Mentre l’Etna inizia l’11° parossismo delle ultime settimane, in un articolo pubblicato sul blog INGVvulcani, il vulcanologo Boris Behncke fa il punto sull’attività recente del vulcano.
“Dopo il breve e violento parossismo del 28 febbraio 2021, l’Etna ci ha dato circa due giorni di tregua. Eppure, in questo intervallo di relativa calma, non si è mai completamente fermata. Una debole emissione di lava continuava a scorrere da una bocca posta alla base orientale del Cratere di Sud-Est (Figura 1). Questo tipo di “sbavatura” lavica tra un parossismo e un altro non è una novità sull’Etna: fenomeni analoghi sono avvenuti anche fra alcuni dei parossismi dell’anno 2000 e del 2013. E ancora nel periodo di tregua, sono rimasti in attività gli altri crateri sommitali, che dal 16 febbraio in poi, durante tutta la serie di parossismi, non si sono mai fermati”, sottolinea Behncke.
Parossismo del 2 marzo 2021
“Il 2 marzo, poco dopo le 11:30 (ore locali), con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza si è osservato un aumento dell’emissione di gas, seguito da alcuni sbuffi di cenere, mentre alle 11:47 deboli esplosioni stromboliane annunciavano, da lì a poco, l’inizio di un nuovo episodio parossistico, l’ottavo della serie cominciata il 16 febbraio.
Seguendo la “coreografia” di quasi tutti i parossismi dell’Etna, l’attività si è gradualmente intensificata, seppur lentamente, per poi aumentare rapidamente dopo le 13:20 e passare a fontane di lava (Figura 2a). La fase più intensa del parossismo è iniziata tra le 14:00 e le 14:10, quando ha cominciato a formarsi una colonna eruttiva carica di materiale piroclastico (Figura 2b). Siccome i venti soffiavano in direzioni differenti a diverse quote, questo materiale è stato spinto su un vasto settore nella parte meridionale del vulcano, fra l’abitato di Ragalna ad ovest e Lavinaio ad est. Complessivamente, l’attività di fontana di lava è durata più di un’ora e mezza, e si è bruscamente arrestata poco dopo le 15:45″, sottolinea Behncke.
“La diffusa nuvolosità in zona etnea ha reso difficile l’osservazione del parossismo del 2 marzo. Le informazioni sull’attività si sono avute soprattutto grazie all’osservazione dell’andamento dell’ampiezza del tremore vulcanico registrato dalle reti di monitoraggio dell’INGV OE in tempo reale, che ha permesso di distinguere bene le diverse fasi del parossismo. Tuttavia, negli intervalli di parziale visibilità è stato possibile osservare, tramite la telecamera termica posta sulla Montagnola (EMOT), che in questo parossismo non si è attivata la zona della “bocca della sella”, e da quella parte non è avvenuto trabocco lavico. Solo in serata si è visto che è stata invece emessa una colata di lava in direzione della Valle del Bove, che si era sovrapposta a quelle dei parossismi precedenti, raggiungendo la quota di 1750 m.
Durante l’intervallo di calma successivo all’ottavo episodio parossistico, si è osservato che il lento trabocco lavico, la “sbavatura”, dalla bocca posta sotto la base orientale del Cratere di Sud-Est, continuava ad alimentare un piccolo flusso lavico lungo alcune decine di metri”.
Parossismo del 4 marzo 2021
“Il 4 marzo 2021 l’Etna ha dato la sveglia ai residenti delle aree circostanti con una nuova ripresa dell’attività. Intorno alle ore 01:20 ha avuto inizio una debole attività stromboliana, che si è intensificata molto gradualmente (Figura 3a), ed è stata accompagnata dal consueto aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico. Poco dopo le 04:00 è iniziato un lento trabocco di lava, attraverso la profonda nicchia che taglia il fianco orientale del Cratere di Sud-Est. Tuttavia, verso le 04:30 l’attività stromboliana era in netta flessione, l’ampiezza del tremore in diminuzione, e sembrava che un nuovo parossismo ormai non ci sarebbe più stato. All’alba l’attività stromboliana era completamente cessata, e il trabocco lavico sembrava ristagnare (Figura 3b)”.
“Già poco dopo le 6 del mattino, ha avuto inizio una nuova attività, questa volta non al Cratere di Sud-Est, ma alla sua base orientale, dove quella bocca, che negli intervalli inter-parossistici aveva prodotto le piccole “sbavature” di lava, cominciava a produrre una vivace attività stromboliana (Figura 4a). Successivamente si è osservata una graduale ripresa dell’attività al Cratere di Sud-Est, che si è lentamente intensificata, mentre il cratere Voragine ha prodotto frequenti sbuffi di cenere (Figura 4b)”.
