Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro Europeo per le previsioni a medio termine per conto della Commissione Europea, pubblica oggi il Rapporto sullo stato del clima in Europa 2020 (ESOTC 2020). Il rapporto del 2020 include una breve panoramica del contesto globale, una panoramica più completa delle condizioni in Europa e un focus sulle zone Artiche. Fornisce anche una analisi dettagliata dell’anno precedente con descrizioni accurate di condizioni ed eventi climatici, ed esplora anche le variazioni associate ai cambiamenti climatici più significativi avvenuti sulla Terra. ESOTC 2020 fornisce inoltre aggiornamenti sulle tendenze globali a lungo termine dei principali indicatori climatici e un importante punto di riferimento per le future valutazioni ambientali.
Un quadro delle temperature globali del 2020
A livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, mentre gli ultimi sei anni sono stati i più caldi mai registrati. Temperature superiori alla media sono state registrate principalmente in Siberia settentrionale e in alcune parti adiacenti all’Artide dove le anomalie hanno raggiunto i 6 °C. Il Pacifico Equatoriale ha registrato temperature inferiori alla media, associate a La Niña, emerse nella seconda metà dell’anno.
Le concentrazioni di gas serra continuano ad aumentare
Il contributo dell’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) sul clima globale nel 2020 è disponibile nel Rapporto sullo stato globale del clima 2020.
Carlo Buontempo, Direttore di Copernicus Climate Change Service (C3S), ha commentato: “Il rapporto sullo stato del clima in Europa 2020 offre un’analisi completa degli eventi climatici europei rilevanti, prendendo in considerazione molteplici indicatori climatici e confrontandoli anche con il contesto globale. Analizzare l’interazione di variabili come la temperatura, il ghiaccio marino, le precipitazioni, la portata dei fiumi o l’umidità del suolo sottolinea l’importanza di monitorare tutte le parti del nostro sistema climatico, per comprendere le tendenze climatiche in evoluzione e risalire alla loro origine grazie al tracciamento. È più importante che mai utilizzare le informazioni disponibili per agire e adattarsi al cambiamento climatico e accelerare i nostri sforzi per ridurre i rischi futuri“.
Matthias Petschke, membro della Commissione Europea, ha commentato: “ll raggiungimento di una climate neutral economy richiede la piena mobilitazione della società, dei governi e dell’industria, che a loro volta devono essere in grado di considerare gli impatti climatici inevitabili. Il Green Deal mira a incorporare questo obiettivo nelle politiche di governo, e trasformare la sfida climatica in un’opportunità. I dati, gli strumenti e i prodotti aperti al pubblico, che sono forniti attraverso Copernicus Climate Change Service, incluso il rapporto sullo stato del clima in Europa, sono un importante contributo alla realizzazione di queste ambizioni.”
I risultati del 2020 sottolineano la tendenza al riscaldamento
Nel 2020, le ondate di calore in Europa non sono state così intense o durature come negli ultimi anni. Tuttavia, durante l’estate, episodi di temperature molto elevate si sono verificati a livello regionale e hanno portato a nuovi record di temperatura, come in Scandinavia a giugno e in Europa occidentale ad agosto. In agosto, una dorsale di alta pressione ha portato aria calda dall’Africa, spingendo in alto le temperature superficiali e provocando temperature notturne particolarmente calde in Europa occidentale. In Francia sono stati battuti diversi record di temperatura massima per il mese di agosto.
Precipitazioni e portata dei fiumi
All’inizio di ottobre si è verificata la tempesta Alex, la prima della stagione delle tempeste invernali del 2020-21. Precipitazioni insolitamente elevate hanno battuto il record di un giorno nel Regno Unito, nella Francia nord-occidentale e nelle Alpi meridionali. Anche il lato francese e quello italiano delle Alpi Marittime sono stati colpiti da precipitazioni giornaliere che hanno superato di tre volte la media tipica di ottobre in alcuni luoghi. La tempesta Alex ha causato un aumento della portata dei fiumi superiore alla media in gran parte dell’Europa occidentale, con inondazioni devastanti in alcune regioni.
Un anno eccezionale per l’Artide
Le alte temperature artiche del 2020 sono state causate principalmente da un anno eccezionalmente caldo nella Siberia artica. Per questa regione, il 2020 è stato l’anno più caldo con temperature di 4,3 °C sopra la media, 1,8 °C in più rispetto al record precedente. Il ghiaccio marino è stato ai minimi storici per la maggior parte dell’estate e dell’autunno nei mari artici adiacenti.
Le temperature da record in primavera e in autunno hanno anche portato a una copertura nevosa inferiore alla media. È probabile che questo abbia contribuito all’aumento di calore, poiché meno energia solare è stata riflessa ma al contrario è stata assorbita dalle superfici più scure non innevate.
Il caldo e la mancanza di neve hanno anche contribuito a episodi di siccità, fornendo condizioni favorevoli per gli incendi di grandi dimensioni. Durante l’estate, la Siberia artica ha registrato una diffusa attività di incendi, che ha portato alla più grande quantità di emissioni di CO2 causata da incendi boschivi almeno dal 2003.
Il Rapporto sullo stato del clima in Europa 2020 è stato compilato da C3S usando una serie di fonti di dati satellitari in-loco con contributi di esperti internazionali nel campo della scienza del clima, inclusi i partner di Copernicus e gli organismi meteorologici nazionali.
Freja Vamborg, Senior Scientist di Copernicus Climate Change Service e autrice principale dell’analisi, ha commentato: “Il rapporto illustra come i dati che raccogliamo ed elaboriamo presso C3S possono essere trasformati in informazioni comprensibili e di alta qualità che possono portare a un processo decisionale informato. Mettere insieme i dati e le informazioni per questo rapporto rappresenta un importante sforzo collaborativo a livello europeo da parte di tutti i servizi Copernicus e di molti esperti di clima e meteo della comunità, compresi i servizi meteorologici e idrologici nazionali, le università, gli istituti di ricerca e gli enti privati.“