Nella notte tra il 17 e il 18 marzo intorno alle ore 01:04 italiane si è verificato un forte terremoto magnitudo 6.2 nel mar Mediterraneo e i sismologi INGV di turno nella Sala di Sorveglianza Sismica lo hanno localizzato al largo della costa algerina. Il risentimento di questo evento nelle zone attorno all’epicentro è riportato sul sito del European-Mediterranean Seismological Centre (EMSC) con effetti stimati, al momento, fino al V grado MCS.
In Italia, la mappa dei risentimenti mostra che il terremoto è stato risentito in Sardegna, Sicilia e Liguria: come si evince dai dati raccolti dal questionario di “Hai sentito il terremoto?”, gli effetti stimati sono fino al IV-V grado MCS. Come mai?
A spiegarlo, in un approfondimento pubblicato sul blog INGVterremoti, sono Concetta Nostro, Alessandro Amato, Emanuele Casarotti con la collaborazione di Alessandro Marchetti, Anna Nardi, Caterina Montuori e Mariagrazia De Caro.
Secondo gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “quelle che sono state avvertite dalla popolazione sono le “Onde T”. L’analisi delle onde sismiche registrate dalle stazioni IMI, QLNO e BURY* situate lungo la costa ligure mostra, infatti, l’arrivo di questa onda molto particolare, un fenomeno tipico delle zone costiere, raramente avvertito dalla popolazione.
Queste onde vengono osservate ai sismometri posti vicini alla costa e sono onde di compressione, al pari delle onde P, ma viaggiano in acqua invece che nella roccia. Per questo motivo sono molto più lente sia delle onde P che delle onde S. Un’onda P attraversa il Tirreno a una velocità di circa 8 km al secondo, mentre un’onda T viaggia a circa 1.45 km al secondo. Per una distanza di circa 900 km (qual è quella tra epicentro algerino e la costa ligure) la differenza di tempo tra onda P e onda T è più o meno di 7 minuti. Vicino alle P, arrivano le onde S“.
Le onde T, ricordano gli esperti INGV, “viaggiano in una zona particolare del mare il cosiddetto canale SOFAR (Sound Fixing and Ranging channel, “canale di fissazione ed oscillazione sonora”): uno strato di acqua nel mare in cui la velocità del suono è minima. Le onde sismiche generate da un terremoto vicino al mare sono trasmesse dal suolo all’acqua e rimangono intrappolate nel canale SOFAR, propagandosi a grande distanza senza una significativa attenuazione (ad alta frequenza). Per questo motivo terremoti lontani possono essere avvertiti dalla popolazione anche a notevole distanza, a patto di essere vicino alla costa, dove le onde T vengono trasmesse dall’acqua al suolo. L’energia portata efficacemente nel canale SOFAR, una volta trasmessa alla costa va ad attenuarsi rapidamente e quindi è difficile che tremori vengano avvertiti lontano dal mare“.
Un caso analogo è quello del terremoto di magnitudo 6.5 “che ha scosso l’Algeria il 21 maggio 2003 venne avvertito bene lungo la costa della Liguria, e il terremoto di magnitudo 4.8 in Grecia del 23 maggio 2013, avvertito lungo la costa siracusana“.
Le onde T, “sicuramente anomale, non hanno tuttavia nulla che vedere con le onde di tsunami,” precisano gli esperti INGV. Nel primo caso si tratta di un’onda acustica (compressione), mentre un’onda di tsunami è dovuta allo spostamento di un grande volume d’acqua e si tratta di un anomalo moto ondoso del mare”. In riferimento al terremoto di ieri, “un piccolo tsunami è stato osservato (inferiore a 5 cm) ad alcuni mareografi alle Baleari (Mahon), in Sardegna (Marina di Teulada) e in Sicilia (Porto Empedocle). Il Centro Allerta Tsunami dell’INGV ha diramato un’allerta tsunami di livello arancione (Advisory) per le coste algerine e un messaggio informativo (Information) per le altre coste del mar Mediterraneo, Italia inclusa“.
* Si tratta di tre stazioni appartenenti alla Rete dell’Università di Genova che collabora con l’INGV per il monitoraggio sismico.