La quarta puntata dell’ormai consueto appuntamento del sabato di MeteoWeb dedicato a Dante Alighieri, ed in particolare al testo inglese del quale la nostra redazione, nel corso di un’attività di ricerca in merito al Sommo Poeta, è entrata in un possesso, si addentra sempre di più nel tema dell’Inferno dantesco, nel tema del viaggio, nel tema della cosmologia di Dante, anche e soprattutto da un punto di vista geofisico.
Come per le altre puntate, per l’analisi del volume ci siamo affidati al sismologo prof. Giuliano Panza, che con la collaborazione della prof. Rita Zoccoli, appassionata ed esperta di studi classici, ci ha aiutato ad analizzare il testo in questione. Ecco di seguito la quarta puntata:
CANTO I LA SELVA OSCURA DELL’ERRORE
Nel mezzo del cammin della sua vita, nella Selva Oscura dell’Errore, Dante si rende conto di essersi allontanato dalla Vera Via. Incontra il poeta Virgilio, che gli spiega di essere stato inviato per aiutarlo a ritrovare la retta via. Per ottenere ciò, devono scendere attraverso l’Inferno, poi verso l’apice della gioia, ma solo fino a dove può giungere la Ragione Umana. Da un certo punto in poi devono essere guidati dalla Fede. Dante deve abbandonare la Ragione e affidarsi alla Fede. E’ la notte che precede il Venerdì Santo. E’ il tramonto. Inizia la lunga pausa di Pasqua.
… A metà della mia vita
me ne andrò alle porte degli Inferi …
Isaia 38, 10
Il Mondo di Dante
Sempre a quel ver c’ha faccia di menzogna
de’ l’uom chiuder le labbra fin ch’el pote,
però che sanza colpa fa vergogna
Inferno, XVI, 124-126
Secondo Dante, al momento della creazione, il Sole era nel segno dell’Ariete, una bella giornata di primavera, un Venerdì Santo appunto. La creazione fu istantanea. La Terra divenne il centro dell’Universo. Fu creata da terra, aria, fuoco ed acqua.
La Divina Commedia di Dante (nato nel 1265) risultò, a suo tempo, una teoria sgradita sull’origine della Terra. Era un libro perfetto per il rogo, come lo fu anche il suo autore poco tempo dopo. L’Inferno di Dante contiene i risultati di molti anni di studio e di meditazione sul progetto di Dio per il mondo. Nell’opera viene negato e denunciato, nei termini più forti possibile, il dogma ufficiale di Papa Innocenzo III(1).
Il Virgilio di Dante dice:
Veramente più volte appaion cose
che danno a dubitar falsa matera,
per le vere ragion che son nascose.
Purgatorio, XXII, 28-30
La terzina denuncia in modo efficace i vari paradossi presenti nelle visioni passate e attuali sull’origine della Terra, paradossi dai quali sono scaturiti i miti e gli dèi.
L’Inferno può essere visto come una metafora dell’interno della Terra, divisa in diversi settori di grandi dimensioni: Incontinenza, Violenza, Ripa discoscesa(2), Frode e così via. L’Inferno è diviso in nove cerchi, che diventano dieci con l’Antinferno. Il Purgatorio è organizzato in nove livelli (a Dante piacciono il numero tre, simbolo della Santissima Trinità, e nove, tre volte tre). Ciascuna delle nove zone è riservata, nell’Inferno, ad un particolare peccato, il meno grave dei quali occupa la parte superiore. Le mura della città di Dite e il fiume Stige separano il quinto dal sesto cerchio (gli Iracondi dagli Eretici).
Dante vede l’interno della Terra come una serie di strati o gusci. Scendendo in profondità si incontrano vari ostacoli. Dante pensava che al centro della Terra ci fosse un blocco di ghiaccio, dentro il quale, congelati insieme a Satana, stavano i tre peccatori più famosi al mondo. Oggi chiamiamo questa regione congelata nucleo interno solido, scoperto dalla sismologa danese Inge Lehmann e composto da ferro cristallizzato. Il nucleo di ferro fuso cristallizza (congela), sotto l’immensa pressione, al centro di tutta la massa, nucleo dell’Universo.