“Fra le 08:45 e le 08:50 l’attività si è rapidamente intensificata, passando a fontane di lava, e producendo una colonna eruttiva alta alcuni chilometri (Figura 5a). Sui fianchi del cono del Cratere di Sud-Est si sono formati diversi piccoli flussi piroclastici (Figura 5b). Durante la fase di più intensa attività, le fontane di lava hanno raggiunto 600-800 m di altezza (Figura 6a), ma per gran parte del tempo non hanno superato 500 m di altezza. La colonna eruttiva si è alzata fino a 10-11 km di altezza, espandendosi verso nord-est, con conseguenti ricadute di materiale piroclastico sull’area di Linguaglossa, su alcuni comuni del messinese e della Calabria meridionale. L’attività di fontane di lava si è protratta fino alle 10:25 circa, quando le fontane di lava sono bruscamente diminuite, passando ad isolate esplosioni ed emissione di cenere (Figura 6b). Terminava così il nono parossismo”.
“Anche questa volta si è formata una colata di lava, che si è riversata verso la Valle del Bove, raggiungendo una quota di circa 1970 m. Per la seconda volta consecutiva invece non si è attivata la “bocca della sella”, e quindi non c’è stato trabocco verso il lato sud-occidentale del vulcano.
Durante l’intervallo di relativa calma dei giorni successivi è continuata la debole emissione di lava dalla bocca alla base orientale del Cratere di Sud-Est (Figura 7). Anche gli altri crateri sommitali hanno proseguito la loro consueta attività, con frequenti esplosioni e lancio di materiale incandescente dal cratere Voragine, ed attività stromboliana all’interno dei crateri di Nord-Est e Bocca Nuova”.
Parossismo del 7 marzo 2021
“Nelle prime ore del 7 marzo si sono avute le prime avvisaglie di un nuovo episodio parossistico al Cratere di Sud-Est, il decimo nell’arco di meno di tre settimane. Già nella serata precedente si era osservato un graduale aumento dell’emissione di lava dalla bocca alla base orientale del Cratere di Sud-Est. Nella notte, dalle ore 02:00 in poi, dei bagliori intermittenti e sporadiche esplosioni stromboliane (Figura 8a) dallo stesso cratere preannunciavano che l’attività esplosiva stesse riprendendo. Alle ore 02:45, l’attività stromboliana era ormai continua ma solo verso le 5 del mattino è iniziato il trabocco lavico verso la Valle del Bove (Figura 8b)”.
“Per alcune ore l’aumento dell’attività, unitamente all’incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico, sembravano incerti: si alternavano momenti di affievolimento seguiti da nuove intensificazioni. Solo fra le 07:20 e le 07:25 è iniziata la fase di sostenute fontane di lava ed abbondante emissione di materiale piroclastico (Figura 9)”.
“L’attività si è rapidamente intensificata, e dopo le 07:30 si è attivata anche, per la prima volta dal 28 febbraio, la “bocca della sella”, producendo alte fontane di lava e un piccolo trabocco lavico verso sud-ovest, mentre la colata principale, sul lato orientale del cratere, nuovamente si è riversata verso la Valle del Bove, raggiungendo una quota di circa 1980 m. Per circa 30 minuti sono state attive tutte le bocche lungo la frattura che taglia il Cratere di Sud-Est, dalla “bocca della sella” ad ovest, fino alla bocca alla base orientale del cono (Figura 10a). Le fontane di lava hanno raggiunto molte centinaia di metri sopra il cratere (Figura 10b)”.
“La colonna eruttiva si è innalzata per diversi chilometri sopra il vulcano, per essere poi spinta dal vento verso est (Figura 11). Di conseguenza materiale piroclastico, ceneri e lapilli fino a piccole bombe, sono pesantemente ricaduti su un settore che va da Milo e Fornazzo a monte fino a Riposto e Mascali sulla costa ionica. A Giarre, lapilli scoriacei dal diametro di alcuni centimetri hanno formato un deposito continuo. A Milo e Fornazzo sono caduti frammenti piroclastici dalle dimensioni di piccole bombe vulcaniche (cioè, con diametri superiori a 6.4 cm). La Figura 12 mostra l’aspetto del paesino di Fornazzo nel tardo pomeriggio del 7 marzo. La caduta di materiale piroclastico su una così vasta area abitata ha prodotto non pochi disagi alla popolazione”.
“L’attività di fontane di lava del 7 marzo si è bruscamente conclusa poco prima delle ore 08:00, contemporaneamente ad un rapido calo dell’ampiezza del tremore vulcanico. Questa volta però non era ancora finita. Alle 10:50 ha avuto inizio una nuova attività esplosiva, che ha interessato soprattutto la “bocca della sella” e prodotto una densa nube di materiale piroclastico. Questa breve ripresa dell’attività è durata circa 20 minuti. Successivamente il Cratere di Sud-Est si è calmato, ed è rimasto tale fino alla sera del 9 marzo 2021, quando si è osservata una ripresa dell’attività stromboliana. Nel frattempo gli altri crateri sommitali continuano la loro attività intracraterica“, conclude Boris Behncke nel suo articolo.