Ieri, lunedì 8 marzo, sono stati rilevati circa 2.700 terremoti nella Penisola di Reykjanes, nell’Islanda sudoccidentale, dal 24 febbraio alle prese con un intenso sciame sismico che sta preparando il terreno per una probabile eruzione vulcanica. 8 scosse della giornata di ieri hanno avuto magnitudo superiore a 3, la più grande ha avuto magnitudo 3.3. Sono invece circa 1000 le scosse che si sono verificate dalla mezzanotte.
Per la terza volta è stato registrato del tremore vulcanico nell’area dall’inizio dello sciame sismico. Alle ore 5:20 di oggi, martedì 9 marzo, “l’attività al vulcano Fagradalsfjall è aumentata. Nell’area viene ora misurato dell’unrest vulcanico. L’attività è molto localizzata a sud dell’intrusione di magma ed è probabilmente un’indicazione dell’espansione dell’intrusione. Dalle 7, si è verificata una piccola attività sismica persistente nell’area. L’attività di questa mattina è nel luogo che è considerato la più probabile fonte di magma, che si trova a sud del tunnel magmatico”, comunica l’Ufficio Meteorologico Islandese.
Al momento, i possibili scenari delineati dal Consiglio Scientifico per la Protezione Civile sono:
- l’attività sismica diminuirà nei prossimi giorni/settimane.
- L’attività sismica aumenterà e includerà terremoti più grandi fino alla magnitudo 6 vicino al vulcano Fagradalsfjall.
- Potrebbe verificarsi un terremoto di magnitudo fino a 6.5, la cui fonte sarebbero le montagne Brennisteinsfjöll.
- L’intrusione di magma potrebbe continuare vicino al vulcano Fagradalsfjall con una delle due conseguenze: l’attività dell’intrusione di magna potrebbe diminuire e il magma solidificare oppure potrebbe verificarsi un’eruzione effusiva, in cui la lava scorre costantemente al suolo, creando un flusso di lava che molto probabilmente non sarebbe una minaccia per le aree abitate.