Coronavirus, è ufficiale: sequenziata la variante italiana, è tra le più innocue. Il virologo che l’ha scoperta a MeteoWeb: “Manca la mutazione 501”

La nuova variante italiana è un mix di pezzi di quella inglese e di quella nigeriana, ma ha perso la parte più negativa: la mutazione 501 che ne aumenta la trasmissibilità
MeteoWeb

E’ ufficiale: esiste una nuova variante del Sars-Cov2, la variante italiana, ed oggi è stato depositato il sequenziamento completo del suo genoma sui database internazionali. La scoperta è avvenuta nel laboratorio Cerba HealthCare di Milano ed è stata portata a termine da un’equipe coordinata dal virologo Francesco Broccolo, dell’Università degli Studi Milano Bicocca. All’importante risultato si è giunti grazie a metodi di Advanced Molecular Diagnostic condotti nel laboratorio Cerba HealthCare di Milano, grazie ai quali Broccolo e i suoi collaboratori avevano osservato all’inizio di marzo una combinazione di mutazioni mai riscontrate prima, che comprende caratteristiche delle varianti nigeriana e inglese.

Il virus che ha infettato la paziente, una donna di 50 anni della provincia di Novara, ha presentato fino dall’inizio caratteristiche particolari, tali da far pensare ad una possibile variante, ma prima di darne conferma era necessario sequenziare il genoma. Il risultato del sequenziamento dell’intero genoma ha ora confermato che si tratta di una nuova variante, quella italiana, che non solo non sembra essere più contagiosa o più letale rispetto alle altre varianti del virus Sars-Cov-2 già note,  ma sempre parecchio più innocua.

Come ha spiegato Francesco Broccolo ai microfoni di MeteoWeb, “abbiamo individuato la variante da inizio marzo, ma era necessario completare la sequenza dell’intero genoma per avere un quadro completo delle mutazioni. Ad oggi possiamo dire finalmente che si tratta a tutti gli effetti di una nuova variante, la quale per l’80% è uguale a quella nigeriana, per il 20% è uguale a quella inglese. E’ come se ci fosse stata una ricombinazione delle due varianti in uno stesso soggetto, co-infettato dalle due varianti. Questa è l’ipotesi più probabile, mentre quella meno probabile è che un virus abbia acquisito le mutazioni dell’altra variante. Lo scambio di pezzi tra virus all’interno di uno stesso soggetto è probabile in quanto più noto e più frequente, ma non è detto che il soggetto in questione sia la paziente che abbiamo preso in esame. Lo scambio è un meccanismo noto in genetica“, precisa Broccolo.

La notizia positiva, per quella che possiamo battezzare Variante Italiana, è che si è creata una nuova variante né particolarmente contagiosa, né letale: “la paziente sta bene – precisa il virologo – e non ha contagiato i familiari. Tra le varie mutazioni in questa variante manca la più nota, che è la 501, ovvero una mutazione presente in quella inglese, che fornisce al virus un altro grado di trasmissibilità”.

Per quanto riguarda l’incidenza sulla popolazione, il dottor Broccolo spiega che non è ancora nota, “non ne abbiamo mai trovato prima d’ora. Oggi è stata depositata sul database internazionale“, e dunque entro qualche settimana potremo avere contezza della sua diffusione. “Non avendo la mutazione 501 è poco probabile che si diffonda molto”, conclude l’esperto.

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