Il panda minore e il panda gigante

Alla scoperta del meraviglioso mondo del Panda
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Il panda minore (Ailurus fulgens ) è un mammifero che fa parte dell’ordine dei carnivori ed è anche conosciuto con il nome di panda rosso o, in inglese firefox.

Questa specie è molto diffusa dal Nepal orientale alla Cina centro/meridionale, attraverso il Bhutan e la Birmania, e vive nelle foreste.

Si nutre prevalentemente di bambù ma anche di frutta, foglie, radici e se capita anche di insetti e piccoli vertebrati. Mangia esclusivamente nelle ore notturne mentre di giorno dorme. Quando dorme si allunga su un ramo e lascia a penzoloni le zampe mentre la coda l’arrotola al corpo e anche fin sul capo.

Le zampe anteriori hanno un sesto dito: un cuscinetto carnoso che serve per agguantare i bambù. A volte per bere utilizza un sistema curioso: mette la zampa nell’acqua e poi la lecca.

La gestazione di questi tenerissimi animali, ha una durata di circa 130 giorni e le cucciolate sono composte da 1 a 4 cuccioli.

La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Ailurus fulgens una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

Il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia degli Ursidi. Vive nelle regioni montuose del Sichuan e del Tibet ma ha origini nel cuore geografico della Cina. Verso la seconda metà del ventesimo secolo, il panda è diventato un emblema nazionale in Cina tanto da essere attualmente raffigurato sulle monete d’oro cinesi.

Il nome in cinese vuol dire “orso – gatto”, ma è meglio conosciuto come Mottled bear (Kumalapalapandamaori, letteralmente: piede di gatto – nero bianco).

Nonostante il fatto che, secondo la tassonomia si tratti di un carnivoro, la sua dieta è essenzialmente quella di un erbivoro. In effetti, esso si nutre quasi esclusivamente di bambù (circa 38 kg di germogli al giorno, pari al 45% del peso corporeo). Tecnicamente esso, come molti altri animali, è onnivoro (è noto che il panda accompagna con uova ed insetti, necessarie fonti di proteine, i suoi pasti a base di bambù). Le sue orecchie si muovono durante la masticazione.

Esso è imparentato alla lontana con il panda rosso, ma la somiglianza tra i due nomi sembra più che altro provenire dalla comune alimentazione basata sul bambù. Prima che tale parentela con il Panda rosso venisse scoperta, nel 1901, il Panda gigante era conosciuto come Parti-coloured bear.

Per molti decenni la precisa classificazione tassonomica del panda è stata oggetto di discussione, in quanto sia i Panda giganti sia i Panda rossi presentano al contempo caratteristiche appartenenti agli orsi e ai procioni. Comunque, esami genetici hanno rivelato che i Panda giganti sono veri e propri orsi, appartenenti a pieno titolo alla famiglia degli Ursidi. La specie di orsi ad essi più vicina è quella dell’ orso dagli occhiali del Sud America. Resta in discussione se i Panda rossi vadano collocati o meno tra gli Ursidi piuttosto che nella famiglia dei Procyonidae. Le origini del panda gigante vanno ricercate in alcune forme del Miocene superiore (circa 10 milioni di anni fa). L’europeo Agliarctos sembra appartenere allo stesso ramo evolutivo di Ailuropoda, così come Ailurarctos , vissuto in Cina. Fossili di panda giganti veri e propri (genere Ailuropoda) risalgono al Pliocene superiore della Cina (poco meno di 3 milioni di anni fa). Ailuropoda microta, questo il nome della specie fossile, possedeva già le specializzazioni della forma attuale, ma era più piccolo. Un’altra specie fossile, Ailuropoda baconi, più grande dell’odierno panda gigante, è conosciuta in terreni del Pleistocene cinese.

Il Panda gigante è dotato di un insolito palmo, fornito di un “pollice” e cinque dita; il “pollice” è in effetti il frutto di una modificazione intervenuta all’osso del polso. È lungo 120/150 cm, dal peso che varia dai 75 ai 160 Kg. Può vivere fino a trent’ anni.

Il tasso di natalità del Panda gigante è molto basso, sia allo stato naturale sia in cattività: la femmina alleva soltanto un piccolo e, se partorisce due gemelli, non riesce ad occuparsi di entrambi ma si occupa di uno solo. Lo svezzamento si completa in nove mesi, ma i piccoli restano con la madre fino ai 18 mesi, dove impara a procurarsi il cibo e come sfuggire ai predatori.

I panda raggiungono la maturità sessuale tra il 4° e il 6° anno di vita. Il periodo riproduttivo dura solo 1-3 settimane all’anno e questo periodo di fertilità dura solo pochi giorni.

Gli animali sono in genere consanguinei poiché sia nelle aree protette che in natura sono sparsi in gruppi poco numerosi. Se fossero liberi di vagare da una montagna all’altra, cosa attualmente impossibile a causa delle vallate occupate dagli insediamenti umani, potrebbero riprodursi con esemplari di altri gruppi contribuendo alla variabilità del loro genoma.

I Panda giganti sono una specie a rischio, minacciata di continuo dall’impoverimento del loro habitat e da un tasso di natalità molto basso. Si crede che siano in circa 1.600 a sopravvivere attualmente allo stato naturale. Il Panda gigante è il simbolo del WWF (World Wildlife Fund), organizzazione che si occupa di preservare le specie dal rischio di estinzione.

La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera l’Ailuropoda melanoleuca una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

Il Panda gigante è stato conosciuto in Occidente a partire dal 1869, grazie al missionario francese Armand David (1862-1900) che donò al Museo di Storia Naturale di Parigi la pelle di un esemplare morto procuratagli da un cacciatore. I cacciatori e coloro che fornivano gli animali agli zoo si recarono sul posto attirati da questa rarità e, nei primi tempi, vennero prelevati dalle foreste cinesi circa 70 esemplari. Dal 1949 le esportazioni sono sottoposte a un severo controllo: fino al 1983 sono stati prelevati e trasferiti a zoo di tutto il mondo 24 esemplari.

Si tratta di una specie molto amata dalla gente, in buona parte perché i panda sono dotati di un aspetto amabile e indifeso come quello dei bambini, il che li fa spesso assomigliare a dei teddy bear viventi. In più, il fatto che il Panda sia solitamente raffigurato disteso nell’atto di mangiare tranquillamente il bambù allontana la sua immagine da quella dell’animale cacciatore, aggiungendole un ulteriore tocco di innocenza.

Il prestito di panda giganti a zoo americani e giapponesi ha costituito un importante tassello all’interno della diplomazia della repubblica popolare cinese negli anni ‘70, in quanto tra i primi scambi culturali intervenuti tra la RPC e l’Occidente.

Tuttavia, a partire dal 1984 i panda hanno smesso di essere oggetto di relazioni diplomatiche: la Cina ha infatti da allora cominciato ad offrire i panda in prestito ad altri paesi soltanto per periodi di dieci anni. Le condizioni standard di questi prestiti includono una tariffa di un milione di dollari americani all’anno e la disposizione che ogni cucciolo nato durante il periodo del prestito resti di proprietà della repubblica popolare cinese.

Nel 1998 una azione legale intrapresa dal WWF ha spronato l’ U.S. Fish and Wildlife Service a richiedere agli zoo americani che l’importazione di panda continui a condizione di assicurare che metà della tariffa versata alla Cina venga utilizzata al fine della conservazione dei panda all’interno del loro habitat naturale.

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