Nelle prime ore del 12 marzo 2021, l’Etna, “preciso quasi come un orologio, ha fatto registrare l’inizio di una nuova attività stromboliana al Cratere di Sud-Est (CSE) di modesta intensità, mentre contestualmente proseguiva l’attività esplosiva intracraterica alla Voragine, Bocca Nuova e al Cratere di Nord Est. Quasi subito, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato un deciso incremento portandosi su valori alti, mentre le sorgenti del tremore si sono spostate sotto al CSE ad una profondità di circa 2.5 km s.l.m.. Era chiaro che questo fosse il preludio per un nuovo episodio parossistico, il dodicesimo in poco meno di un mese“: gli esperti INGV hanno riscostruito, passo passo, il parossismo odierno del vulcano, in un approfondimento pubblicato sul blog INGVvulcani.
Dalle ore 6:30 (ora locale), “l’attività stromboliana al Cratere di Sud Est è aumentata in intensità e frequenza, producendo una nube eruttiva. Un ulteriore aumento dell’attività stromboliana si è registrata a partire dalle 7:54, accompagnato da un trabocco lavico dall’area orientale del CSE, che si espandeva verso la Valle del Bove.
Alle ore 8:41, l’attività stromboliana è passata a fontana di lava, con la formazione di una nube eruttiva che ha raggiunto un’altezza di circa 6000 m di quota, trasportata dai venti in direzione Est. Il flusso lavico ha continuato ad espandersi verso la Valle del Bove, raggiungendo la quota di circa 2800 m slm.
Alle 9:39, la nube eruttiva prodotta dall’attività in corso ha raggiunto una quota di circa 8500 metri (Figura 2), disperdendosi a Est. La ricaduta di cenere ha interessato i paesi di Fornazzo e Giarre e successivamente anche quelli di Milo, Santa Venerina e Torre Archirafi. Il fronte della colata lavica che si espandeva in Valle del Bove ha raggiunto una quota di circa 2000 m slm.
L’attività di fontana di lava è cessata alle ore 10:50; sono continuate ancora per un po’ di tempo una debole attività stromboliana ed emissioni di cenere al cratere di Sud-Est.
Alle 11:15 l’attività era sostanzialmente finita. La colata di lava principale ha continuato ad essere moderatamente alimentata, con un fronte lavico sceso fino a circa 1700 m slm di quota. E’ stata inoltre osservata una seconda colata lavica che si è propagata verso Sud-Est sul versante occidentale della Valle del Bove fino a raggiungere una quota di circa 3000 m slm ed appare anch’essa non più alimentata e in raffreddamento.
L’ampiezza media del tremore vulcanico è diminuita rapidamente, mantenendosi su un livello medio basso. L’analisi delle deformazioni del suolo, in particolare dei dati clinometrici che sono i più sensibili, ha mostrato, anche in questo caso, piccole variazioni in diverse stazioni, con valori massimi (inferiori comunque a 3 microradianti) registrati dalla stazione di Cratere del Piano (ECP). I dati della rete GNSS invece non mostrano variazioni significative“.