Un terremoto poco profondo e di magnitudo 6.2 ha fatto tremare la parte orientale dell’Algeria nella notte, così come il sud della Sardegna: la Protezione civile algerina ha precisato che non si sono registrate vittime ma si sono verificati crolli, con scene di panico e gente riversatasi in strada. La scossa è stata registrata a 20 km nord-nordest da Bejaïa alle 01:04 ora italiana, ad una profondità di circa 10 km, seguita da 2 repliche magnitudo 5.2 e 4.7. La prima forte scossa è stata avvertita anche in Italia: secondo il servizio INGV “Hai Sentito il terremoto” (https://www.hsit.it), l’evento è stato nettamente percepito in Sardegna (Cagliari, Sassari, Alghero, Carbonia, Iglesias, Assemini, Porto Torres) con un risentimento sismico tra il 3° e il 4° grado Mercalli.
Terremoto in Algeria: l’origine del sisma, l’allarme tsunami e gli eventi del passato
La regione del Mediterraneo è sismicamente attiva a causa della convergenza verso nord (4-10 mm/anno) della placca africana rispetto alla placca eurasiatica lungo un complesso confine di placca. I più alti tassi di sismicità nella regione mediterranea si riscontrano lungo la zona di subduzione ellenica della Grecia meridionale, lungo la zona di faglia dell’Anatolia settentrionale della Turchia occidentale e la zona di subduzione calabrese dell’Italia meridionale. In particolare, il terremoto odierno ha avuto luogo all’estremità occidentale di una faglia ben nota, identificata come “DZCS002: Northern Africa offshore East“, nello European Database of Seismogenic Faults (EDFS): http://diss.rm.ingv.it/share-edsf/
“Sebbene le aree più attive sismicamente siano quelle della Grecia e dell’Italia, anche la zona vicino l’Algeria ha fatto registrare in passato forti terremoti,” lo ha spiegato a MeteoWeb Gianluca Valensise, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. L’esperto cita “il terremoto magnitudo 6.8 di Boumerdes il 21 marzo 2003, l’ultimo sisma più forte, mentre il penultimo più intenso si è verificato a El Asnam nell’ottobre 1980, di magnitudo 7.3, nello stesso anno del terremoto in Irpinia“.
L’evento sismico odierno “è stato originato da un meccanismo di compressione tra la placca africana ed euroasiatica. Il sistema di faglia interessato esce dalla costa algerina e si inoltra nel Mediterraneo. Non disponiamo di molte informazioni su scosse in questa area, la storia sismica, in epoca strumentale, è abbastanza limitata“. Valensise ricorda che spesso “tendiamo a vedere la Sardegna come una zona asismica ma ciò non toglie che possa risentire di terremoti verificatisi nel Mediterraneo, così come accade in Salento, un’area con poca sismicità che però risente continuamente dei terremoti in Grecia“.
In particolare, quello di oggi “è stato un terremoto compressivo, ovvero un evento che causa un raccorciamento della crosta terrestre, e i primi centri abitati sono a circa 20 km. Il Centro Allerta Tsunami ha diramato un’allerta: di norma vengono fatti dei calcoli a partire dalla magnitudo, se è bassa come in questo caso, le onde sono piccole o nulle“. Probabilmente, prosegue l’esperto, “nei prossimi giorni le registrazioni dei mareografi della rete ISPRA mostreranno lievi variazioni di pochi cm, magari qualcosa di significativo sulla costa dell’Algeria“. Se la magnitudo fosse stata più alta invece, “ad esempio magnitudo 7, si sarebbe potuto registrare qualcosa di significativo sulla costa algerina, qualcosa di simile al terremoto del 1908 nello Stretto di Messina: avrebbe sollevato una massa d’acqua importante, alta uno o due metri, anche se va considerato che non ci sono grandi centri abitati vicino alla costa“. Va ricordato, infine, precisa Valensise, “che non si tratta di un evento sorprendente, questi terremoti avvengono spesso, ma se ne parla poco“.