“Durante la notte del 23-24 marzo 2021 è avvenuto il 16° episodio eruttivo parossistico al Cratere di Sud-Est” dell’Etna “nella sequenza iniziata il 16 febbraio. Questo episodio si discosta da quelli precedenti per la lenta intensificazione dell’attività, l’inizio di un trabocco lavico ore dopo l’inizio delle fontane di lava, e la lunga durata della fase di fontana di lava e generazione di una colonna eruttiva. Il materiale di ricaduta è stato distribuito dal vento inizialmente verso sud e successivamente verso sud-est”, spiega l’INGV a corredo di un video pubblicato sui propri canali social, in cui sono state raccolte le immagini del flusso piroclastico avvenuto il 24 marzo alle ore 3:38 (vedi video in fondo all’articolo). Le immagini sono riprese da tre punti diversi con telecamere termiche e visibile.
“Alle ore 03:37? locali del 24 marzo, un brusco incremento dell’attività esplosiva ha provocato lo scivolamento di materiale caldo accumulatosi nelle ore precedenti sul ripido fianco sud-orientale del cratere; questo materiale si è trasformato in un flusso piroclastico, che ha percorso circa 1 km sulla parete occidentale della Valle del Bove. Il fenomeno è stato documentato da ricercatori INGV, alcuni dei quali (Piergiorgio Scarlato e Jacopo Taddeucci, del laboratorio HPHT dell’INGV Roma 1) stavano eseguendo delle misure termiche e registrazioni video ad altissima velocità”, spiega l’INGV.
“L’attività attuale dell’Etna non è solo spettacolare, e problematica a causa delle ripetute ricadute di materiale piroclastico su aree popolate. Allo stesso tempo fornisce anche tantissime informazioni e dati, utili per una migliore comprensione dei processi eruttivi e della dinamica del vulcano in generale. I ricercatori utilizzano una varietà di strumenti per monitorare e studiare l’attività, fra quelli utilizzati in continuo per garantire una rapida ed efficace comunicazione con le autorità preposte, e quelli che servono a ricerche approfondite”, spiega ancora l’INGV.