La stratificazione de l’Inferno è permanente, irreversibile. Tutto ciò che va giù, resta giù. Chi ha commesso i peccati più gravi, è collocato per sempre nel profondo abisso. Solo Iride, Dante e la sua guida Virgilio hanno raggiunto il fondo, per poi riemergere. Il professor Hardwigg e il suo equipaggio, sulle orme di Arne Saknussemm, ce l’avevano quasi fatta(3).
Dante immaginò un tubo sinuoso che congiungeva l’Inferno al Monte del Purgatorio, un’isola nell’oceano australe. L’Inferno è un pozzo a forma d’imbuto, che è situato al di sotto del centro dell’emisfero delle terre emerse(4) e che raggiunge il centro della Terra. Peccatori irredenti rimangono lì per l’eternità, mentre le anime redente soggiornano sul Monte del Purgatorio, non proprio un paradiso polinesiano.
Il Paradiso è l’obiettivo finale di quelli che espiano i loro sette peccati capitali durante l’ascesa del Monte del Purgatorio.
La Divina Commedia è un poema, una narrazione e un’allegoria.
La nostra Terra è abbastanza simile a quella
immaginata da Dante.
Mentre si formava, agglutinando i detriti cosmici,
alcune cose affondarono per sempre,
altre affondarono, ma ritornarono in superficie.
Le cose più leggere rimangono nell’atmosfera
o fuggono verso il cielo.
La Terra è composta da molti gusci:
sfere concentriche, cerchi concentrici.
Alcuni immaginano isole vulcaniche sulla sommità
di tubi sinuosi che raggiungono l’Abisso.
In una diffusa teoria della Terra, i gusci chimici rappresentano la stratificazione irreversibile – i profondi strati densi non possono tornare alla sommità. Nel Modello Standard della Terra il materiale si sposta dall’alto verso il basso e viceversa, come fecero Dante e Virgilio durante le festività di una Pasqua. Iride, la dea dell’arcobaleno, faceva il suo viaggio quotidianamente, per ottenere notizie degli Inferi e riportarle ai Titani, suoi capi.
Nonostante il titolo della sua avventura, Viaggio al centro della Terra, il professor Hardwigg e il suo equipaggio non raggiunsero il centro della Terra. Avevano compiuto solo una parte del cammino e si dovettero ritirare in gran fretta. Dante e Virgilio detengono il record, almeno tra gli esseri umani, anche se, all’epoca del viaggio con Dante, Virgilio era morto da tempo. La guida di Dante era un fantasma, un’apparizione. Gli alchimisti aspirano alla pietra filosofale, un pezzo di materia primordiale, la prima facies e, se non possono raggiungere il nucleo della Terra per prenderla, sono ben lieti di lasciare questo compito a Iride ed a Pele(5), e riceverlo da loro alle Hawaii, in Islanda e in altre isole fisse. Se la natura non ci favorirà, potremo sempre illuderci di avere in mano un campione del mantello primordiale, del mantello inferiore o la pietra filosofale.
Dante era contemporaneo di Guglielmo di Occam, del frate Guglielmo di Baskerville e dei grandi alchimisti Roger Bacon e Alberto Magno. Seguace della cosmologia tolemaica, ha immaginato l’Inferno basandosi su teorie errate come fanno gli alchimisti di oggi. La sua Terra era il centro del suo Universo. Dante conosceva la geografia, la geologia, l’astronomia, l’astrologia e le scienze naturali, e credeva che solo l’emisfero settentrionale fosse abitato e che una sola isola occupasse l’ acqueo emisfero australe.
Si può godere della poesia di Dante e contemporaneamente essere affascinati dalla narrazione. Ma il poema dantesco contiene molti messaggi nascosti e un piano di lavoro non così esplicito. L’Inferno è geopoesia, teopoesia e poesia politica. Il messaggio si diffuse grazie alle doti di prestigiatore di Dante, il quale era anche un esule a causa della giustizia, così come concepita in epoca medievale. Dante mostrò ai suoi giudici la vera giustizia, condannando i suoi nemici al tormento eterno nell’Inferno.
