Etna in eruzione, l’aggiornamento INGV dopo il nuovo parossismo: emissione lavica alimentata, il fronte ha raggiunto quota 1800 metri

Eruzione Etna, INGV: l'attività di fontana di lava al Cratere di Sud-Est si è conclusa alle 04:30
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Nuovo parossismo la notte scorsa sull’Etna dove l’attività stromboliana, presente da ieri sera dal cratere di Sud-Est, è passata a fontana di lava, alimentando un flusso lavico che si è diretto nella Valle del Bove. Il fenomeno è stato accompagnato da forti boati che si sono uditi a grande distanza e dall’emissione di una colonna di nube eruttiva che, sospinta dal vento ad alta quota, ha fatto cadere lapilli e cenere lavica sul versante nord-est del vulcano.
Dopo il parossismo, l’Etna è tornato in fase di quiete: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo ha reso noto che “l’attività di fontana di lava al Cratere di Sud-Est si è conclusa alle 04:30, l’emissione lavica che si espande lungo il versante occidentale della Valle del Bove continua ad essere moderatamente alimentata ed al momento il fronte lavico ha raggiunto la quota di circa 1800 metri s.l.m.
Dal punto di vista sismico “l’ampiezza del tremore vulcanico si è riportata su valori medi. La sorgente del tremore risulta in prossimità del cratere di SE ad una profondità di 2500 m s.l.m. Il numero degli eventi infrasonici è alto e la loro localizzazione è in prossimità del cratere di SE“.
L’analisi dei dati clinometrici “ha mostrato variazioni a diverse stazioni in concomitanza dell’episodio parossistico, con valori massimi di circa 3 microradianti registrati alla stazione di Cratere del Piano (ECP). I dati della rete GNSS non hanno mostrato variazioni significative“.

Etna, notte di cenere e lapilli su piante e fiori

etna Una coltre nera di cenere e lapilli ha danneggiato piante, fiori, verdure e serre con gli agricoltori impegnati a salvare il lavoro di un anno dalla furia del vulcano: e quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento all’ultima notte di fuoco e lava dell’Etna che ha fatto scattare la richiesta di calamità naturale da parte dei produttori. A essere colpite in particolare le coltivazioni di spinaci, cavolfiori e insalate – spiega la Coldiretti – ma anche piante e fiori nei vivai con i pezzi di lava che sono piovuti dal cielo danneggiando le foglie mentre gli agricoltori corrono da una parte all’altra dei campi per ripulire tutto dalla cenere che impedisce la crescita delle piante anche nelle serre dove la coltre nera blocca il passaggio della luce. La manutenzione straordinaria è estesa in generale a tutti gli strumenti di lavoro e questo – continua Coldiretti – fa lievitare i costi aziendali soprattutto in un momento in cui le produzioni siciliane dell’area etnea partono per raggiungere i maggiori mercati ortofrutticoli e florovivaistici d’Italia e d’Europa.

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