Dopo alcuni giorni in cui l’Etna sembrava riposarsi dalla frenetica attività delle ultime settimane, alle 20:51 della sera di martedì 23 marzo, le reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Etneo hanno cominciato a registrare una debole attività stromboliana al Cratere di Sud Est (Figura 1 della gallery scorrevole in alto a corredo dell’articolo). Segno di ripresa: infatti nelle ore successive sia le esplosioni che l’ampiezza media del tremore vulcanico mostravano un incremento. Intanto la telecamera termica posta sulla Montagnola riprendeva l’evento (Figura 2).
La nube prodotta dall’attività eruttiva si è dispersa in direzione Sud-Sud Ovest. Nelle tarde ore della serata, intorno alle 23:16, l’attività stromboliana è passata a fontana di lava. Per quanto riguarda le deformazioni, sono state osservate deboli oscillazioni nei segnali della stazione tiltmetrica ECP, localizzata in località Cratere del Piano. I tiltmetri sono strumenti di elevata precisione che misurano l’inclinazione del suolo. Non si sono registrate variazioni significative alle altre stazioni delle reti Tiltmetrica e GNSS.
Durante la notte, verso le 3:35 del 24 marzo, dal Cratere di SE si è formata una colata lavica che si è diretta verso la Valle del Bove raggiungendo la quota di circa 2900 m. Successivamente l’attività di fontana di lava si è intensificata. La nube eruttiva prodotta dall’attività si è dispersa in direzione Sud-Sud Ovest, in accordo ad osservazioni dirette da parte di personale INGV-OE. Dalle telecamere di video-sorveglianza dell’INGV-OE si è osservato un flusso piroclastico, che è stato inoltre confermato dal personale INGV presente sul posto.
Durante l’evento di questa notte, alcuni ricercatori della sezione Roma 1 dell’INGV erano presenti sul posto, a Piano del Vescovo. Hanno osservato in tempo reale l’attività di fontanamento riprendendo il fenomeno tramite telecamera termica ad alta velocità e nel campo del visibile (Figura 3). Nonostante il buio pesto e le basse temperature, il team di ricercatori dell’INGV era in buona compagnia! (Figura 4).
Dal punto di vista sismico è proseguita la rilevazione di valori molto alti dell’ampiezza del tremore vulcanico. Una debole deformazione è stata registrata dalle stazioni tiltmetriche sommitali, mentre i segnali delle stazioni GNSS non hanno mostrano nessuna variazione significativa nelle ultime ore.
Questa mattina alle ore 6:00, il vulcano si presentava così (Figura 5).
Alle 9:45, l’INGV-OE ha comunicato che la fontana di lava al Cratere di Sud Est è cessata, mentre l’attività esplosiva è proseguita, producendo una nube vulcanica che ha raggiunto l’altezza di circa 4.5 km sul livello del mare e si è dispersa in direzione Sud Est. Durante la notte è stata segnalata la ricaduta di cenere nelle zone di Milia e Trecastagni. L’ampiezza media del tremore vulcanico progressivamente è diminuita, pur mantenendosi ancora su valori alti. I dati delle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non hanno mostrato significative variazioni rispetto alle ore precedenti.
Nella giornata del 24 marzo 2021, alcuni ricercatori dell’INGV di Catania e Roma hanno eseguito campionamenti in situ dei prodotti vulcanici di ricaduta generati dalla fontana di lava (Figura 6).
Al momento della pubblicazione dell’articolo, l’attività esplosiva al cratere di Sud Est è cessata. Le reti di deformazione del suolo evidenziano il rientro alla stabilità dei segnali, mentre l’ampiezza del tremore è rientrata nei valori medi.
Tuttavia, a causa della presenza di una copertura nuvolosa, le osservazioni in area sommitale sono discontinue, ma lo stato del vulcano è costantemente monitorato dall’INGV-OE.