato dal prof. Paolo Roccaro (ordinario di Ingegneria sanitaria ambientale del dipartimento di Ingegneria civile e Architettura – Dicar), responsabile scientifico del progetto REUCET, l’uso delle ceneri vulcaniche in sostituzione di materiali naturali consentirebbe il duplice vantaggio ambientale di ridurre il consumo di risorse naturali e di evitare lo smaltimento della cenere come rifiuto, promuovendo la transizione verso un’economia circolare.

Il progetto REUCET, conclusosi nel febbraio del 2020, per la prima volta ha affrontato il problema del recupero delle ceneri vulcaniche etnee in modo sistematico. Infatti, la tematica è stata affrontata con un approccio interdisciplinare che ha coinvolto diversi gruppi di ricerca coordinati dai professori Salvatore Damiano Cafiso, Loredana Contrafatto, Ernesto Motta e Federico Vagliasindi del Dicar, Antonino Pezzino e Marco Viccaro del dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali e Enrico Ciliberto del dipartimento di Scienze chimiche. È stato studiato l’uso della cenere in processi e tecniche di produzione già esistenti con immediato trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese del territorio. Sono state a tal proposito valutate diverse possibilità di utilizzo della cenere e dei lapilli dell’Etna: dall’impiego nel calcestruzzo, nelle malte, negli intonaci, alla realizzazione di prodotti laterizi tradizionali, a sottofondi stradali, a opere geotecniche, fino a soluzioni in cui viene utilizzato come adsorbente con finalità di riduzione dell’inquinamento.

Immagine al SEM di cenere vulcanica etnea
Immagine al SEM di cenere vulcanica etnea

In particolare, risultati interessanti sono stati trovati nel confezionamento di malte, intonaci e pannelli isolanti, grazie alle proprietà di isolamento termico dovute all’elevata porosità che contraddistingue i prodotti piroclastici. Inoltre, i prodotti ceramici realizzati presentano complessivamente caratteristiche fisico-meccaniche in linea con quelle mostrate dai prodotti ceramici convenzionali, persino migliori in alcuni casi. I ricercatori del progetto REUCET hanno anche valutato la realizzazione di materiali innovativi (compositi fotocatalitici e zeoliti) per il contenimento dell’inquinamento. Un’altra alternativa appropriata e sostenibile studiata è il recupero ambientale di aree degradate che permetterebbe di impiegare le migliaia di tonnellate di cenere cadute. Anche l’impiego nell’edilizia e nelle pavimentazioni stradali della viabilità provinciale consentirebbe l’uso di volumi importanti con limitati costi di trasporto.

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