Nella cosmologia di Dante, attorno alla Terra, centro dell’Universo, orbitano, a distanza crescente, Luna, Mercurio, Venere e Sole. Nell’allegoria questi sono Fede, Speranza, Amore e Prudenza. Le personificazioni sono Monache con voto inadempiuto, Statisti ambiziosi, Amanti sensuali e Maestri di saggezza. Il Paradiso è diviso in nove sfere. Per Dante sono importanti i numeri 3, 6, 7, 9 e 100, che hanno significati biblici e mistici. La Commedia è composta da 99 canti, che, aggiunti al canto introduttivo, significano la raggiunta perfezione da parte di Dante; perfezione acquisita abbandonando la Ragione e seguendo solo l’Amore, la Fede e la “Beltàde” di Beatrice.
La poesia di Dante è un racconto di viaggio, letteratura piacevole ed insieme lezione morale, come lo sono i viaggi di Gulliver, la crociata di Don Chisciotte, le sofferenze di Candide e le avventure di Alice e di Dorothy attraverso il Paese delle Meraviglie e quello di Oz. Ipocrisia, spocchia, errori e peccati di vario livello sono tutti presenti. Tutte le avventure sono metafore. Voltaire, Lewis Carroll e Swift utilizzano pseudonimi. Anche Dante non usa il suo vero nome. Nel 1762 Candide è stato messo all’indice papale, ma François-Marie Arouet, al sicuro dietro il suo pseudonimo (Voltaire), fece finta di non saperne nulla. Questi autori di libri di viaggio infastidirono papi e politici, proprio come fecero Socrate, Galileo, Copernico e Darwin.
Le crociate di Re Artù e la ricerca del Santo Graal, I racconti di Canterbury di Chaucer, Il viaggio del Pellegrino di Bunyan, l’Eneide di Virgilio, l’Odissea omerica e il biblico Esodo sono anch’essi diari di viaggio moralizzanti. Queste opere hanno offeso l’etica, gli infedeli, la credulità, i Giganti del Mediterraneo e gli Egizi, ma non papi o politici e quindi sono stati accolti come racconti accettabili. Se visioni alternative del mondo o la satira delle idee correnti non offendono qualcuno, risultano veri insuccessi. I viaggiatori e gli scrittori di libri di viaggio hanno una pluralità di moventi.
Libri di viaggio
Dante, Verne, Alice e Dorothy esplorano le cantine della Terra, mentre Gulliver, Candido, Chaucer, Cervantes e, da non dimenticare, Laurence Sterne nel suo Viaggio Sentimentale, esplorano le profondità dell’animo umano e le cantine d’Europa. Laurence Sterne ha saggiamente osservato che le persone indolenti lasciano i loro paesi di origine per vari motivi: infermità fisica, debolezza di mente oppure necessità ineluttabile.
I primi due motivi comprendono tutti coloro che penano con orgoglio, curiosità, vanità o malinconia, mentre la terza classe di motivi comprende martiri pellegrini, delinquenti, studenti, esuli, Cavalieri Erranti e Irlandesi. “Così, l’intera cerchia dei viaggiatori può essere ricondotta a quanto segue: viaggiatori indolenti, viaggiatori curiosi, viaggiatori bugiardi, viaggiatori orgogliosi, viaggiatori malinconici e per ultimo (se vi piace) il Viaggiatore Sentimentale (intendendo, in tal modo, me stesso).”(6)
Ora noi visitiamo gli scantinati della Terra e le menti degli uomini, confidando che il Lettore possa tollerare un ulteriore diario di viaggio.
PROLOGO: Il Pianeta Patchwork
Trevize ha un compagno nel suo presente viaggio … uno studioso
piuttosto inconcludente che ha dedicato la sua vita a rintracciare i
miti e le leggende riguardanti la Terra.
