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Giornata Mondiale dell’Acqua: i comportamenti sostenibili per non sprecare e inquinare questa preziosa risorsa

Giornata Mondiale dell'Acqua: ecco come limitare lo spreco e soprattutto non inquinare l'acqua attraverso i nostri comportamenti
MeteoWeb

Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua, occasione per fermarsi a riflettere su quanto sia preziosa questa risorsa e come attraverso i nostri comportamenti dobbiamo cercare di limitarne lo spreco e soprattutto di non inquinarla. Nonostante la strada sia ancora lunga, oggi la sensibilità verso l’ambiente è cresciuta tanto.

Secondo una recente ricerca di mercato di SodaStream emerge che la protezione dell’ambiente per gli italiani rimane, nonostante la pandemia, in cima alle loro preoccupazioni. Infatti, il 36% delle famiglie italiane non acquista più prodotti o servizi con un impatto negativo sull’ambiente o sulla società e il 30% evita merci con imballaggio in plastica, se esiste un’alternativa. Inoltre, più del 50% delle famiglie italiane si aspetta che le aziende commercializzino packaging riciclabili al 100% e/o prodotti con materiali alternativi alla plastica.

Possiamo tuttavia ancora migliorare per limitare l’inquinamento da plastica visto che ancora il 75% degli Italiani predilige l’acqua in bottiglia. Tenendo conto che in media ogni singolo cittadino beve più di 220 litri di acqua all’anno, arriviamo ad un consumo  di circa 11 miliardi di bottiglie, di queste ben l’84% è in plastica. Ricorrendo all’acqua del rubinetto e ai gasatori domestici, versatili e sicuramente più sostenibili, possiamo risparmiare fino a 2000 bottiglie di plastica all’anno a famiglia.

E possiamo fare di più per non sprecare l’acqua. Basta pensare che per fare una doccia di 10 minuti occorrono circa 100 litri di acqua, pensiamo a quanta acqua sprechiamo durante docce prolungate; lavarsi i denti lasciando scorrere l’acqua ci costa fino a 20 litri contro i 2 che sarebbero sufficienti chiudendo il rubinetto durante il lavaggio.

Consigli anti-spreco 

Secondo una ricerca SodaStream emerge che gli italiani si dimostrano particolarmente attenti ai consumi idrici. Cosa fanno gli abitanti del Belpaese per risparmiare acqua? Il 44% dice di fare la lavatrice o la lavastoviglie a carico pieno, mentre il 34% applica filtri frangigetto ai rubinetti. Italiani bocciati invece sul fronte del risparmio idrico quando si tratta di fare il bagno, la doccia o di lavarsi i denti: solo il 17% del campione si dice attento a chiudere i rubinetti monitorando il consumo di acqua. Per quanto riguarda la ripartizione di genere, le donne si dimostrano più attente degli uomini se si tratta di fare la lavatrice a pieno carico (54% contro 36%), meno quando si parla di risparmiare acqua lavandosi (15% contro 19%). “Insufficienza” su questo fronte nel Sud Italia: il 9% dichiara di non stare attento al risparmio di acqua in quanto “l’acqua costerebbe poco”.

Qui di seguito i consigli per ridurre il consumo di acqua a livello domestico:

  • Ridurre lo spreco d’acqua domestico, ricordandosi di chiudere il rubinetto. La più classica delle accortezze: chiudere sempre il rubinetto quando ci si fa la barba o ci si lava i denti.
  • Lavarsi sotto la doccia fa consumare cinque volte in meno della vasca da bagno e quindi almeno 1.200 litri d’acqua all’anno.
  • Prendere in considerazione l’acquisto di un riduttore di flusso. Ne esistono in commercio diversi tipi, e con alcuni modelli il risparmio di acqua può arrivare fino al 60 per cento.
  • Diminuire la quantità dei rifiuti. Una singola bottiglia dei gasatori Sodastream può essere utilizzata per circa 3 anni facendo risparmiare ad ogni famiglia fino a 2000 bottiglie e lattine ogni anno.
  • Utilizzare elettrodomestici sostenibili come lo spremiagrumi a mano o il gasatore dell’acqua che non ha bisogno di elettricità.

Falsi miti sull’acqua del rubinetto

Stando ai dati dell’Istat ben il 29% delle famiglie italiane non reputa l’acqua corrente domestica affidabile nonostante un blind test di Legambiente del 2018 abbia dimostrato come l’acqua del rubinetto non presenta alcuna differenza rispetto a quella imbottigliata se non quella di offrire una chance per essere sostenibili e rispettosi verso l’ambiente.

Sodastream concentra inoltre tanti dei suoi sforzi comunicativi nello sfatare i “falsi miti” che storicamente in Italia demonizzano l’acqua del rubinetto senza alcun valido motivo:

  • L’acqua del rubinetto è sicura. Vero. La prima condizione di un’acqua potabile è l’assoluta sicurezza per la salute, garantita già dalla falda. L’acquedotto e la rete vengono monitorati costantemente per verificare il rispetto scrupoloso dei parametri microbiologici, chimici e fisici stabiliti per legge.
  • L’acqua del rubinetto ha un cattivo sapore. Falso. Si tratta di una percezione assolutamente personale. Alcune persone si lamentano per il sentore di cloro, ma si tratta di un difetto risolvibile: per eliminarlo basta raccogliere l’acqua in una brocca e lasciarla decantare per qualche minuto. Essendo un elemento volatile, si disperderà facilmente nell’aria, scomparendo dall’acqua.
  • Il calcare dell’acqua del rubinetto è dannoso per la salute. Falso. Il calcare è composto da calcio e magnesio che, non solo non fanno male, ma anzi contrastano l’osteoporosi. Gli studi clinici hanno addirittura messo in luce che c’è una correlazione positiva tra la durezza dell’acqua e la minor incidenza di problemi cardiovascolari.
  • L’acqua del rubinetto ha molto sodio. Falso. La maggior parte delle acque potabili ha un contenuto medio-basso di sodio. In ogni caso, la quantità fornita dall’acqua ha un impatto irrilevante rispetto a quella assunta attraverso gli alimenti. Basti pensare che una scatoletta di tonno o una mozzarella ne apportano già 2.5 grammi, mentre per assumerne la stessa quantità, attraverso l’acqua, ne servono circa 15 litri!
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