Il 9 aprile, il vulcano La Soufriere, sull’isola caraibica di Saint Vincent, ha prodotto un’eruzione esplosiva violentissima, seguita da numerose esplosioni nel corso dei giorni seguenti. L’isola è ricoperta da grandi quantità di cenere, che hanno raggiunto anche le isole vicine, come le Barbados a 150km di distanza (vedi foto della gallery scorrevole in alto).
“La colonna eruttiva ha raggiunto i 17km di altezza con una temperatura alla sommità di -89°C. La nube e? stata caratterizzata anche da un’intensa attività elettrica”, spiega Daniele Bianchino, fisico ed esperto di meteorologia. Come avevamo già sottolineato su MeteoWeb, “l’anidride solforosa (SO2) ha attraversato l’Atlantico e raggiungerà entro 2 giorni il Mediterraneo centrale”, aggiunge Bianchino, influenzando anche buona parte dell’Italia e la Grecia.
“Probabilmente l’eruzione in atto e? di intensità VEI 4 (eruzione subpliniana)”, spiega Bianchino, anche se qualcuno azzarda anche un possibile indice VEI 5. Per fare un confronto, tra le eruzioni del passato con indice VEI 5, ci sono quella del Vesuvio del 79 d.C., quella del Monte Fuji del 1707 e quella del Monte Sant’Elena del 1980.
Fortunatamente, non si registrano feriti o vittime a causa dell’eruzione in corso, in quanto il governo aveva ordinato l’evacuazione dell’area più vicina al vulcano su suggerimento degli scienziati che avevano osservato del magma risalire verso la superficie, segno che un’eruzione fosse imminente. L’eruzione ha portato all’evacuazione di 16.000 persone nella giornata del 9 aprile.
Oltre all’impatto sulle persone, l’eruzione potrebbe avere anche un effetto sull’atmosfera proprio a causa delle grandi quantità di cenere e anidride solforosa emesse e per la grande altezza che hanno raggiunto.