Isaac Asimov
L’orlo della Fondazione
Nella cosmologia di Dante il Sole era il quinto pianeta a partire dalla Terra. Nella nostra cosmologia la Terra è il terzo pianeta di una stella di medie dimensioni ed è il più grande pianeta rimasto roccioso nel sistema solare. La Terra ha nucleo, mantello e crosta ed è simile a un uovo, ma il guscio è suddiviso in una dozzina di placche tettoniche, che vagano scorrendo in superficie.
Filosofi, teologi, cosmologi e scienziati della Terra si arrovellano attorno al problema dell’origine del nostro mondo, mentre mitologi e poeti intessono fiabe. Così fanno i geologi. Gli antichi erano in errore, come lo siamo noi. Parafrasando J.B.S. Haldane: “Il mondo non è soltanto più strano di quanto noi immaginiamo, ma è più strano di quanto noi siamo in grado di immaginare”. Nondimeno gli scienziati della Terra hanno immaginato alcuni mondi alquanto strani.
Dedurre come la Terra sia diventata quello che è, risulta essere più la rivelazione di un mistero che un’impresa scientifica. La Terra è sia un fatto compiuto sia un esperimento in corso.
Alfred Wegener ha detto: “Siamo come il giudice di fronte a un imputato che rifiuta di rispondere …”
Sherlock Holmes fece un’osservazione utile, applicabile sia ai detectives che ai geologi: “La tentazione di formulare teorie premature basate su prove insufficienti è la rovina della nostra professione.”
Le scienze della Terra, come la maggior parte delle scienze, sono frammentate in sotto-discipline. Gli ambiti più fertili per le scoperte sono spesso costituiti dalle fenditure, vale a dire dalle linee di demarcazione tra le varie discipline. Pochi scienziati, particolarmente attivi, riescono a tenere il passo con la letteratura nel proprio campo, ancor meno nelle discipline affini. Nessuna specialità può risolvere, o addirittura formulare, il ‘problema della Terra’. Nella migliore delle ipotesi, le sotto-discipline possono affrontare, ed eventualmente risolvere, i sotto-problemi o i piccoli enigmi. I problemi importanti ‘cadono nelle fenditure’. Una teoria della Terra può essere messa insieme proprio come una trapunta formata da vari pezzi di tessuto, realizzati in opifici diversi. Tuttavia le ipotesi e le visioni sulle caratteristiche del mondo sono così differenziate tra loro, che questa trapunta patchwork risulterebbe davvero bizzarra.
Anne Tyler, scrittrice attiva a Baltimora, ha scritto un libro intitolato A Patchwork Planet, in cui descrive un mondo composto da:
“Quadrati di stoffa mal assortiti, non più grandi di francobolli,
cuciti con irregolari punti neri da una donna che stava perdendo la
vista … Improvvisato e disordinato, goffamente messo insieme con
sovrapposizioni e grinze e sul punto di cadere a pezzi da un momento all’altro.”
Le visioni del mondo sono come questa, rappezzate e mettono insieme frammenti di mito, sogni, immaginazione, mezze verità, fede e scienza … e un po’ di dati, sono tutte riconducibili ai miti della creazione.
Gli specialisti in scienze della Terra – geologi, geofisici, geochimici, fluidodinamici – sono come i ciechi che toccano l’elefante(7). Tutti hanno una diversa ‘visione del mondo’ e cercano di mettere insieme le loro osservazioni e relative ipotesi. Tali teorie possono cadere a pezzi da un momento all’altro ed essere piene di paradossi.
NOTE:
- L’Autore allude al dogma della supremazia del Papato sull’Impero (teocrazia).
- Nel testo inglese “Abyss”, ovvero “Abisso”.
- 3 J. Verne, “Viaggio al centro della Terra”.
- Nella concezione dantesca, Gerusalemme è il centro dell’emisfero delle terre emerse.
- Pele, nella itologia hawaiana, è la dea del vento, fulmini e vulcani.
- L’Autore allude all’opera dell’irlandese Laurence Sterne.
- Parabola buddista, intitolata “I ciechi e l’elefante”.
Al seguente link è possibile leggere tutte le puntate del viaggio di MeteoWeb nella Commedia di Dante Alighieri:
https://www.meteoweb.eu/category/dante-alighieri-marco-polo-divina-commedia/